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mercoledì 25 dicembre 2013

Datagate, le nuove rivelazioni di Snowden: “Gli Usa piratano gli sms cinesi”

Il governo degli Stati Uniti “pirata” le compagnie di cellulari cinesi per raccogliere milioni di messaggini sms di testo. Edward Snowden, la cosiddetta ‘talpa’ del Datagate, lo racconta in un articolo pubblicato dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.
Il governo di Hong Kong per ora non ha risposto alla richiesta americana di arrestare ed estradare Edward Snowden, ex analista dei servizi segreti americani che ha denunciato l’esistenza di una vasto programma di intercettazioni illegali. Per il governo del territorio si tratterà di una prova difficile. Hong Kong è una Speciale regione amministrativa (Sar) della Cina che gode di una forte autonomia, ma quando sono in gioco decisioni rilevanti per la politica internazionale dipende da Pechino. E’ legata agli Usa da un trattato per l’estradizione, che però esclude i reati ‘politici’, tra i quali potrebbe rientrare lo spionaggio. E le rivelazioni di Snowden su questo nuovo capitolo del Datagate potrebbero in qualche modo incidere sulle decisioni da prendere.
Nelle ultime settimane sia l’opinione pubblica hongkonghese che quella cinese si sono pronunciate con forza contro l’estradizione di Snowden. L’ex-analista è in territorio di Hong Kong da fine maggio e si ritiene che si trovi ancora lì. La notizia che un imprenditore islandese avrebbe affittato un aereo privato per portare l’analista a Reykjavik, dove potrebbe avere asilo politico, è stata smentita da fonti locali.
“La Nsa pirata delle compagnie di telefono portatile cinese per rubare tutti i vostri sms -  dice Snowden – Ho le prove su ciò che affermo”. Stando al quotidiano, che pubblica le sue dichiarazioni, l’ex analista non cita alcun documento a riguardo. Secondo statistiche ufficiali citate dal South China Morning Post, i cinesi si sono scambiati circa 900 miliardi de messaggi di testo nel 2012, il 2,1% in più rispetto al 2011. L’articolo non rivela come la presunta pirateria abbia avuto luogo, ma afferma che gli esperti cinesi della cyber sicurezza da diverso tempo sono preoccupati sugli attacchi “clandestini” condotti con apparecchiature straniere.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, esule nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, ha lanciato un appello perché “Paesi coraggiosi” si facciano avanti e offrano asilo a Snowden. “Oggi il calvario di Snowden è appena cominciato”, ha detto Assange in un discorso messo in rete da Wikileaks. “Il governo spia ciascuno di noi, ma invece è Edward Snowden a essere accusato di spionaggio per averci avvertito”, ha aggiunto l’australiano.
La denuncia penale nei confronti di Snowden è stata presentata alla Corte Distrettuale di Alexandria, in Virginia: il documento datato 14 giugno è stato pubblicato solo nelle ultime ore e consente agli Stati Uniti di chiedere all’Interpol un ‘codice rosso’, lo strumento più vicino a un mandato di arresto internazionale, per fermare Snowden nel caso in cui tentasse di muoversi. La ‘talpa’ ha una varie opzioni legali a Hong Kong, inclusa la possibilità di chiedere asilo e contestare ogni eventuale richiesta di trasferimento in un tribunale americano. A giocare a favore di Snowden, secondo gli esperti, è il fatto che l’amministrazione Obama incontrerebbe difficoltà legate alla propria immagine nel caso di uno scontro pubblico sullo status di Snowden stesso perché creerebbe tensione fra il più volte ribadito impegno del presidente americano verso la trasparenza e le libertà civili e la senza precedenti fuga di notizie.
Se e quando decidessero di arrestarlo, Snowden avrebbe la possibilità di presentare un appello per la sua liberazione ma si troverebbe in ogni caso – secondo il New York Times – di fronte a un nuovo problema: l’uomo ha un visto di 90 giorni che scade alla metà di agosto e questo concederebbe alle autorità di Hong Kong un ulteriore motivo per tenerlo sotto custodia.

Edward Snowden

Edward Joseph Snowden (Elizabeth City, 21 giugno 1983) è un informatico statunitense.
Ex tecnico della Central Intelligence Agency (CIA) e fino al 10 giugno 2013 collaboratore della Booz Allen Hamilton (azienda di tecnologia informatica consulente della NSA, la National Security Agency), è noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti.[1] Attraverso la collaborazione con Glenn Greenwald, giornalista del The Guardian che ha pubblicato una serie di denunce sulla base di sue rivelazioni avvenute nel giugno 2013, Snowden ha rivelato diverse informazioni su programmi di intelligence secretati, tra cui il programma di intercettazione telefonica tra Stati Uniti ed Unione europea riguardante i metadati delle comunicazioni, il PRISM, Tempora e programmi di sorveglianza Internet.
Snowden ha affermato che le rivelazioni costituiscono uno sforzo "per informare il pubblico su ciò che viene fatto in loro nome e quello che è fatto contro di loro".[2] Le rivelazioni di Snowden riguardano alcune fra le violazioni più significative della storia della NSA. Matthew M. Aid, uno storico di intelligence di Washington, ha affermato che le sue rivelazioni hanno "confermato i sospetti di lunga data che la sorveglianza della NSA negli Stati Uniti è più invasiva di quanto pensavamo".
Il 14 giugno 2013 i procuratori federali degli Stati Uniti hanno presentato a Snowden una denuncia, resa pubblica il 21 giugno, con accuse di furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata. Le ultime due accuse sono sottoposte alla legislazione sullo spionaggio.[3]
Il primo contatto tra Snowden e la documentarista Laura Poitras avviene nel gennaio 2013. Secondo Poitras, Snowden ha scelto di contattarla dopo aver visto la sua relazione su William Binney, un informatore della NSA, sul The New York Times. Lei è un membro del consiglio della Fondazione sulla libertà di stampa insieme con il giornalista Glenn Greenwald. Greenwald, reporter per il The Guardian, ha detto di aver lavorato con Snowden da febbraio, e Barton Gellman, che scrive per il Washington Post, dice che il suo primo "contatto diretto" è stato il 16 maggio. Tuttavia, Gellman sostiene che Greenwald fu coinvolto solo dopo che il Washington Post si rifiutò di garantire la pubblicazione dei documenti completa entro 72 ore.
Gellman dice di aver detto a Snowden "Non garantiamo quando e quello che pubblicheremo... Snowden rispose succintamente, mi dispiace che non siamo riusciti a mantenere questo progetto unilaterale. Poco dopo entrò in contatto con Glenn Greenwald del quotidiano britannico The Guardian». Snowden comunicava tramite posta elettronica crittografata, con il nome in codice di Verax, che significa colui che dice la verità in latino. Ha chiesto di non essere citato a lungo per paura di identificazione con un'analisi semantica.
Secondo Gellman, prima del loro primo incontro di persona, Snowden ha scritto: So che soffrirò per le mie azioni, e che il ritorno di queste informazioni al pubblico segna la mia fine. Snowden ha anche avvertito Gellman che, una volta pubblicati gli articoli, i giornalisti che avessero collaborato con lui sarebbero diventati bersagli della CIA rischiando pertanto la propria vita "nel caso in cui pensino che voi siete il punto nevralgico eliminato il quale le rivelazioni avranno fine restituendo loro la proprietà delle informazioni". Snowden ha descritto la sua esperienza con la CIA a Ginevra come formativa, affermando che la CIA, prese un banchiere ubriaco svizzero e lo incoraggiò a guidare sino a casa.
Quando quest'ultimo fu arrestato, un agente della CIA si offrì di intervenire in aiuto, per infine reclutarlo. Il consigliere federale svizzero Ueli Maurer ha commentato: Non mi sembra che sia probabile che questo incidente sia avvenuto come è stato descritto da Snowden e dai media. Le rivelazioni arrivano in un momento delicato per le relazioni USA-Svizzera dal momento che il governo svizzero tenta di approvare una legge che consente una maggiore trasparenza bancaria. In seguito, il Guardian pubblica anche la notizia di spionaggio USA ai danni di diplomatici dell'Unione Europea. La stampa italiana ribattezza il caso, chiamandolo datagate[13]

Datagate, nuove rivelazioni di Snowden “Una rete europea per spiare i telefoni”

Una rete europea di sorveglianza di massa delle comunicazioni, costruita da Germania, Francia, Spagna e Svezia con l’aiuto del Gchq (Government Communications Headquarters), l’equivalente britannico dell’americana Nsa. Le ultime rivelazioni di Edward Snowden, riportate oggi dal Guardian, gettano così anche l’Europa nell’occhio del ciclone del Datagate mostrando come quello del «Grande Fratello» non sia un copyright esclusivo degli Usa e trasformando anche i Paesi europei in colpevoli protagonisti di una rete di spionaggio andata ben oltre i limiti della privacy. Una rete nella quale non compare l’Italia anche perché - come riportato dagli stessi documenti della «talpa» - dotata di servizi di intelligence «litigiosi» e limitati da «ostacoli legali».

