Edward era un giovane inglese con un sogno nel cuore: diventare un grande navigatore e condurre una propria nave in furiose battaglie. E' per questo che, proprio mentre su moglie Carol aspettava un figlio, decise di partire per il Mar delle Indie Occidentali (gli attuali Caraibi) arruolandosi su una nave corsara, per combattere la guerra al soldo della regina d'Inghilterra. La guerra durò però poco, lasciando molti corsari sensa impiego: pur di inseguire il proprio sogno di dominare i mari Edward iniziò quindi la carriera piratesca, associandosi tra gli altri anche con il temibile Barbanera.
La storia di Edward in Assassin's Creed IV: Black Flag inizia con il suo naufragio dopo un fallito abbordaggio ad una nave nemica: si ritrova alla deriva su una spiaggia insieme al capitano della nave avversaria, e dopo un breve inseguimento lo atterra scoprendo che questo doveva consegnare una importante mappa al governatore dell'Havana, in cambio di una grande ricompensa. Da buon pirata pensa quindi di impersonare il capitano per consegnare la mappa e ottenere così la ricompensa, e vestendone i panni si avvia verso la dimora del governatore. Edward non sa però che l'effige presente sull'abito che ruba al capitano è quella degli Assassini, e che verrà presto coinvolto suo malgrado nell'eterna lotta tra questi e i Templari.
E questo è praticamente il leitmotiv di Assassin's Creed IV: Black Flag: due eroi, Edward e il ricercatore senza nome della Abstergo, che finiscono per giocare passivamente un ruolo - seppur non importante come accaduto in passato - nella lotta tra le due organizzazioni. Da una parte troviamo un pirata che non vuole altro che arricchirsi e si immischia in una lotta millenaria per raggiungere un enorme tesoro che potrebbe cambiargli la vita, mentre dall'altra un innocuo impiegato si fa coinvolgere nell'hacking dei PC della Abstergo fino a scoprire un segreto celato a tutti. Tutto questo ci porterà a conoscere un po' di più della storia di Templari, Assassini e Precursori, che rimarrà comunque in secondo piano rispetto alle vicende personali del pirata alle prese con suoi sogni e le sue ambizioni.
Proprio per via di questo motivo portante nel gioco vi troverete molto spesso per mare, alle prese con combattimenti navali o altre attività. Dopo le prime ore di acclimatamento, svolte tutte a terra e con le meccaniche classiche dei titoli della serie, Edward entra in possesso di una nave tutta sua, la Jackdaw, con la quale potrà affrontare numerose avventure nel Mar dei Caraibi. a differenza degli altri titoli qui la mappa del gioco è infatti occupata per la maggior parte dal mare, nel quale sono disseminate isole più o meno grandi: c'è ovviamente Cuba ma anche la Jamaica, Haiti e perfino una parte della costa del Messico e della Florida, oltre alle tante isolette che costellano l'arcipelago tra le quali una delle più care agli amanti di storie piratesche: Tortuga. Tutte queste terre sono disseminate di porti, spiagge e città di varie dimensioni nelle quali ci imbatteremo sia seguendo la storia principale che esplorando il territorio per conto nostro, magari alla ricerca di tesori e oggetti collezionabili; ma non è solo la terra emersa che presenta possibilità di gioco, tutt'altro. Il mare di Assassin's Creed IV: Black Flag è infatti costellato di opportunità, dai vascelli che potremo attaccare per depredarli dei materiali che trasportano ai relitti affondati sempre ricchi di tesori, fino a squali e balene da arpionare per ricavare pelle e grasso da vendere, insieme a quanto avremo ottenuto cacciando anche gli animali terrestri come già accadeva in AC III. Inoltre la mappa è divisa in aree, ognuna delle quali dominata da una roccaforte sul mare: attaccandole con la nostra nave - impresa talvolta tutt'altro che facile a causa degli armamenti dei forti e dei rinforzi navali che possono richiamare - potremo far fuori le loro difese per poi raggiungerle a piedi, sconfiggere le ultime resistenze e conquistarle: questo ci permetterà di dominare la parte di mare loro relativa, con la possibilità di vedere sulla mappa tutte le icone relative alle attività prima nascoste.
