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giovedì 27 settembre 2012

Edilizia scolastica in Italia: il Miur fa il punto

In occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) ha reso noti i dati sull’anagrafe dell’edilizia scolastica, dai quali emerge una situazione fatta di luci e ombre, con eccellenze e situazioni più difficili sulle quali è necessario intervenire.
La situazione delle scuole è dunque piuttosto variegata. Per quanto riguarda il periodo di costruzione degli edifici, secondo cui il 4% di essi è stato costruito prima del 1900. E la maggior parte, il 44% delle scuole, in un periodo che va dal 1961 al 1980.
Per quanto riguarda la normativa antincendio, solo il 17,7% degli edifici è in possesso del relativo certificato di prevenzione incendi (cpi) che viene rilasciato se la struttura rispetta tutti i requisiti previsti dalla normativa. Il Miur precisa dunque che - tra i requisiti previsti - il 66,5% delle scuole possiede un impianto idrico antincendio; il 49,3% dispone di una scala interna di sicurezza; il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico; il 63% è munito di un sistema di allarme; il 98,3% è in possesso di estintori portatili; il 95,1% possiede un sistema di segnaletica di sicurezza.
In ogni caso, sono le regioni del Sud che presentano, da questo punto di vista, le maggiori criticità.  Per rispondere a queste criticità, il Miur prevede un investimento di 680 milioni di euro (risorse europee) per interventi di riqualificazione e messa in sicurezza degli immobili scolastici delle Regioni appartenenti all’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia).
In particolare, saranno realizzati interventi in 1.565 scuole così articolati: in Calabria 111,6 milioni di euro per interventi in 257 scuole, in Campania 273,5 milioni per 625 scuole, in Puglia 51,6 milioni di euro per 121 scuole, in Sicilia 244,3 milioni di euro per 562 scuole.
Il tema del rischio sismico è invece strettamente collegato a due elementi più generali: la caratteristiche geologiche del territorio italiano costituito, come noto, da numerose aree sismiche e i periodi di costruzione del patrimonio immobiliare scolastico. Come già detto, la maggior parte degli edifici scolastici è stata costruita tra gli anni ’60 e gli ’80, un periodo nel quale i criteri di costruzione degli edifici erano scarsamente influenzati da una “cultura antisismica” che solo di recente è andata consolidandosi in Italia.
Ma intervenire su tali edifici, costruiti secondo standard ormai superati, al fine di adeguarli alla attuale normativa risulta, stando a quanto dichiarato da esperti e tecnici, del tutto inefficace. Unico rimedio, sostiene il Miur, è quello di costruire nuovi edifici secondo gli attuali requisiti normativi e coerenti con le necessità legate all’evoluzione tecnologica che caratterizzerà i nuovi modelli scolastici.
Il progetto di riqualificazione vede coinvolto il Ministero su più fronti: da una parte, sono in via di predisposizione, da parte di una commissione, le linee guida in materia di edilizia scolastica; dall’altra parte, dal punto di vista operativo, il Miur - in collaborazione con Regioni ed enti locali - intende promuovere la costituzione, a livello territoriale, di fondi immobiliari.
Questi strumenti possono consentire di raggiungere l’obiettivo di costruire nuove strutture superando, ad esempio, i limiti di spesa imposti dal Patto di stabilità interno. Con l’utilizzo dei fondi immobiliari, la realizzazione delle opere, l’investimento necessario e l’eventuale indebitamento sono, infatti, completamente a carico del fondo stesso, cui parteciperanno Comuni, Province, altri enti istituzionali presenti sul territorio e il Ministero.

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