La rete svelata dalle informazioni sottratte da Snowden si sarebbe sviluppata 5 anni fa e prevedrebbe un monitoraggio delle comunicazioni telefoniche e di internet effettuato sia con intercettazioni dirette sia sulla base di relazioni segrete con le compagnie di comunicazione. L’alleanza, definita dal Guardian «elastica ma crescente», avrebbe così permesso all’intelligence di un Paese di coltivare «legami» con le compagnie di un altro Paese per facilitare quella che i documenti definiscono una «pesca a strascico» di dati sul web. Pesca nella quale la britannica Gchq avrebbe avuto un ruolo guida nel consigliare i partner su come aggirare le leggi nazionali che restringono i poteri di sorveglianza dell’intelligence.

Ma gli ultimi “leaks” svelano anche «la frustrazione» degli 007 britannici nei confronti dei loro colleghi italiani, definiti «litigiosi» e «incapaci o non disposti a collaborare tra loro» a dispetto dell’intelligence degli altri Paesi coinvolti nella rete. Il Gchq, secondo i dati riportati dal Guardian, avevano in realtà chiesto all’Aisi di collaborare, trovando tuttavia responso negativo. «Gli italiani sembravano entusiasti ma ostacoli legali potrebbero aver impedito loro di impegnarsi», è scritto nei documenti ai quali, in serata, hanno replicato fonti dell’intelligence italiana. I documenti di Snowden chiariscono che i servizi italiani «sono più garantisti» di quelli di altri Paesi e che «non sono disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall’ordinamento», hanno affermato le fonti, spiegando come la litigiosità evocata dagli 007 di Londra sia «una valutazione datata» in quanto relativa al periodo precedente o immediatamente successivo alla profonda riforma delle due agenzie Aise e Aisi. Una riforma che ha necessitato di un «complesso periodo di adattamento».

Le rivelazioni del Guardian, più in generale, gettano però una luce diversa sull’intero scandalo Datagate facendo in qualche modo da sponda alle parole del direttore della National Intelligence americana, James Clapper, che al Congresso aveva tacciato di ipocrisia le accuse dell’Europa agli Usa, nonché a quelle del capo della Nsa Keith Alexander, che aveva sottolineato come fossero gli stessi partner del Vecchio Continente a fornire agli Usa informazioni sui cittadini europei. Di certo, dopo il Datagate, nulla sarà come prima. Secondo la stampa tedesca, Berlino e Washington starebbero per concludere un accordo di «non spionaggio reciproco» che partirebbe dal 2014, mentre oggi Germania e Brasile hanno chiesto all’Assemblea generale dell’Onu di adottare una bozza di risoluzione per per arginare «l’invadenza» della sorveglianza elettronica svelata dal Datagate.

Una sorveglianza sulla quale il Guardian e il New York Times, condividendo i “leaks” di Snowden, hanno oggi tracciato un quadro esaustivo, spiegando come tra i leader spiati figurino anche il segretario dell’Onu Ban Ki-moon e l’ayatollah iraniano Alì Khamenei e dando così nuovi dati sul «lato oscuro» della Nsa. Un lato oscuro che, con le rivelazioni di oggi, vede anche l’Europa protagonista in un “Grande fratello” dove vittime e carnefici sembrano ora confondersi in un quadro sempre più caotico e inquietante.

Datagate: Snowden, la “talpa”, soddisfatto delle rilevazioni

Edward Snowden ritiene di aver vinto. È soddisfatto del terremoto che ha causato con le sue rivelazioni sul programma di massiccia sorveglianza elettronica realizzato dalla National Security Agency, la Nsa. “Per me, in termini di soddisfazione personale, la missione è già compiuta“, ha detto in una lunga intervista al Washington Post. “Io ho già vinto. Da quando i giornalisti sono stati in grado di scrivere, tutto ciò che ho tentato di fare si è concretizzato. Perchè io non volevo cambiare la società. Io volevo dare la possibilità alla società di decidere se cambiare se stessa“, ha affermato la cosiddetta talpa del Datagate.
Dopo mesi di rivelazioni Snowden ha affermato che “il giuramento di fedeltà non è un giuramento di segretezza”, perchè “è un giuramento alla Costituzione”. “È un giuramento che ho mantenuto, e che Keith Alexander e James Clapper no“, ha aggiunto, riferendosi al direttore della National Security Agency e al direttore della National Intelligence. “Io non sto cercando di demolire la Nsa, io sto lavorando per migliorarla…Sto ancora oggi lavorando per la Nsa. Loro sono gli unici che non se ne sono accorti”, ha detto. Ogni giorno, a Mosca, continua a seguire gli sviluppi del dibattito che ha innescato, che ha raggiunto il Congresso e le cancellerie dei maggiori Paesi del mondo, ha affermato.

Crisi: migliaia di greci riconsegnano targa auto

A causa della crisi economica che ormai da sei anni perdura in Grecia, migliaia di automobilisti stanno facendo la fila in questi giorni davanti agli sportelli degli uffici della motorizzazione o del fisco per riconsegnare le targhe dei loro veicoli ed evitare così di pagare la costosa tassa di circolazione per l'anno prossimo. Le Tv greche dedicano molto spazio alla vicenda e trasmettono le immagini delle persone in fila con le targhe in mano che ammettono davanti alle telecamere di non potersi più permettere di pagare alcune centinaia di euro di tassa sull'auto. Imposta che supera i 1.000 euro per le macchine di lusso.
"Solo quest'anno sono stati circa 70.000 gli automobilisti che hanno riconsegnato le targhe dei loro veicoli", ha detto Charis Theocharis, un funzionario del ministero delle Finanze. Naturalmente i furbi non mancano mai e c'è sempre chi, dopo aver riconsegnato le targhe vere, applica sulla propria autovettura targhe false. Come ha fatto Michalis Liapis, 60 anni, ex ministro dei Trasporti e della Cultura nei precedenti governi di Costas Karamanlis (Nea Dimokratia), fermato martedì scorso dalla polizia stradale alla periferia di Atene per un controllo di routine mentre guidava un Suv con targhe false appunto per non pagare la tassa di circolazione né l'assicurazione. I redditi dei lavoratori greci, come confermano studi condotti dai maggiori sindacati greci, sono diminuiti di circa il 40% dal 2009 mentre, secondo i rivenditori di auto, dallo stesso anno sono state riconsegnate le targhe di almeno un milione di autoveicoli. In forte sofferenza anche il mercato automobilistico ellenico: sempre secondo i concessionari di auto, nel periodo gennaio-novembre di quest'anno sono state registrate solo 55.000 mila nuove immatricolazioni con un calo delle vendite del 40% rispetto allo stesso periodo del 2012, il picco più basso fra tutti i Paesi dell'Ue.
fonte ansa

Unicef, ogni anno 3 mln bambini muoiono per malnutrizione

Ogni giorno 18 mila bambini sotto i cinque anni nel mondo muoiono per cause prevenibili. Circa la metà di queste morti - circa 3 milioni in totale ogni anno - sono legate a malattie comuni che la malnutrizione rende letali. Non necessariamente si muore di fame per mancanza di cibo; molto spesso invece per il protrarsi di una dieta povera, scarsamente proteica, priva di vitamine e micronutrienti essenziali. In un bambino piccolo, soprattutto nei primi mille giorni di vita considerati cruciali per la sua sopravvivenza e il suo sviluppo, l'assenza di una corretta nutrizione si trasforma in malnutrizione. Se a questa, non curata adeguatamente, si unisce una malattia tipica dell'infanzia o un'infezione, il rischio di morte aumenta in modo esponenziale.
Per questo Natale, l'Unicef lancia una campagna dal titolo 'IL CENONE DI NATALE PIU' GRANDE DEL MONDO' in cui chiede di sostenere i progetti per la fornitura di alimenti terapeutici salvavita per bambini ed adolescenti. La nutrizione terapeutica di emergenza si basa sulla somministrazione di un alimento pronto all'uso (il RUTF, 'ready to use therapeutic food'). Si tratta di bustine contenenti, fra l'altro, composto di farina di arachidi, zucchero, grassi vegetali, acido folico, sali minerali, vitamine. Una confezione da 92 grammi fornisce circa 500 calorie. I bambini possono succhiarlo direttamente dalla confezione evitando di toccarlo con le mani sporche. Attraverso questo alimento, l'Unicef riesce a curare i bambini dalla malnutrizione cronica.
fonte ansa