Tutto questo ci fa capire come la Jackdaw assuma un ruolo centrale all'interno del gioco: dopotutto è la casa di Edward, che possiamo potenziare e abbellire proprio come accadeva con le dimore dei precedenti giochi. Mentre in quei titoli questa era un'attività secondaria e tutto sommato evitabile, qui se deciderete di non dedicarvi al potenziamento del vascello andrete presto incontro a grossi problemi. Eh si, perchè durante la storia principale ci saranno un paio di casi nei quali vi troverete a battervi con enormi galeoni, capaci di affondare una nave con poche bordate: se non avrete adeguatamente attrezzato la Jackdaw con cannoni più potenti, mortai in grado di colpire da grosse distanze ed uno scafo più resistente, non durerete a lungo. E per potervi permettere questi potenziamenti avrete bisogno di denaro e materie prime come legno e ferro: il primo potrete ottenerlo portando a termine missioni d'assassinio sparse in giro per il mondo, mentre l'unico modo per ottenere le seconde sarà individuare le navi che trasportano ciò che vi serve (inquadrandole col cannocchiale potrete sapere sia cosa trasportano, sia il loro livello di difficoltà) ed attaccarle per poterle poi depredare.
Se avete già giocato al precedente titolo della serie, sapete già come funzionano le battaglie navali: il sistema di combattimento è più o meno lo stesso, con la differenza che essendo ora centrale nel gioco disponiamo di maggiori opzioni come il già citato mortaio oppure i barili esplosivi che possiamo seminare sulla nostra scia per colpire chi ci sta inseguendo. Ritornano anche le condizioni climatiche avverse, stavolta ancor più terrificanti con onde anomale frequenti, trombe d'acqua e potenti venti trasversali capaci di sbatterci contro la terraferma se vi navighiamo troppo vicino. E quando non ci sono nemici da combattere o tempeste da attraversare, a tenerci impegnati ci pensano le navi da caccia che pattugliano i mari alla ricerca di pirati. Altra novità del gioco è la presenza in mare di "zone vietate": queste sono pattugliate da navi guardiane, delle quali possiamo vedere sulla minimappa il cono visivo - più o meno ampio a seconda di quante vedette hanno - come in un classico stealth game. Attraversando queste zone sta a noi decidere se manovrare in modo da evitare lo sguardo delle navi oppure affrontarle e affondarle, qualora ovviamente la missione ce lo consenta.
Il gameplay a terra non è invece diverso da quanto visto nei giochi precedenti, in particolare AC III dal quale eredita la buona gestione delle missioni stealth, l'utilizzo anche degli alberi per le meccaniche di arrampicata e corsa acrobatica, i combattimenti e altri elementi come i punti d'osservazione e i collezionabili sparsi per le città (come gli spartiti di canzoni che, una volta raccolti, sentiremo cantare dai nostri marinai durante le traversate in mare). Risulta invece praticamente assente la componente gestionale, che in AC III era rappresentata dall'espansione della tenuta di Connor e nei giochi precedenti dall'acquisto dei negozi. Troviamo però anche qui alcune interessanti variazioni sul tema, come determinati luoghi (la cui natura non vi anticipo per non rivelarvi una svolta importante della trama) nei quali dobbiamo risolvere dei semplici enigmi per ottenere alcuni oggetti speciali, oppure i cadaveri dai quali possiamo recuperare mappe del tesoro, contenenti disegni schematici che ci porteranno poi a recuperare dei bauli interrati. Non manca ovviamente il viaggio rapido, grazie al quale potremo spostarci velocemente tra tutti i porti visitati e anche i punti d'osservazione già sincronizzati, ed è interessante anche la possibilità di dare una votazione da una a cinque stelline alla fine di ogni missione, cosa che dovrebbe permettere ad Ubisoft di capire qual è il gradimento del pubblico per i vari tipi di missioni.
Il gioco vi impegnerà oltre le 20 ore se vi dedicherete unicamente alla storia principale, ma se vorrete scoprire tutti i segreti, cercare i collezionabili, esplorare tutti i relitti sommersi, potenziare la Jackdaw, svolgere le missioni assassinio e così via potrete tranquillamente aggiungere molte ore di gioco al tutto. Oltre a questo ritroviamo il multiplayer, composto essenzialmente dalle stesse modalità viste nel titolo precedente, compresa la cooperativa Wolfpack che ora è stata ulteriormente migliorata, ed il nuovo Game Lab che ci permette di creare modalità personalizzate con tantissimi parametri sui quali agire. Purtroppo non mi è stato possibile provare queste modalità, ma chi ha già giocato online con i precedenti AC dovrebbe trovarsi a suo agio. Ubisoft ha inoltre introdotto una ulteriore funzione: le battaglie navali tramite applicazione mobile. Ogni volta che arrembiamo una nave nemica, possiamo decidere se utilizzarne i pezzi per riparare la Jackdaw o inviarla all flotta di Edward: nel secondo caso andrà a rimpolpare una flotta gestibile da un'apposita app per smartphone e tablet dalla quale potremo inviare le navi a combattere nei mari. Tutti i guadagni ottenuti nei combattimenti verranno riversati nelle nostre casse nel gioco principale, così da utilizzarli per potenziare ulteriormente la Jackdaw.
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