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domenica 5 gennaio 2014

Monumenti allo spreco: 10 casi clamorosi dagli ospedali ai moli

Palazzi, dighe, piste da bob, ospedali, scali ferroviari, auditorium... L'Italia dello sperpero di fondi pubblici annovera numerose opere che hanno visto stanziare milioni di euro. Progetti perlopiù faraonici, realizzati in toto o in parte e... inutilizzati. Alcuni esempi emblematici.

Stazione Ferroviaria a Matera

Sul sito del Comitato Ferrovie di Stato a Matera si legge "Può esserci un sito ufficiale di una cosa che non esiste? No, bene è proprio il paradosso in cui viviamo a Matera dove abbiamo una stazione ferroviaria incompiuta e non abbiamo le ferrovie di Stato". La stazione ferroviaria del capoluogo murgese, costata 300 milioni di euro è infatti inutilizzata perché mancherebbero i binari per collegarla alla rete ferroviaria.


Terminal crociere molo Ichnusa (Ca)

Il terminal è stato costruito nel 2008, pensato per accogliere le navi da crociera che avrebbero attraccato al molo Ichnusa. Costato 5 milioni di euro, l'immensa struttura che copre un'area di circa 20mila metri quadrati, non ha mai aperto i battenti. Il motivo lo spiega il sito Urban Center "Quando venne realizzato, in una prassi tutta italiana, nessuno pensò al fondale del molo Ichnusa profondo solamente 6,40 metri, mentre per ospitare i giganti del mare, con un pescaggio decisamente superiore, sarebbe servita una profondità di almeno 10 metri". 

 

Arsenale G8 a La Maddalena

Strutture fatiscenti in riva a uno dei mari più belli del nostro Paese, costate secondo i calcoli di Repubblica.it 327 milioni di euro. Avrebbero dovuto ospitare il G8 del 2009, spostato a L'Aquila dopo il terremoto.

 

Ospedale fantasma di Gerace

Giovanni Verduci, denuncia una clamorosa opera-scandalo della provincia reggina: a Gerace "riposa da 34 anni una struttura costata all'erario quasi dieci miliardi delle vecchie lire (4,9 milioni di euro). Quattro piani pronti all'utilizzo e mai inaugurati, una struttura sanitaria in piena regola con tanto di apparecchiature mediche distrutte dal tempo e dall'incuria e brande per i ricoveri sulle quali mai un malato può dire di aver riposato".

 

Centro Finanze di Scandicci (Fi)

L'ennesimo sperpero di denaro pubblico: a Scandicci, in Via del Parlamento Europeo, è stata edificata un'enorme struttura su tre piani, per un totale di 28.700 metri quadrati, i cui lavori hanno coperto un periodo di tempo che va dal 1991 al 1994. Il complesso doveva ospitare uffici del Ministero delle Finanze per la gestione delle denunce dei redditi delle regioni del centro Italia, ma è stato realizzato soltanto all'85% con un costo di circa 120 miliardi delle vecchie lire. Non ha mai aperto i battenti.

 

Auditorium di Isernia

Doveva essere pronto per i 150 anni dell'Unità d'Italia. 35mila metri quadri, 300 posti a sedere, per una cittadina di 20mila abitanti. La maestosa struttura, decisamente sovradimensionata per il comune molisano, doveva costare 5 milioni di euro, ma le spese sono lievitate fino a toccarne 55... L'inchiesta di Repubblica.it aggiunge "responsabile del cantiere, nominato dal governo, Fabio De Santis, venne travolto dallo scandalo del G8, che ha visto coinvolti anche altri "attori" presenti sempre nella vicenda dell'Auditorium faraonico".

 

Pista da bob a Cesana Pariol (To)

Costruita per le Olimpiadi di Torino 2006 e costata 77,5 milioni di euro, la pista da bob di Cesana Pariol ha chiuso i battenti. Ora l'Italia non ha una pista d'allenamento per slittino e bob. "Siamo costretti a prenotare piste estere per testare i materiali" si lamentano i campioni, ma la proprietà si è arresa davanti agli elevati costi di gestione: nel 2010-2011 la pista è costata 1.5 milioni di euro. 