A Natale nove italiani su dieci a casa

Gli italiani spenderanno 97 euro per imbandire le tavole del pasto più importante del Natale che il 92% consumerà a casa propria con parenti o amici. E' quanto emerge da un'analisi Coldiretti che mette in evidenza come il tradizionale pranzo e cenone di Natale quest'anno sarà all'insegna della riscoperta dei piatti del passato, con preparazione casalinga delle ricette della tradizione prevalentemente con i prodotti del territorio locali e made in Italy; al ristorante andrà appena il 3% degli italiani.
Nel dettaglio, sottolinea la Coldiretti, il 16% delle famiglie spenderà dai 30 ai 50 euro, il 41% tra i 50 e i 100 euro, il 30% tra i 100 e i 200 euro e una minoranza del 6% si manterrà sopra i 200 euro. Il 57% degli italiani prevede di spendere come lo scorso anno per la tavola di Natale, mentre il 25% pensa di tagliare fino alla metà della spesa e solo per il 4% il budget per pranzi e cenoni sarà meno della metà dello scorso anno. Al contrario, precisa la Coldiretti, c'è un 12% che prevede di spendere di più per il menu della festa più importante dell'anno.
fonte ansa

venerdì 13 dicembre 2013

Tares, stangata da 305 euro a famiglia

Dopo la mini Imu arriva il caro “mondezza” a prosciugare le tredicesime degli italiani. La scadenza del 16 dicembre, termine ultimo per saldare la Tares sui rifiuti, è oramai alle porte e per le famiglie italiane si profila una stangata in media da 305 euro a famiglia. Un aumento del 35,4% rispetto alle vecchie Tarsu e Tia che vale mediamente una ottantina di euro, certifica l’indagine condotta dalla Uil, Servizio politiche territoriali.

A far lievitare la tassa sono due novità concomitanti: la prima è che la Tares dovrà coprire per intero il costo del sevizio di smaltimento dei rifiuti, cosa che non avveniva in passato e che farà aumentare l’esborso in chi abita dove questo genere di servizi non brilla per efficienza. Infatti non è un caso che la città dove si pagherà di più sia Reggio Calabria, con 531 euro medi e che nella top ten del caro-Tares siano ben nove i centri urbani del sud e delle isole. L’altro elemento che ha contribuito a far lievitare i costi è la novità dei 30 centesimi a metro quadro dovuti per i cosiddetti servizi indivisibili, cose come illuminazione, strade e sicurezza. Un obolo che è solo l’assaggio di quello che ci aspetterà dal prossimo anno con l’esordio della Tasi, anche lei destinata a finanziare i servizi indivisibili, ma con importo che si avvicina a quelli della vecchia Imu.
fonte la stampa

Berlusconi: «Craxi uomo giusto, non si arricchì Il suo libro? Lo leggerò quando sarò in galera»

«Mi riservo di leggere il libro quando sarò in galera e avrò molto tempo a disposizione... Ci salva solo un po’ di ironia in una situazione drammatica». Lo ha detto Silvio Berlusconi alla presentazione del libro «Bettino Craxi dunque colpevole», a Roma.
UN UOMO GIUSTO - «Un uomo buono, giusto e molto generoso», ha detto l’ex premier ricordando il leader socialista. «Non si è arricchito lasciando la sua famiglia non in una situazione agiata ma neanche nel benessere...». E in merito all’«esilio volontario» scelto da Bettino Craxi, il Cavaliere commenta: ««Non farò mai una cosa del genere per evitare una carcerazione. Non andrei via dal mio Paese, sarei colpevole nei confronti di chi mi ha dato il voto». L’ex premier si dice «disposto a continuare la lotta, perché non solo non darei una fine decorosa alla mia avventura umana, ma sarei anche colpevole nei confronti di coloro che mi hanno dato il voto -sottolinea ancora il Cavaliere - sento di avere la possibilità di convincere i nostri concittadini che abbiamo ancora molte chance di cambiare la situazione e di fare del nostro Paese un Paese civile e democratico».
fonte il corriere

Grillo, mai incitato insubordinazione

Mercoledì prossimo si svolgerà a Roma una grande manifestazione con un presidio dei Forconi, che proseguirà ad oltranza, ma non ci sarà alcun corteo "per evitare qualsiasi tipo di infiltrazioni che non appartengono al movimento". Lo ha annunciato il Coordinamento 9 Dicembre in una conferenza stampa che si è svolta a Roma (La mappa delle proteste VAI).  Intanto un centinaio di appartenenti al movimento dei Forconi ha tenuto un'assemblea a Napoli, in piazza Carlo III, con il leader del coordinamento nazionale ''9 dicembre'', Danilo Calvani. Prossimo obiettivo della protesta - ha detto Calvani (Foto)- è una manifestazione a Roma che dovrebbe tenersi, se ci saranno le autorizzazioni, il 18 dicembre in piazza del Popolo. In piazza Carlo III, a Napoli, i rappresentanti di Battipaglia, Caserta, Aversa, che hanno portato anche l'adesione degli agricoltori. Non sono mancati però i dissensi e il gruppo napoletano ha chiesto che la manifestazione nazionale si tenga non a Roma ma a Napoli, spingendo per la linea dei blocchi stradali e della contestazione più accesa.
"Nessuno ha incitato all'insubordinazione le forze dell'ordine, a meno che insubordinazione significhi togliersi il casco e sfilare con la gente esasperata". Così Beppe Grillo risponde alla "accusa" rivoltagli dal premier Enrico Letta (Speciale L'Italia che protesta).
Sono ''deliranti'' le affermazioni ''sull'Italia 'schiava dei banchieri ebrei''' e le ''successive giustificazioni formulate dal portavoce del Movimento dei Forconi, Andrea Zunino'' in una intervista al quotidiano La Repubblica. Lo dice il presidente dell'Unione delle Comunita' ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna secondo il quale quelle affermazioni ''danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari''.
''Zunino - aggiunge Gattegna - si alimenta dei più violenti e biechi stereotipi antisemiti per offendere non soltanto la memoria di milioni di individui che in nome dell'ideologia nazista trovarono la morte tra le più atroci sofferenze ma soprattutto l'intelligenza, la coscienza democratica e la maturità di quella popolazione italiana le cui istanze si propone di rappresentare, evidentemente in modo inadeguato, nella strade e nelle piazze di tutto il paese''.
Alfano: c'e' rischio di una deriva ribellistica (Tutti i video) - C'è il rischio di una "deriva ribellistica genericamente indirizzata contro istituzioni nazionali ed europee a cui non farebbero mancare proprio sostengo organizzazioni antagoniste. Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano nell'informativa alla Camera sulla protesta dei forconi.  "C'è stato un fronte violento che ha violato le leggi: comprendiamo il disagio sociale, ma al tempo stesso non abbiamo esitazione nel dire che intendiamo difendere la libertà e la sicurezza dei cittadini". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano nell'informativa alla Camera sulla protesta dei forconi. "Il governo sa da che parte stare", ha aggiunto.
fonte ansa

Firme false: indagata Silvia Garnero, nipote Santanché

Silvia Garnero, assessore alla moda e agli eventi della provincia di Milano, nonché nipote della parlamentare di Forza Italia Daniela Santanché, risulta indagata per falso in atto pubblico dalla procura di Milano in un'inchiesta con al centro i referendum sulla giustizia promossi qualche mese fa dai radicali. Secondo l'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Paolo Filippini e condotta dalla sezione di pg dei carabinieri, Silvia Garnero avrebbe certificato come regolari alcune decine di firme raccolte per la presentazione dei referendum, poi risultate false.
fonte ansa

