Nel corso dell'audizione sul Disegno di legge fiscale in commissione Finanze della Camera, Confedilizia ha avanzato alcune richieste in merito alla “revisione del catasto dei fabbricati”, che il Governo chiede al Parlamento nell’ambito della delega fiscale.
“Valutare l’ipotesi di procedere a una completa revisione dell’impianto di riforma catastale proposto, basata su una ricognizione certa e dimostrabile dei valori e dei redditi”. È questa la proposta dell'associazione della proprietà edilizia, che pur esprimendo condivisione sull’intento del Governo di “eliminare le distorsioni” e “correggere le sperequazioni” caratterizzanti l’attuale Catasto, avanza perplessità sulle ‘modalità’ proposte.
Secondo Confedilizia, i criteri della riforma sono "eccessivamente generici, creando un terreno di incertezza e discrezionalità per una funzione, quella di dare attuazione ad una revisione del sistema catastale, particolarmente delicata per i conseguenti riflessi sulla tassazione degli immobili".
“I principi e i criteri direttivi contenuti nel disegno di legge non sono caratterizzati da un sufficiente grado di analiticità – si legge nella relazione - e sono invece tali da attribuire al legislatore delegato – e, di riflesso, all’amministrazione statale che si farebbe carico della concreta attuazione della revisione – eccessivi margini di discrezionalità”.
“Tale genericità e indeterminatezza – che sarebbe tale, se tradotta in legge, da dare luogo al conferimento al Governo di una vera e propria “delega in bianco” – si rinviene in particolare nei principi e nei criteri direttivi di maggiore rilievo contenuti nel testo normativo: quelli riguardanti i parametri per “determinare il valore patrimoniale medio ordinario” delle unità immobiliari urbane censite nel Catasto dei fabbricati e quelli relativi ai parametri necessari a “determinare la rendita media ordinaria” delle medesime unità immobiliari”.
Nessun commento:
Posta un commento