 

Interporto di Cervignano (Ud)

Attualmente, la struttura adibita allo scambio dei treni merci è utilizzata al 15% delle potenzialità previste nel faraonico progetto, costato secondo Repubblica 248 milioni di euro.

 

 

Diga del Pappalai a Monteparano (Ta)

Diga del Pappadai, nel territorio di Monteparno, è nata per contenere 20 milioni di metri cubi d'acqua. Avrebbe dovuto irrigare 72.000 ettari di terra nel Salento e nel tarantino ma l'opera non è mai entrata in funzine. I lavori sono cominciati nel 1984, con un costo di 370 milioni di euro. Nel rapporto ecomafie del 2011 si legge che l'attuale utilizzo dell'invaso nulla ha a che fare con l'acqua e le necessità idriche dei paesi pugliesi. Ad oggi infatti la diga risulta carica di rifiuti.

 

Diga a Valfabbrica (Pg)

Versa in stato di abbandono anche la diga del Chiascio, presso Valfabbrica, in provincia di Perugia, costata socondo Repubblica 190 milioni di euro. Dopo anni di attesa l'annuncio di una possibile ripresa dei lavori sulla diga, lasciano sperare.

 

Crisi frena anche l'happy hour

La moda dell'happy hour, l'aperitivo lungo che spesso sostituisce la cena, sarebbe nata a Milano e dintorni, ma proprio qui la crisi la sta 'uccidendo': secondo una ricerca della Camera di commercio di Monza, in Lombardia il 48% degli under 35 per far fronte alle difficoltà economiche sta riducendo le spese per bar e cene fuori casa, con punte particolarmente alte proprio a Milano. Solo il 25% dei giovani afferma di non aver cambiato nessuna delle proprie abitudini di consumo.

Forconi: Ferro, possibili occupazioni

Il Coordinamento 9 Dicembre, noto come movimento dei 'Forconi', prova a rilanciarsi dopo la spaccatura delle scorse settimane. L'ala moderata, capeggiata dal siciliano Mariano Ferro e dal veneto Lucio Chiavegato, esporrà domani la nuova strategia in un incontro al presidio di Soave (Verona), fuori della A4. "Stiamo pensando di occupare i Comuni e di fare dei presidi davanti alle prefetture" ha annunciato, tra le altre iniziative, Mariano Ferro.

mercoledì 25 dicembre 2013

Datagate, le nuove rivelazioni di Snowden: “Gli Usa piratano gli sms cinesi”