Berlusconi, finirò di leggere libro Craxi in galera..le buffonate continuano

"Ho letto le prime 30 pagine di questo libro, leggerò le altre quando sarò in gale...". Lo ha detto il leader di Fi Silvio Berlusconi, in occasione della presentazione del libro di Nicolò Amato su Bettino Craxi.
"Siamo in un quadro drammatico" perché, "l'Italia non è una democrazia". Lo ha detto Silvio Berlusconi, presentando un libro su Bettino Craxi. "C'è un ordine dello Stato composto da funzionari a cui è stato conferito il potere di togliere la libertà che si è trasformato in contropotere dello Stato", ha aggiunto.
"Questo paese non ha imparato a votare quindi è ingovernabile e tale sarà ancora soprattutto se viene fatta una legge proporzionale. Ci sono possibilità di un governo di larghe intese e difficilmente potrà essere tra Fi e Pd ma sarà un accordo tra Pd e M5S. Ovvero: giustizialismo che si somma a ingiustizialismo". Così Silvio Berlusconi.
fonte ansa

E le buffonate continuano !

mercoledì 11 dicembre 2013

Usa: accordo sul bilancio, fine crisi lunga tre anni

NEW YORK - A Washington si chiude una crisi lunga tre anni. Camera e Senato hanno infatti raggiunto l'intesa sul bilancio: quell'intesa tante volte saltata e costata molto cara all'America, che nel mese di ottobre si e' dovuta arrendere alla parziale chiusura del governo federale per mancanza di fondi. Ora i due rami del Congresso - il Senato a maggioranza democratica e la Camera dei rappresentanti a maggioranza repubblicana - hanno deciso di imprimere una svolta e di lanciare un segnale ai cittadini Usa stanchi della situazione di stallo politico e delle sue conseguenze sull'economia reale. Lo hanno fatto con un'intesa, votata in tarda serata, che prevede un pacchetto di misure da 85 miliardi di dollari che pongono fine al cosiddetto 'sequester', i tagli automatici ed orizzontali previsti dalla legge in mancanza di un accordo sul bilancio. Grande la soddisfazione del presidente Barack Obama, che in una nota diffusa dalla Casa Bianca sottolinea come ''l'accordo bipartisan rappresenta un primo passo positivo'' per un bilancio piu' equilibrato. ''L'intesa non contiene tutto quello che io avrei voluto - aggiunge il presidente - e sono convinto che e' cosi' anche per i repubblicani. Ma questa e' la natura del compromesso. E questo e' il modo in cui gli americani vogliono lavori il Congresso''. I passaggi piu' significativi della nuova finanziaria riguardano l'aumento delle spese del Pentagono e delle agenzie federali nei prossimi due anni. Aumenti che saranno coperti con 63 miliardi di dollari che proverranno - tra l'altro - da un aumento delle tasse sui biglietti aerei (anche al fine di migliorare la spesa per la sicurezza), da tagli alle pensioni dei dipendenti federali e dei militari, e da un aumento dei premi per le assicurazioni federali. L'accordo non comprende l'estensione dei benefici per la disoccupazione di lunga durata fortemente voluta dai democratici e chiesta da Obama. Una lacuna che rischia di lasciare senza un dollaro ben un milione di disoccupati alla fine dell'anno. A meno che non si raggiunga - come ha auspicato il presidente - una nuova intesa nei prossimi giorni. L'intesa viene definita dai principali giornali come 'modesta' nei suoi contenuti. Ma e' un coro unanime quello che parla comunque di svolta. Si e' di fronte a un ''cessate il fuoco'' dopo una battaglia senza esclusione di colpi che ha paralizzato la politica di Washington a partire dal 2011, e che ora da' ai membri del Congresso maggiori margini di manovra per affrontare le due questioni davvero cruciali rimaste in sospeso: quella della riduzione del debito pubblico e quella della riforma fiscale.
fonte ansa

Monito Corte Conti, niente crescita con spesa inefficace

"Il problema dell'economia italiana è un problema di crescita. Ma in un'economia nella quale la spesa pubblica vale più della metà del prodotto, nessuna crescita è possibile se quella spesa pubblica non si farà più efficace ed efficiente". Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti nel suo discorso di insediamento. In Italia "il prelievo ammonta a circa il 45% del prodotto". Per cui "non si potrà avere un consistente miglioramento nell'allocazione delle risorse e, con esso, un rilevante accrescimento della produttività totale e dunque una sensibile accelerazione della crescita se non sapremmo spendere meglio le ingentissime risorse derivanti dal prelievo fiscale". Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri

Kiev: blindati costretti a brusca ritirata

Kiev, blindati polizia costretti a brusca ritirata
Asserragliati davanti a municipio, folla impedisce accesso
 Brusca ritirata delle teste di cuoio che, asserragliati dentro alcuni blindati davanti al municipio di Kiev, hanno tentato più volte di uscire, ma sono stati bloccati dalla folla. Le forze speciali si sono poste davanti all'edificio nel tentativo di far sgomberare i manifestanti che lo occupano dal 1mo dicembre. Ci sono stati momenti di tensione, ma alla fine i blindati sono andati via mentre migliaia di persone gridavano 'Bravi, bravi' e 'vergogna'.
Ue, Ashton deplora uso forza- Le autorità non avevano bisogno di agire sotto la copertura della notte usando la forza. Il dialogo con le forze politiche e la società e l'uso di argomenti è sempre meglio dell'argomento della forza, così il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton, che si trova ancora a Kiev, in un tweet scritto in nottata.
Gli Stati Uniti esprimono il loro "disgusto" dopo l'intervento della polizia per sgomberare i manifestanti ucraini pro-Ue riuniti in piazza Indipendenza a Kiev. Lo ha detto il segretario di Stato americano John Kerry.
fonte ansa

martedì 10 dicembre 2013

Arriva l'asteroide 2013 XY8 Questa sera alle 23,00 l'osservazione con il Virtual Telescope

Arriva l'asteroide 2013 XY8: appena scoperto e relativamente piccolo, con un diametro di circa 40 metri. Il suo massimo avvicinamento alla Terra è previsto alle 12,25 di domani, 11 dicembre. ''Passerà e meno di due distanze lunari, vale a dire a circa 720.000 chilometri: nessun problema, quindi perchè non c'è alcun rischio che possa costituire una minaccia per la Terra'', osserva l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma.

Sarà il secondo asteroide ad avvicinarsi di più alla Terra nel 2013, dopo il 2012 DA14, del 15 febbraio scorso. Quest'ultimo era comunque circa 25 volte più vicino, visto che era passato a 27.700 chilometri dalla Terra.
L'asteroide 2013 XY8 ''è stato scoperto perchè si sta progressivamente avvicinando alla Terra e di conseguenza riusciamo a vederlo sempre più brillante'', spiega Masi. Per i ricercatori è un'occasione interessante ''perchè permette di studiare il gruppo degli asteroidi più piccoli. Se non fosse che di tanto in tanto si avvicinano - aggiunge - avremmo seri problemi ad osservarli''.

