Palazzi, dighe, piste da bob, ospedali, scali ferroviari, auditorium...
L'Italia dello sperpero di fondi pubblici annovera numerose opere che
hanno visto stanziare milioni di euro. Progetti perlopiù faraonici,
realizzati in toto o in parte e... inutilizzati. Alcuni esempi
emblematici.
Stazione Ferroviaria a Matera
Sul
sito del Comitato Ferrovie di Stato a Matera si legge "Può esserci un
sito ufficiale di una cosa che non esiste? No, bene è proprio il
paradosso in cui viviamo a Matera dove abbiamo una stazione ferroviaria
incompiuta e non abbiamo le ferrovie di Stato". La stazione ferroviaria
del capoluogo murgese, costata 300 milioni di euro è infatti inutilizzata perché mancherebbero i binari per collegarla alla rete ferroviaria.
Terminal crociere molo Ichnusa (Ca)
Il
terminal è stato costruito nel 2008, pensato per accogliere le navi da
crociera che avrebbero attraccato al molo Ichnusa. Costato 5 milioni di euro,
l'immensa struttura che copre un'area di circa 20mila metri quadrati,
non ha mai aperto i battenti. Il motivo lo spiega il sito Urban Center
"Quando venne realizzato, in una prassi tutta italiana, nessuno pensò al
fondale del molo Ichnusa profondo solamente 6,40 metri, mentre per
ospitare i giganti del mare, con un pescaggio decisamente superiore,
sarebbe servita una profondità di almeno 10 metri".
Arsenale G8 a La Maddalena
Strutture fatiscenti in riva a uno dei mari più belli del nostro Paese, costate secondo i calcoli di Repubblica.it 327 milioni di euro. Avrebbero dovuto ospitare il G8 del 2009, spostato a L'Aquila dopo il terremoto.
Ospedale fantasma di Gerace
Giovanni
Verduci, denuncia una clamorosa opera-scandalo della provincia reggina:
a Gerace "riposa da 34 anni una struttura costata all'erario quasi
dieci miliardi delle vecchie lire (4,9 milioni di euro).
Quattro piani pronti all'utilizzo e mai inaugurati, una struttura
sanitaria in piena regola con tanto di apparecchiature mediche distrutte
dal tempo e dall'incuria e brande per i ricoveri sulle quali mai un
malato può dire di aver riposato".
Centro Finanze di Scandicci (Fi)
L'ennesimo
sperpero di denaro pubblico: a Scandicci, in Via del Parlamento
Europeo, è stata edificata un'enorme struttura su tre piani, per un
totale di 28.700 metri quadrati, i cui lavori hanno coperto un periodo
di tempo che va dal 1991 al 1994. Il complesso doveva ospitare uffici
del Ministero delle Finanze per la gestione delle
denunce dei redditi delle regioni del centro Italia, ma è stato
realizzato soltanto all'85% con un costo di circa 120 miliardi delle vecchie lire. Non ha mai aperto i battenti.
Auditorium di Isernia
Doveva essere
pronto per i 150 anni dell'Unità d'Italia. 35mila metri quadri, 300
posti a sedere, per una cittadina di 20mila abitanti. La maestosa
struttura, decisamente sovradimensionata per il comune molisano, doveva
costare 5 milioni di euro, ma le spese sono lievitate fino a toccarne 55...
L'inchiesta di Repubblica.it aggiunge "responsabile del cantiere,
nominato dal governo, Fabio De Santis, venne travolto dallo scandalo del
G8, che ha visto coinvolti anche altri "attori" presenti sempre nella
vicenda dell'Auditorium faraonico".
Pista da bob a Cesana Pariol (To)
Costruita per le Olimpiadi di Torino 2006 e costata 77,5 milioni di euro,
la pista da bob di Cesana Pariol ha chiuso i battenti. Ora l'Italia non
ha una pista d'allenamento per slittino e bob. "Siamo costretti a
prenotare piste estere per testare i materiali" si lamentano i campioni,
ma la proprietà si è arresa davanti agli elevati costi di gestione: nel
2010-2011 la pista è costata 1.5 milioni di euro.
Interporto di Cervignano (Ud)
Attualmente,
la struttura adibita allo scambio dei treni merci è utilizzata al 15%
delle potenzialità previste nel faraonico progetto, costato secondo
Repubblica 248 milioni di euro.
Diga del Pappalai a Monteparano (Ta)
Diga
del Pappadai, nel territorio di Monteparno, è nata per contenere 20
milioni di metri cubi d'acqua. Avrebbe dovuto irrigare 72.000 ettari di
terra nel Salento e nel tarantino ma l'opera non è mai entrata in
funzine. I lavori sono cominciati nel 1984, con un costo di 370 milioni di euro.
Nel rapporto ecomafie del 2011 si legge che l'attuale utilizzo
dell'invaso nulla ha a che fare con l'acqua e le necessità idriche dei
paesi pugliesi. Ad oggi infatti la diga risulta carica di rifiuti.
Diga a Valfabbrica (Pg)
Versa in
stato di abbandono anche la diga del Chiascio, presso Valfabbrica, in
provincia di Perugia, costata socondo Repubblica 190 milioni di euro.
Dopo anni di attesa l'annuncio di una possibile ripresa dei lavori sulla
diga, lasciano sperare.
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