Il governo degli Stati Uniti “pirata” le compagnie di cellulari cinesi per raccogliere milioni di messaggini sms di testo. Edward Snowden, la cosiddetta ‘talpa’ del Datagate, lo racconta in un articolo pubblicato dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.
Il governo di Hong Kong per ora non ha risposto alla richiesta americana di arrestare ed estradare Edward Snowden, ex analista dei servizi segreti americani che ha denunciato l’esistenza di una vasto programma di intercettazioni illegali. Per il governo del territorio si tratterà di una prova difficile. Hong Kong è una Speciale regione amministrativa (Sar) della Cina che gode di una forte autonomia, ma quando sono in gioco decisioni rilevanti per la politica internazionale dipende da Pechino. E’ legata agli Usa da un trattato per l’estradizione, che però esclude i reati ‘politici’, tra i quali potrebbe rientrare lo spionaggio. E le rivelazioni di Snowden su questo nuovo capitolo del Datagate potrebbero in qualche modo incidere sulle decisioni da prendere.
Nelle ultime settimane sia l’opinione pubblica hongkonghese che quella cinese si sono pronunciate con forza contro l’estradizione di Snowden. L’ex-analista è in territorio di Hong Kong da fine maggio e si ritiene che si trovi ancora lì. La notizia che un imprenditore islandese avrebbe affittato un aereo privato per portare l’analista a Reykjavik, dove potrebbe avere asilo politico, è stata smentita da fonti locali.
“La Nsa pirata delle compagnie di telefono portatile cinese per rubare tutti i vostri sms -  dice Snowden – Ho le prove su ciò che affermo”. Stando al quotidiano, che pubblica le sue dichiarazioni, l’ex analista non cita alcun documento a riguardo. Secondo statistiche ufficiali citate dal South China Morning Post, i cinesi si sono scambiati circa 900 miliardi de messaggi di testo nel 2012, il 2,1% in più rispetto al 2011. L’articolo non rivela come la presunta pirateria abbia avuto luogo, ma afferma che gli esperti cinesi della cyber sicurezza da diverso tempo sono preoccupati sugli attacchi “clandestini” condotti con apparecchiature straniere.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, esule nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, ha lanciato un appello perché “Paesi coraggiosi” si facciano avanti e offrano asilo a Snowden. “Oggi il calvario di Snowden è appena cominciato”, ha detto Assange in un discorso messo in rete da Wikileaks. “Il governo spia ciascuno di noi, ma invece è Edward Snowden a essere accusato di spionaggio per averci avvertito”, ha aggiunto l’australiano.
La denuncia penale nei confronti di Snowden è stata presentata alla Corte Distrettuale di Alexandria, in Virginia: il documento datato 14 giugno è stato pubblicato solo nelle ultime ore e consente agli Stati Uniti di chiedere all’Interpol un ‘codice rosso’, lo strumento più vicino a un mandato di arresto internazionale, per fermare Snowden nel caso in cui tentasse di muoversi. La ‘talpa’ ha una varie opzioni legali a Hong Kong, inclusa la possibilità di chiedere asilo e contestare ogni eventuale richiesta di trasferimento in un tribunale americano. A giocare a favore di Snowden, secondo gli esperti, è il fatto che l’amministrazione Obama incontrerebbe difficoltà legate alla propria immagine nel caso di uno scontro pubblico sullo status di Snowden stesso perché creerebbe tensione fra il più volte ribadito impegno del presidente americano verso la trasparenza e le libertà civili e la senza precedenti fuga di notizie.
Se e quando decidessero di arrestarlo, Snowden avrebbe la possibilità di presentare un appello per la sua liberazione ma si troverebbe in ogni caso – secondo il New York Times – di fronte a un nuovo problema: l’uomo ha un visto di 90 giorni che scade alla metà di agosto e questo concederebbe alle autorità di Hong Kong un ulteriore motivo per tenerlo sotto custodia.