Le condizioni per osservarlo al meglio sono quelle previste le notti del 10 e dell'11 dicembre, quando sarà più alto sull'orizzonte e luminoso. Sul canale Ansa Scienza e Tecnica è possibile osservarlo in diretta questa sera a partire dalle 23,00 per circa un'ora, in streaming con il Virtuale Telescope.
fonte ansa

Grillo a polizia, non proteggete piu' questi politici

"Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro". Così Beppe Grillo in una lettera aperta alle forze dell'ordine: "Mi rivolgo a voi che avete la responsabilità della sicurezza del Paese. Questo è un appello per l'Italia. Il momento storico che stiamo vivendo è molto pericoloso". La lettera aperta di Grillo, pubblicata sul suo blog è rivolta a Leonardo Gallitelli, comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia di Stato e Claudio Graziano, Capo di stato maggiore dell'Esercito italiano. Il leader M5s ricorda il gesto di alcuni agenti di Polizia e della Guardia di Finanza a Torino che si sono tolti il casco: "si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. E' stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari". A loro Grillo chiede di non proteggere più "questa classe politica che ha portato l'Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell'Ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e - conclude - l'Italia cambierà".
'Protesta può essere inizio incendio'  - "La protesta di ieri può essere l'inizio di un incendio o l'annuncio di future rivolte forse incontrollabili". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog dove aggiunge: "i disordini sono dovuti a gente esasperata per le sue condizioni di vita e per l'arroganza, sordità, menefreghismo di una classe politica che non rinuncia ai privilegi". L'analisi che affida Grillo alle forze di polizia parla di "istituzioni delegittimate", di una "legge elettorale incostituzionale" e di un "Parlamento, Governo e Presidente della Repubblica che stanno svolgendo arbitrariamente le loro funzioni". E anche i partiti sono "delegittimati dai continui scandali, dalla trattativa Stato-mafia, dalla contiguità di alcuni loro membri con la criminalità organizzata, dall'indifferenza verso i problemi del Paese, dall'appropriazione indebita di 2,3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici bocciati dalla volontà popolare attraverso un referendum". Anche "la gestione della cosa pubblica, dei servizi sociali, dalla sanità alla scuola alla sicurezza è allo sbando" e l'economia "al tracollo" con una disoccupazione, in particolare giovanile, che "sta arrivando a livelli intollerabili," mentre "la piccola e media impresa sta scomparendo". "Il Governo è inesistente, capace solo di continue dichiarazioni di ottimismo subito smentite dai fatti il giorno seguente" e i partiti, continua Grillo "hanno occupato ogni spazio, dall'economia, all'informazione, alla destinazione dei soldi pubblici per foraggiare le lobby da cui provengono spesso i loro appartenenti. L'Italia ha perso la sovranità monetaria, la sovranità fiscale e si appresta a perdere ben presto anche quella economica con l'ipotesi più che probabile di essere strangolata dalle politiche recessive del Fondo Monetario Internazionale. Gran parte dei cittadini è tenuta all'oscuro della reale situazione in cui versa il Paese grazie - sostiene l'ex comico - a un regime di disinformazione che pone l'Italia al 70esimo posto per la libertà di stampa dopo molti Stati del cosiddetto Terzo Mondo".
fonte ansa

Lavoro: 300 link dove inviare il Curriculum Vitae

State cercando lavoro e non sapete a chi inviare il vostro curriculum vitae? Dovete sapere che il modo migliore per trovare lavoro nelle grandi aziende è instaurare un contatto diretto con loro, inviando il vostro cv tramite il sito web aziendale.
Le medie e grandi aziende infatti, quando cercano personale, consultano prima di tutto i propri database dove sono raccolti i curricula di coloro che si sono candidati online. I curricula inviati dai potenziali candidati vengono conservati dalle società e consultati periodicamente dai responsabili delle risorse umane che selezionano i profili più adatti alle offerte di lavoro attive.
IL NOSTRO ELENCO DI LINK CONTINUA A CRESCERE, SIAMO ARRIVATI A QUOTA 300
Dove inviare il curriculum vitae? I 300 link che vi proponiamo di seguito vi condurranno direttamente alla pagina generalmente chiamata “lavora con noi” delle grandi aziende, ossia la sezione web dedicata al reperimento di curricula e alla pubblicazione delle opportunità di lavoro attive. In questa pagina le società indicano tutte le metodologie per candidarsi (compilazione di moduli online, contatti e-mail a cui mandare il curriculum vitae, strumenti web per caricare il proprio curriculum vitae ecc.).
Spesso si trovano anche le offerte di lavoro attive con approfondimenti sulla tipologia di mansione, sul contratto offerto, sul luogo di lavoro e sui requisiti indispensabili. Ricordatevi che cercare lavoro è un vero e proprio lavoro: bisogna rimboccarsi le maniche e inviare il proprio curriculum vitae a tutte le aziende che potrebbero reputarlo interessante. Ecco i link dove potete inviare il vostro cv per entrare in contatto con le grandi aziende:
3M Despar Lottomatica
ABB Dhl Lufthansa
Abbott Italia Douglas Luxottica
A2A Ducati Maiorana
Accenture Easyjet Mapei
Accessorize Edison Marangoni
Agos Emergency Marcegaglia
Agusta  Westland Enel Marco Polo Expert
AIM Group Enerquos Mc Donald’s
Alcatel ENI Media World
Alenia Aermacchi Epson Mediaset
Alleanza Ernest&Young Meliconi
Allianz Lloyd Adriatico ESA Software Mercatone Uno
Allianz RAS Esprinet Mercedes Benz
Allianz Spa Esselunga Metro
Allianz Subalpina Euronics Michelin 
Alpitour Eurospin Microsoft
Altran ExxonMobil Mondo Convenienza
Amadori Facebook MSC Crociere
Amplifon FastWeb Nestlè
Anas Fater Nike
Ansa Ferrero Nokia
Ansaldo Breda Ferrovie dello Stato Norauto
Ansaldo Energia FIAT Industrial NTV
AON FIAT Spa OBI
API Fila Opel
Apple Fineco Oracle
Arca Assicurazioni Fnac Original Marines
Armando Testa FNM Group Otis
Aruba Foot locker Oto Malera
Arval Fossil Oviesse
Auchan Gabetti PAM
Autogrill Garmin Parmalat
Autostrade per l’Italia Generali Assicurazioni Penny Market
Avanade Genialloyd Peugeot
Aviva Assicurazioni Geox Pfizer
Avon Giochi Preziosi Philips
Axa Assicurazioni GLS Italia Pirelli
Banca Antonveneta Golden Lady PoltroneSofà
Banca Barclays Google Italia Poste Italiane
Banca Fideuram Granarolo Prenatal
Banca Intesa Sanpaolo Gruppo Blue Team Procter&Gamble
Banca Marche Gruppo BNP Paribas Protiviti
Banca Monte dei Paschi di Siena Gruppo BPU Purina
Banca Popolare dell’Emilia Romagna Gruppo Carige QVC
Banca Popolare di Bari Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Radio 24
Banca Popolare di Sondrio Gruppo Credem RAI
Banca Popolare Etica Gruppo Creval RCS
Banca Popolare Pugliese Gruppo Deutsche Bank Royal Caribbean
Banca Sella Gruppo Engineering RTM Breda
Banca UniCredit Gruppo General Electric Ryanair
BancApulia Gruppo Generali Sace
Banco Popolare Gruppo Grimaldi Saeco
Barilla Gruppo Italcementi Samsung
Bartolini Gruppo Lactalis San Carlo
Bartolini Gruppo l’Espresso SAS
Basf Gruppo Mediobanca Saturn
Bata Gruppo Mediolanum Scavolini
Bayer Gruppo Preziosi SDA Express Curier
Benetton Gruppo Unicredit Seat Pagine Gialle
Bennet Gruppo Unipol Sephora
Billa Gruppo Zucchetti Siemens
Blue Panorama Gulliver Simply Market
BMW H&M Sirti
BNL H3G Sisa
Bosch Helvetia SKY
Brembo Henkel Snam
Bricocenter Honda Sogei
Bricofer HP Sony
British Airways Iberia Supermercati Billa
BTicino IBM Tamoil
Bulgari Ikea Tecnocasa
Calzedonia Il Gigante Telecom Italia
Camaieu Il Giornale Tenaris
Canon  Imetec Terna
Capgemini INA Assitalia Tigros
Carige  Assicurazioni Indesit Company Tiscali
Carlo Gavazzi Inditex TNT Italia
Carpisa ING DIRECT TOD’S
Carrefour Iper Tom Tom
Cassa di risparmio di Ferrara Iveco TOTAL
Cassa di Risparmio di San Miniato Kasanova Trony
Castorama Kiabi UBI Banca
Cattolica Assicurazioni Kiko Make Up Milano Ubisoft
Cisalfa Sport KLM UGF Assicurazioni
Cisalpina Kone Unes
Coca Cola Italia KPMG UniEuro
Coin Kraft Foods Unilever
Conad L’Oréal UPIM
Conad La Doria Valsoia
Coop La Gardenia Value Team
Coop La Rinascente Veneto Banca
Coop Centro Lavazza Vimar
Coop Sicilia Leroy Merlin Vodafone
Costa Crociere Lidl Volkswagen
Crif Limoni Whirpool
Darty Lindt Wind group
De Longhi Linear Yamamay
Decathlon Livingston Zanichelli
Dell Logitech Zurich

