Una prima scossa fu sentita il 21 agosto alle ore 16.56 locali: fu abbastanza forte da spaventare la popolazione, come documentato ad Ariano Irpino (AV), ma non causò danni. Questo primo terremoto fece in modo che molte persone rimasero fuori dalle case e in stato di allarme fino a quando, circa due ore più tardi, ci furono due violente scosse a dieci minuti di distanza tra di loro: la prima alle 19.09 e la seconda alle 19.19.
Delle due scosse si ritiene che la seconda fu quella che causò più danni: le province più danneggiate furono quelle di Avellino e Benevento; danni meno gravi furono rilevati anche nelle province di Napoli, Foggia, Caserta e Salerno.
Distribuzione degli effetti prodotti dal terremoto del 21 agosto 1962. L’area di danneggiamento si estende in particolare nelle aree interne della Campania, ma i risentimenti si allargano anche nelle altre province campane e nelle regioni vicine (fonte: DBMI11)
In altre trenta località ci furono danni gravi intorno al grado VIII MCS e circa una settantina subirono danni intorno al grado VII MCS.
Località che hanno subito i maggiori danni , espressi in gradi di intensità (MCS), per il terremoto del 21 agosto 1962 (fonte: DBMI11)
La debolezza del patrimonio edilizio è la causa principale della grande estensione territoriiale dei danni. Continua l’urbanistica italiana del provvisorio, la vita interminabile in baracche che si usurano mentre si attendono soluzioni di cui nessuno sembra direttamente responsabile.
In questo video il dopo terremoto del 1962 a Montecalvo Irpino raccontata da Mario Aucelli (edizione Rai Crash).
Il terremoto riattivò antiche frane o accentuò i dissesti geologici preesistenti dei rilievi collinari su cui erano ubicati alcuni dei paesi più colpiti come Apice, Melito Irpino, Pietrelcina e S.Arcangelo Trimonte. In particolare per i comuni di Melito Irpino e Apice (nella foto in alto), più che l’entità dei danni dovuti al terremoto, furono i movimenti franosi la ragione per cui i tecnici del Ministero dei Lavori Pubblici decisero lo sgombero totale. I paesi abbandonati furono ricostruiti in siti diversi, a poca distanza dagli antichi insediamenti.
I testi e le notizie sono tratti da “IL PESO ECONOMICO E SOCIALE DEI DISASTRI SISMICI IN ITALIA NEGLI ULTIMI 150 ANNI” E. Guidoboni e G. Valensise – Bononia University Press 2012
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