Edward Snowden

Edward Joseph Snowden (Elizabeth City, 21 giugno 1983) è un informatico statunitense.
Ex tecnico della Central Intelligence Agency (CIA) e fino al 10 giugno 2013 collaboratore della Booz Allen Hamilton (azienda di tecnologia informatica consulente della NSA, la National Security Agency), è noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti.[1] Attraverso la collaborazione con Glenn Greenwald, giornalista del The Guardian che ha pubblicato una serie di denunce sulla base di sue rivelazioni avvenute nel giugno 2013, Snowden ha rivelato diverse informazioni su programmi di intelligence secretati, tra cui il programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti ed Unione europea riguardante i metadati delle comunicazioni, il PRISM, Tempora e programmi di sorveglianza Internet.
Snowden ha affermato che le rivelazioni costituiscono uno sforzo "per informare il pubblico su ciò che viene fatto in loro nome e quello che è fatto contro di loro".[2] Le rivelazioni di Snowden riguardano alcune fra le violazioni più significative della storia della NSA. Matthew M. Aid, uno storico di intelligence di Washington, ha affermato che le sue rivelazioni hanno "confermato i sospetti di lunga data che la sorveglianza della NSA negli Stati Uniti è più invasiva di quanto pensavamo".
Il 14 giugno 2013 i procuratori federali degli Stati Uniti hanno presentato a Snowden una denuncia, resa pubblica il 21 giugno, con accuse di furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata. Le ultime due accuse sono sottoposte alla legislazione sullo spionaggio.[3]
Il primo contatto tra Snowden e la documentarista Laura Poitras avviene nel gennaio 2013. Secondo Poitras, Snowden ha scelto di contattarla dopo aver visto la sua relazione su William Binney, un informatore della NSA, sul The New York Times. Lei è un membro del consiglio della Fondazione sulla libertà di stampa insieme con il giornalista Glenn Greenwald. Greenwald, reporter per il The Guardian, ha detto di aver lavorato con Snowden da febbraio, e Barton Gellman, che scrive per il Washington Post, dice che il suo primo "contatto diretto" è stato il 16 maggio. Tuttavia, Gellman sostiene che Greenwald fu coinvolto solo dopo che il Washington Post si rifiutò di garantire la pubblicazione dei documenti completa entro 72 ore.
Gellman dice di aver detto a Snowden "Non garantiamo quando e quello che pubblicheremo... Snowden rispose succintamente, mi dispiace che non siamo riusciti a mantenere questo progetto unilaterale. Poco dopo entrò in contatto con Glenn Greenwald del quotidiano britannico The Guardian». Snowden comunicava tramite posta elettronica crittografata, con il nome in codice di Verax, che significa colui che dice la verità in latino. Ha chiesto di non essere citato a lungo per paura di identificazione con un'analisi semantica.
Secondo Gellman, prima del loro primo incontro di persona, Snowden ha scritto: So che soffrirò per le mie azioni, e che il ritorno di queste informazioni al pubblico segna la mia fine. Snowden ha anche avvertito Gellman che, una volta pubblicati gli articoli, i giornalisti che avessero collaborato con lui sarebbero diventati bersagli della CIA rischiando pertanto la propria vita "nel caso in cui pensino che voi siete il punto nevralgico eliminato il quale le rivelazioni avranno fine restituendo loro la proprietà delle informazioni". Snowden ha descritto la sua esperienza con la CIA a Ginevra come formativa, affermando che la CIA, prese un banchiere ubriaco svizzero e lo incoraggiò a guidare sino a casa.
Quando quest'ultimo fu arrestato, un agente della CIA si offrì di intervenire in aiuto, per infine reclutarlo. Il consigliere federale svizzero Ueli Maurer ha commentato: Non mi sembra che sia probabile che questo incidente sia avvenuto come è stato descritto da Snowden e dai media. Le rivelazioni arrivano in un momento delicato per le relazioni USA-Svizzera dal momento che il governo svizzero tenta di approvare una legge che consente una maggiore trasparenza bancaria. In seguito, il Guardian pubblica anche la notizia di spionaggio USA ai danni di diplomatici dell'Unione Europea. La stampa italiana ribattezza il caso, chiamandolo datagate[13]

Datagate, nuove rivelazioni di Snowden “Una rete europea per spiare i telefoni”

Una rete europea di sorveglianza di massa delle comunicazioni, costruita da Germania, Francia, Spagna e Svezia con l’aiuto del Gchq (Government Communications Headquarters), l’equivalente britannico dell’americana Nsa. Le ultime rivelazioni di Edward Snowden, riportate oggi dal Guardian, gettano così anche l’Europa nell’occhio del ciclone del Datagate mostrando come quello del «Grande Fratello» non sia un copyright esclusivo degli Usa e trasformando anche i Paesi europei in colpevoli protagonisti di una rete di spionaggio andata ben oltre i limiti della privacy. Una rete nella quale non compare l’Italia anche perché - come riportato dagli stessi documenti della «talpa» - dotata di servizi di intelligence «litigiosi» e limitati da «ostacoli legali».

La rete svelata dalle informazioni sottratte da Snowden si sarebbe sviluppata 5 anni fa e prevedrebbe un monitoraggio delle comunicazioni telefoniche e di internet effettuato sia con intercettazioni dirette sia sulla base di relazioni segrete con le compagnie di comunicazione. L’alleanza, definita dal Guardian «elastica ma crescente», avrebbe così permesso all’intelligence di un Paese di coltivare «legami» con le compagnie di un altro Paese per facilitare quella che i documenti definiscono una «pesca a strascico» di dati sul web. Pesca nella quale la britannica Gchq avrebbe avuto un ruolo guida nel consigliare i partner su come aggirare le leggi nazionali che restringono i poteri di sorveglianza dell’intelligence.