Inverno addio, anticiclone estivo. Ma è allarme per la nebbia killer

Che il clima stia cambiando non è una novità. E forse, come dice qualche esperto, è anche impazzito. Sta di fatto che, dopo aver visto la neve in pianura e perfino sulle coste a fine novembre, ora ci attende un lunghissimo periodo di alta pressione. Ovvero niente precipitazioni, temperature gradevoli specie in montagna e primaverili al CentroSud, con l'unica nota negativa delle nebbie in Valpadana. Condizioni favorevoli all'accumulo degli inquinanti. Una situazione anomala, soprattutto perché si tratta di un anticiclone simile a quelli che vediamo in estate. Ma siamo a dicembre...
Previsioni per i prissimi giorni, dal sito http://www.meteogiuliacci.it/
Lunedì 9 tempo stabile e soleggiato sulle regioni settentrionali, da poco a parzialmente nuvoloso al Centro-Sud e sulle due isole Maggiori ma con nuvolosità più accentuata sul versante tirrenico di Calabria e Sicilia dove, tra il pomeriggio e la serata, non si esclude la possibilità di qualche isolata pioggia sulle coste. Banchi di nebbia al mattino sulla Pianura Padana e nelle valli interne del Centro, in dissolvimento nelle ore centrali del giorno ed in nuova formazione dopo il tramonto. Deboli gelate mattutine nelle zone interne. Temperature stazionarie.

Martedì 10 sarà un’altra giornata all’insegna della stabilità atmosferica con prevalenza di tempo soleggiato su quasi tutta l’Italia, ad eccezione del settore centrale della Val Padana, delle regioni adriatiche e della Sicilia dove potrebbe esserci una nuvolosità irregolare, ma senza fenomeni. Ancora nebbia in banchi in Pianura Padana e nelle valli interne del Centro durante le ore più fredde della giornata. Temperature stazionarie.

Giorni successivi – Da mercoledì 11 a venerdì 13 il rinforzo del campo anticiclonico porterà un ulteriore consolidamento delle condizioni di stabilità, con nuvolosità scarsa o del tutto assente su tutte le regioni e semmai limitata, localmente, a tratti di costa. Si intensificheranno però le nebbie sulle pianure e nelle valli.
Nebbia assassina sulle metropoli - a cura di http://www.meteogiuliacci.it/
La nebbia, se mischiata ad altre sostanze, può anche diventare avvelenata. Nelle aree urbane e industriali le sue goccioline sono dovute alla cattura del vapore acqueo ambientale da parte degli ossidi di zolfo e di azoto, molecole molto igroscopiche, e che poi, per contatto con l'acqua  su di sé coagulata, si trasformano in acido solforico e acido nitrico, rendendo ancora più nociva l’aria inquinata.

Al riguardo  è tristemente celebre la “Grande Nebbia” che dal 5 al 9 dicembre del 1952, in un periodo caratterizzato dall’intenso consumo di carbone, avvolse la città di Londra ("il fumo di Londra"): densa e giallastra, a causa delle particelle di fumo che erano rimaste inglobate nelle goccioline di nebbia, invase la capitale inglese, provocando un aumento della mortalità che costò la vita a circa 12 mila persone, in gran parte individui afflitti da patologie alle vie respiratorie. Per 114 ore consecutive la visibilità nel centro di Londra rimase inferiore a 500 metri, e in alcune zone della città la nebbia si presentò così fitta che addirittura i pedoni, nel loro stesso quartiere, ebbero serie difficoltà a ritrovare la strada di casa. Proprio in tale occasione, per la prima volta, venne usato il termine smog, nato dall’unione dei vocaboli inglesi smoke e fog, ovvero fumo e nebbia.

Anche nelle nostre metropoli del Nord Italia in inverno in presenza di favorevoli condizioni alla formazione delle nebbie (alta pressione, serenità del cielo, scarsa ventilazione), la maggior parte delle goccioline inglobano acido nitrico, a seguito della elevata concentrazione di ossidi di azoto sulle aree urbane (l'ossidazione dell'azoto atmosferico avviene a seguito delle elevate temperature dei gas di scarico delle auto).  Le situazioni più critiche per la nostra salute sono ovviamente quelle in cui la nebbia si forma anche dentro la cerchia cittadina.

Le "velenose" goccioline provocano soprattutto irritazioni alle vie respiratorie, specie negli anziani nonché un aggravamento nei sofferenti di enfisema polmonare.

 Per fortuna si sono drasticamente ridotti gli ossidi di zolfo a seguito dell'impiego di benzine per auto e di gasolio per il ricaldamento denominati "BTZ" , ovvero a Basso Tenore di Zolfo con conseguente diminuzione anche degli eventi di nebbia entro l'area urbana.

Le banche continuano a non prestare. Sofferenze sempre a livello record

Saranno pure solide, come ha certificato la scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale e in grado di superare gli stress test grazie ai cuscinetti di capitale aggiuntivi messi in cascina negli anni scorsi. Ma a un prezzo alto per l'economia reale e cioè famiglie ed imprese. Il credit crunch.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca d'Italia, ad ottobre infatti continuano a crollare i prestiti a imprese e famiglie: i primi  sono diminuiti, su base annua, del 4,9% (-4,2% a settembre), i secondi dell'1,3% sui dodici mesi (-1,1% rispetto al mese precedente). In generale, i prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 3,7% (-3,5% a settembre).
Guardando, nel dettaglio, i tassi d'interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti erogati, sempre ad ottobre, alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,90% (3,97% a settembre); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 9,28% (9,61% a settembre). In aumento, invece, i tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro che sono saliti 4,49% (4,33 nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia sono scesi al 2,86% (2,98% a settembre).
Sembra, invece, aver trovato una stabilizzazione il tasso di crescita delle sofferenze a ottobre. L'asticella si è infatti fermata a +22,9%, confermando comunque il tasso di settembre che già rappresentava il massimo dal 1998. Inoltre è cresciuta la raccolta. A ottobre il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è aumentato al 5,4% dal 3,6% di settembre, viceversa la raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 7% (-7,2% a settembre).
Infine, è a un passo dai 400 miliardi l'ammontare dei titoli di Stato nei portafogli delle banche italiane a ottobre, in crescita dal mese precedente. Nel mese gli istituti di credito con base in Italia avevano in portafoglio 399,545 miliardi di titoli di Stato nazionali dai 394,128 miliardi di settembre. Lo scorso giugno il dato aveva segnato un record a 401,723 miliardi. Nel dettaglio, sono scesi gli acquisti di Bot a 39,205 miliardi da 42,389 miliardi, mentre sono salite le cifre di tutte le altre categorie: Cct a 62,657 miliardi (da 61,702 miliardi), Btp a 243,545 miliardi (da 236,446 miliardi) e Ctz a 43,857 miliardi (da 43,361 miliardi).

lunedì 9 dicembre 2013

Edward Snowden uomo dell'anno

Edward Snowden è stato scelto dal Guardian come personaggio dell’anno: l’ex informatico della National Security Agency americana divenuto, proprio grazie al giornale britannico, la «talpa» del programma segreto di sorveglianza ha ottenuto 1.445 voti.
Al secondo posto, fra i 10 candidati scelti da scrittori, editori e lettori, si sono piazzati Marco Weber e Sini Saarela, gli attivisti di Greenpeace membri dell’Arctic 30 che hanno guidato la protesta contro la piattaforma Gazprom nell’Artico, con 314 voti.
Al terzo posto Papa Francesco con 153 voti, poco di più in confronto al blogger «anti-povertà» Jack Monroe che ne ha ricevuti 144. In classifica anche l’eroe di Wimbledon, Andy Murray, capace di riportare il titolo nel Regno Unito dopo 77 anni (ottavo con 22 voti) e il visionario imprenditore americano Elon Musk (nono, 11).
Lo scorso anno il Guardian aveva incoronato un altra talpa Usa, il soldato Bradley Manning, il militare americano condannato a 35 anni, e al congedo con disonore, per aver scaricato migliaia di documenti durante il suo incarico in Iraq consegnandoli poi a WikiLeaks.

