È stato scelto tra 49 proposte provenienti da tutto il mondo, aggiudicandosi il concorso di architettura bandito da Ltf (Lyon Turin Ferroviaire). Kengo Kuma ha presentato il suo progetto per la nuova stazione internazionale di Susa lo scorso 18 settembre, nell’ambito della seduta dell’Osservatorio sulla Torino-Lione.
Una stazione avveniristica, quella disegnata dall’architetto giapponese, ma che mostra una grande attenzione per il territorio e per la comunità locale, cercando un inserimento ‘delicato’ nel contesto ambientale.
L’edificio a spirale, che coprirà una superficie di 10 ettari, offrirà una vista a 360 gradi sulla Valle grazie alla balconata panoramica esterna e si svilupperà su tre livelli, ospitando anche un polo di servizi per i cittadini.
Privo di una facciata principale, l’edificio richiamerà le tradizionali lose dei tetti in pietra della Valle di Susa, reinterpretandole in chiave contemporanea attraverso una copertura tecnologica in metallo che servirà anche da captatore solare.
L’attenzione all’eco-sostenibilità si manifesta anche nell’installazione di impianti solari fotovoltaici e di un sistema di ventilazione naturale. Inoltre la struttura è studiata per garantire l’illuminazione naturale durante tutta la giornata.
La stazione, che avrà funzione di interscambio tra la Nuova Linea Torino-Lione, la linea storica e il relativo polo intermodale, costerà 48,5 milioni di euro e, a regime, garantirà tra i 150 e i 200 posti di lavoro permanenti.
"Un progetto che scaturisce da una grande attenzione per un territorio e per una comunità locale che intende valorizzare nelle loro peculiarità tradizionali e nelle loro potenzialità future; un’infrastruttura che non consumerà suoli agricoli, ma che, anzi, riqualificherà una posizione di territorio fortemente compromessa”. È questo il giudizio del presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, dopo la presentazione del progetto.
“L’opera è perfettamente coerente con l’obiettivo della riduzione del consumo di suolo che la Provincia si è data recentemente – ha continuato Saitta -. La nuova infrastruttura sanerà alcune profonde ferite urbanistiche e ambientali e metterà a disposizione dei cittadini uno spazio pubblico le cui funzioni andranno ben al di là di quelle di un semplice punto di interscambio tra modalità di trasporto: sarà un luogo di incontro, di aggregazione e di utilizzo intelligente del tempo libero in attività culturali, ricreative e sportive, Sarà in qualche modo il simbolo di una Torino-Lione che, nel lungo termine, darà al territorio più di quanto gli sottrarrà per pochi anni”.
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