Ma gli ultimi “leaks” svelano anche «la frustrazione» degli 007 britannici nei confronti dei loro colleghi italiani, definiti «litigiosi» e «incapaci o non disposti a collaborare tra loro» a dispetto dell’intelligence degli altri Paesi coinvolti nella rete. Il Gchq, secondo i dati riportati dal Guardian, avevano in realtà chiesto all’Aisi di collaborare, trovando tuttavia responso negativo. «Gli italiani sembravano entusiasti ma ostacoli legali potrebbero aver impedito loro di impegnarsi», è scritto nei documenti ai quali, in serata, hanno replicato fonti dell’intelligence italiana. I documenti di Snowden chiariscono che i servizi italiani «sono più garantisti» di quelli di altri Paesi e che «non sono disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall’ordinamento», hanno affermato le fonti, spiegando come la litigiosità evocata dagli 007 di Londra sia «una valutazione datata» in quanto relativa al periodo precedente o immediatamente successivo alla profonda riforma delle due agenzie Aise e Aisi. Una riforma che ha necessitato di un «complesso periodo di adattamento».

Le rivelazioni del Guardian, più in generale, gettano però una luce diversa sull’intero scandalo Datagate facendo in qualche modo da sponda alle parole del direttore della National Intelligence americana, James Clapper, che al Congresso aveva tacciato di ipocrisia le accuse dell’Europa agli Usa, nonché a quelle del capo della Nsa Keith Alexander, che aveva sottolineato come fossero gli stessi partner del Vecchio Continente a fornire agli Usa informazioni sui cittadini europei. Di certo, dopo il Datagate, nulla sarà come prima. Secondo la stampa tedesca, Berlino e Washington starebbero per concludere un accordo di «non spionaggio reciproco» che partirebbe dal 2014, mentre oggi Germania e Brasile hanno chiesto all’Assemblea generale dell’Onu di adottare una bozza di risoluzione per per arginare «l’invadenza» della sorveglianza elettronica svelata dal Datagate.

Una sorveglianza sulla quale il Guardian e il New York Times, condividendo i “leaks” di Snowden, hanno oggi tracciato un quadro esaustivo, spiegando come tra i leader spiati figurino anche il segretario dell’Onu Ban Ki-moon e l’ayatollah iraniano Alì Khamenei e dando così nuovi dati sul «lato oscuro» della Nsa. Un lato oscuro che, con le rivelazioni di oggi, vede anche l’Europa protagonista in un “Grande fratello” dove vittime e carnefici sembrano ora confondersi in un quadro sempre più caotico e inquietante.

Datagate: Snowden, la “talpa”, soddisfatto delle rilevazioni

Edward Snowden ritiene di aver vinto. È soddisfatto del terremoto che ha causato con le sue rivelazioni sul programma di massiccia sorveglianza elettronica realizzato dalla National Security Agency, la Nsa. “Per me, in termini di soddisfazione personale, la missione è già compiuta“, ha detto in una lunga intervista al Washington Post. “Io ho già vinto. Da quando i giornalisti sono stati in grado di scrivere, tutto ciò che ho tentato di fare si è concretizzato. Perchè io non volevo cambiare la società. Io volevo dare la possibilità alla società di decidere se cambiare se stessa“, ha affermato la cosiddetta talpa del Datagate.
Dopo mesi di rivelazioni Snowden ha affermato che “il giuramento di fedeltà non è un giuramento di segretezza”, perchè “è un giuramento alla Costituzione”. “È un giuramento che ho mantenuto, e che Keith Alexander e James Clapper no“, ha aggiunto, riferendosi al direttore della National Security Agency e al direttore della National Intelligence. “Io non sto cercando di demolire la Nsa, io sto lavorando per migliorarla…Sto ancora oggi lavorando per la Nsa. Loro sono gli unici che non se ne sono accorti”, ha detto. Ogni giorno, a Mosca, continua a seguire gli sviluppi del dibattito che ha innescato, che ha raggiunto il Congresso e le cancellerie dei maggiori Paesi del mondo, ha affermato.