POLIZIOTTI SCIOPERANO CON I FORCONI

L'onda lunga della protesta dei "Forconi", contro le tasse e contro il governo si abbatte su tutta l'Italia. Guerriglia urbana a Torino, mentre in altre città i presidi e le manifestazioni si sono svolte in modo più pacifico. Nel capoluogo piemontese la protesta è degenerata in violenza: scontri davanti alla sede della Regione e del Comune. Contro i palazzi della politica sono volati non solo gli slogan "ladri, ladri", ma anche bombe-carta, sassi e bottiglie. Dopo la tensione però sono scattati gli applausi da parte dei manifestanti quando i poliziotti si sono tolti i caschi, non solo per far calare la tensione, ma in segno di vicinanza con i manifestanti: anche noi siamo oppressi dalla tasse. Molti gli agenti che hanno dichiarato vicinanza alle motivazioni dei manifestanti.

De Falco: 'Vada a bordo c...' Schettino abbassa lo sguardo

GROSSETO- Dalla Costa Concordia ammisero la falla solo venendo contattati più volte da terra, in particolare dalla capitaneria di Livorno. Lo dice Gregorio De Falco teste al processo di Grosseto ricordando che ''alle 22.38 (l'urto è delle 21.45, ndr) la nave dà il segnale di distress. Chiamo io la nave perchè non convince la situazione di apparente tranquillità che loro dichiaravano. A seguito di questo ammettono che c'è una falla e non un semplice black out, così possiamo inviare motovedette ed elicotteri'' di soccorso.
De Falco, così capimmo che era un naufragio - ''Mentre dalla nave ci davano rassicurazioni sulla situazione a bordo, i carabinieri di Prato ci avevano avvisato della telefonata di una parente di una passeggera secondo cui la nave era al buio, erano stati fatti indossare i giubbotti di salvataggio, erano caduti oggetti e suppellettili: circostanze non coerenti con quanto dichiarato dalla nave''. Lo racconta Gregorio De Falco al processo di Grosseto, ricordando la sera del 13 gennaio 2012 alla sala operativa della capitaneria di Livorno. ''Questo ci fece pensare che la situazione era più grave'' e ''nessuno dalla Concordia aveva ancora chiamato per chiedere soccorso''. Nei primi contatti via radio, poco dopo le 22, la Costa Concordia aveva detto alla capitaneria di avere un black out e che sarebbe rimasta al Giglio per verificare l'avaria. Ma nessuno allora parlò di falla
Schettino a capitaneria, ci resto io a bordo ''Comandante, chi rimane a coordinare i soccorsi da bordo, chi ci rimarrà, lei?''. E Schettino alla domanda di un sottocapo della capitaneria di porto di Livorno: ''Ci rimango io''. ''Grazie, comandante''. La conversazione viene fatta ascoltare al processo di Grosseto. In realtà non sarà così: Schettino lascerà la nave quando ci sono ancora molti passeggeri a bordo. Questa conversazione è delle 23.37 del 13 gennaio 2012.
'Vada a bordo c...',e Schettino abbassa lo sguardo I- 'Vada a bordo, c....!' E Francesco Schettino abbassa lo sguardo agitando un foglio scritto che tiene in mano, mentre parla con uno dei suoi avvocati. Così l'imputato del processo sul naufragio della Costa Concordia reagisce mentre scorre l'audio della telefonata con cui Gregorio De Falco tentò di convincerlo a risalire sulla nave per coordinare i soccorsi ai passeggeri. Durante la testimonianza di De Falco Schettino ha interloquito spesso con la sua difesa, anche scuotendo la testa e sorridendo in modo nervoso durante le telefonate più concitate e drammatiche con De Falco.
De Falco,ancora mi chiedo perchè Schettino scese  - ''Esortai il comandante Schettino a risalire sulla nave ma non ci sono riuscito''. Anche così Gregorio De Falco ricorda le telefonate con il comandante Francesco Schettino, fino a quella più celebre chiosata dalla frase 'Vada a bordo c....!' mentre Schettino tergiversava all'ordine di risalire da una biscaggina. La telefonata è stata fatta sentire integralmente in aula. De Falco dice anche: ''Ancora oggi mi chiedo perché era sceso'' dalla nave.
De Falco-Schettino,'Quanti a bordo?' 'Una diecina'  - ''Quanti passeggeri ci sono ancora a bordo, comandante?''. E Schettino: ''Non lo so, mi trovo sulla lancia, credo massimo una diecina di persone sull'altro lato'': è una delle prime conversazioni tra Gregorio De Falco, che chiede informazioni dalla sala operativa di Livorno e Francesco Schettino. Ma alla capitaneria risultavano almeno in in quella fase almeno 2-300 persone ancora a bordo. Sono mezzanotte e 28. Ancora De Falco: ''Quanti coordinano lo sbarco? Lei dove si trova?''. E Schettino: ''La nave è giù a 90 gradi, sono su una scialuppa tra la nave e terra''. ''Comandante: quante persone vede in acqua? Ci sono donne, bambini? Quanti sono? Si stanno buttando in acqua?''. ''A bordo c'è una decina...''. ''Può verificare questo dato? Voglio i dati''. ''Io chiesi quante persone andare a cercare a bordo - ha detto oggi De Falco -, insistevo ma il comandante non mi sapeva dare le risposte''.

La testimonianza, al processo sul naufragio della Costa Concordia, del capitano di fregata Gregorio De Falco della capitaneria di porto di Livorno, che la notte del 13 gennaio 2012 esortò con energia il comandante Francesco Schettino a risalire sulla nave con una serie di telefonate, fra cui quella resa celebre dalla frase ''Torni a bordo, c...!''. De Falco ha raggiunto l'aula di tribunale ricavata nel Teatro Moderno di Grosseto, è stato fatto accomodare nella saletta per i testimoni e dovrebbe testimoniare già stamani. Il processo è ripreso con la testimonianza dell'ammiraglio Ilarione Dell'Anna, che all'epoca era a capo della Direzione marittima di Livorno. In aula assiste al processo l'imputato Francesco Schettino.
avvocati parti civili convocano sit in in aula - Un appello a tutti i passeggeri superstiti della nave Costa Concordia affinchè siano presenti all'udienza del 13 gennaio 2014, secondo anniversario del disastro, per mettere in atto un 'sit in' dentro l'aula del Teatro Moderno di Grosseto: questa l'iniziativa di protesta che il pool di avvocati di Giustizia per la Concordia ha annunciato stamani prima dell'udienza del processo. Sempre per il 13 gennaio 2014 sono stati previsti, secondo le intenzioni dei promotori, anche cinque minuti di silenzio in aula ''per chiedere rispetto e giustizia''. I passeggeri superstiti sono stati invitati dagli avvocati di parte civile ''ad una vera e propria mobilitazione generale per quei passeggeri della Concordia ancora indignati e decisi a non far passare sotto indifferenza tutte le vere responsabilità legate al naufragio''. Sempre annunciando l'iniziativa del prossimo 13 gennaio, il pool Giustizia per la Concordia ha rinnovato le sue critiche alla compagnia Costa Crociere spa i cui ''vertici dovrebbero tenere conto delle loro responsabilità'' e ha chiesto che i loro assistiti siano ''risarciti decorosamente''. ''Se dovessimo limitare il processo alla ricerca della responsabilità di Francesco Schettino - scrivono gli avvocati di parte civile in un volantino distribuito prima dell'udienza -, avremmo già potuto chiudere il processo qui. Se invece vogliamo ricercare la verità allora si deve permettere alle parti civili di andare oltre la cronologica rappresentazione dei tragici eventi'' del 13 gennaio 2012.
fonte ansa

Berlusconi condannato a due anni di interdizione


La Corte d’Appello di Milano ha condannato Silvio Berlusconi a due anni di interdizione dai pubblici uffici. La condanna è arrivata in seguito alla richiesta della Corte di Cassazione di ricalcolare le pene accessorie del processo Mediaset, nel quale Berlusconi era stato condannato per evasione fiscale.
La Cassazione aveva confermato la condanna per evasione fiscale a quattro anni di prigione (tre dei quali sono stati “scontati” grazie all’indulto del 2006). Nel processo d’appello Berlusconi era stato anche condannato a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, una sanzione che la Corte di Cassazione aveva chiesto di ricalcolare con un processo definito “di appello bis”, quello che si è concluso oggi.
Che cos’è l’interdizione
L’interdizione dai pubblici uffici è una sanzione “interdittiva” di cui si parla all’articolo 28 del codice penale. Chi viene interdetto non può più votare o essere eletto in qualsiasi elezione, viene privato di ogni incarico pubblico che si trovi a ricoprire e non può ricoprirne altri fino alla fine della pena (quindi non può continuare a sedere in parlamento) e infine perde titoli, decorazioni e tutte le altre «pubbliche insegne onorifiche» che ha ricevuto (e non ne può ricevere di nuove fino a che dura l’interdizione).
Che cosa succede ora a Berlusconi?
La questione ora passa nelle mani della Corte di Cassazione, a cui gli avvocati di Berlusconi hanno annunciato che faranno ricorso. I giornali prevedono che la sentenza arriverà entro dicembre. Quasi sicuramente la Corte di Cassazione confermerà la condanna. In precedenza, era stato richiesto un “appello bis” perché la Corte di Appello aveva condannato Berlusconi a 5 anni di interdizione, mentre secondo i giudici della Corte di Cassazione per il reato di evasione fiscale non era possibile richiederne più di tre.
L’interdizione dai pubblici uffici è una causa di decadenza per i parlamentari, ma difficilmente Berlusconi decadrà dal seggio al Senato a causa di questa condanna. Al momento sta per concludersi il percorso di un’altra decadenza, quella causata dalla condanna definitiva a quattro anni, come stabilito dalla legge Severino.
Attualmente il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi deve affrontare l’ultimo passaggio: il voto dell’aula – che però non è stato ancora calendarizzato. Se l’aula dovesse respingere la decadenza, anche se per il momento sembra improbabile, e se la Cassazione dovesse confermare la condanna all’interdizione, la giunta per le elezioni dovrebbe riunirsi nuovamente per discutere dell’altra decadenza e, se dovesse votare a favore, il Senato si troverebbe a votare una seconda volta sulla decadenza di Berlusconi.
Tra le altre conseguenze che potrebbe subire a causa di questa condanna, Berlusconi potrebbe perdere il titolo di Cavaliere del lavoro, come previsto dal quarto comma dell’articolo 28, in cui si specifica che gli interdetti perdono tutte le onoreficenze pubbliche che hanno ricevuto. Berlusconi non potrebbe salvarsi dall’interdizione nemmeno se il parlamento votasse un indulto, uno sconto di pena che però non si applica alle pene accessorie – come appunto l’interdizione.
fonte il post

Caso Ruby, depositate motivazioni sulla condanna di Berlusconi

Nei giorni scorsi alcuni cronisti, "in qualità di rappresentanti dei giornalisti giudiziari del palazzo di giustizia di Milano", avevano chiesto di poterne avere copia "trattandosi di un caso di interesse pubblico e di stringente attualità". Ma il giudice Giulia Turri, che ha depositato le motivazioni, ha respinto la richiesta spiegando che ai sensi dell’articolo 116 del codice di procedura penale non sono "soggetti legittimati" a prenderne visione. Dopo qualche minuto trapelano i primi stralci su ciò che i giudici hanno scritto nelle motivazioni: "Risulta innanzitutto provato che l’imputato abbia compiuto atti sessuali con El Mahroug Karima in cambio di ingenti somme di denaro e di altre utilità quali gioielli".  "Ritiene il Tribunale che la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento della ragazza nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore ove giovani donne, alcune delle quali prostitute professioniste, compivano atti sessuali in plurimi contesti".
"Risulta provato - si legge ancora - che il regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne fosse proprio Berlusconi, il quale dava il via al cosiddetto bunga bunga in cui le ospiti di sesso femminile si attivavano per soddisfare i desideri dell’imputato, ossia per fargli provare piaceri corporei, come chiarito dalla stessa El Mahroug, inscenando balli con il palo da lap dance, spogliarelli, travestimenti e toccamenti reciproci".  I giudidi proseguono scrivendo che "a tale preludio faceva poi seguito la notte ad Arcore con il presidente del Consiglio, in promiscuità sessuale, ma soltanto per alcune giovani scelte personalmente dal padrone di casa tra le sue ospiti femminili. Certo è che, tra queste, egli scelse El Mahroug Karima in almeno due occasioni".
In un altro passaggio si legge che c’è "la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della consapevolezza dell’imputato della minore età di El Mahroug Karima nella forma del dolo diretto".
"Il presidente del Consiglio dei ministri ha chiamato nel cuore della notte il capo di gabinetto per chiedere la liberazione" di Ruby "al fine di ottenere per sé un duplice vantaggio": da un lato, la ragazza veniva in tal modo rilasciata per cui la stessa avrebbe
potuto continuare indisturbata a frequentare Arcore e, dall’altro, evitava che la stessa potesse riferire alle forze dell’ordine o alle assistenti sociali di avere compiuto atti sessuali a pagamento con lo stesso imputato, garantendosi così l’impunità". La prova che Berlusconi sapeva della minore età di Ruby? Per i giudici è nella telefonata che l’ex premier fece in Questura la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010: "La prova della consapevolezza in capo all’imputato - scrivono - si trae logicamente dal comportamento tenuto da Berlusconi a seguito del controllo di Karima effettuato dal Commissariato Monforte-Vittoria in corso Buenos Aires".
Berlusconi, si legge ancora nelle motivazioni della sentenza, avrebbe inquinato le prove del processo: "Ritiene il Tribunale di dovere tenere conto anche della capacità a delinquere dell’imputato, desunta dalla condotta susseguente ai reati, consistita nell’attività sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010, attuata anche corrispondendo a El Marough Karima e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro".
Il Cavaliere "non cessò affatto di avere rapporti con la minorenne" dopo la notte del controllo in questura il 27 maggio 2010, "tanto che ne pretese l’affidamento a Minetti Nicole, una delle fedeli frequentatrici della residenza di Arcore, bene inserita nel sistema prostitutivo, la quale coadiuvava addirittura l’imputato nella gestione degli appartamenti di via Olgettina, provvedendo a mantenere i contatti con il gestore dell’immobiliare e con il ragioniere Spinelli per i pagamenti delle spese e dei canoni di affitto delle ragazze".
Secondo i giudici il capo di gabinetto della questura di Milano, Pietro Ostuni, obbedì alla richiesta dell’allora premier Berlusconi di rilasciare Ruby perché preoccupato da eventuali rischi sulla sua carriera. Se i giudici definiscono una "frottola" la parentela tra Ruby e il presidente Mubarak la condotta di Ostuni "rivela un palese timore del soggetto passivo, derivante dall’indebita richiesta avanzata da Berlusconi, tanto da non potere sottrarvisi, anche solo al fine di evitare eventuali ripercussioni negative sul suo futuro professionale, in virtù dei rapporti gerarchici intercorrenti tra i protagonisti e dei ruoli dagli stessi rivestiti".
Molto duro il commento dei legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo: "Certo che la condanna a un cittadino a sette anni di reclusione in un processo dove tutte le asserite persone offese ne attestano l’innocenza, compresi i funzionari di polizia, è davvero un fatto che poteva accadere soltanto al presidente Berlusconi. Una concussione per costrizione con l’asserito concusso che nega di esserlo e che viene ritenuto tale perchè avrebbe potuto, ipoteticamente, temere effetti negativi per la sua carriera. Mai il dottor Ostuni ha prospettato di aver lontanamente pensato a tale evenienza. Nel contempo la dottoressa Iafrate ha costantemente dichiarato di aver deciso in piena e totale autonomia e libertà l’affido di Ruby" sottolineano Longo e Ghedini. "Parimenti è del tutto assurda la ricostruzione delle serate ad Arcore e dei rapporti con Ruby. Tutte le testimonianze, oltre trenta, che non collimavano con le poche dell’accusa, sono state non solo neglette ma addirittura ritenute false. Le nette e reiterate negazioni di Ruby, verbalizzate ben prima della serata del 6/10/2010, che segnerebbe a parere del Tribunale la consapevolezza del presidente Berlusconi in ordine alle dichiarazioni rese in Procura, non vengono neppure considerate", rimarcano.
"Ruby ha sempre negato fin dal primo momento qualsiasi atto sessuale con il Presidente Berlusconi e qualsiasi dazione di denaro a ciò rivolta. Ugualmente la teste ha sempre ribadito che il presidente Berlusconi era inconsapevole, comunque, della sua minore età. Certo che la condanna ad un cittadino a sette anni di reclusione in un processo dove tutte le asserite persone offese ne attestano l’innocenza, compresi i funzionari di polizia, è davvero un fatto che poteva accadere soltanto al presidente Berlusconi". 
fonte il giornale