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sabato 25 agosto 2012

Rumors: chiacchiere, voci e dicerie sui terremoti della Pianura Padana


 
 

  Boston Rumor Clinic.     Fotografo: Bernard Hoffman, Agosto 1942.


La storia dei rumors è antica come la storia dell’uomo. Da sempre, fin nella remota antichità, le voci, i pettegolezzi, le dicerie, le bufale venivano messe in circolazione – in buona o in cattiva fede – per influenzare le vicende umane.
Oggigiorno, con lo sviluppo dei mass media, la nascita di Internet e dei social networks, i rumors sono diventati onnipresenti.
Lo studio dei rumors nasce in America nel 1940. Dopo l’attacco del Giappone a Pearl Harbour, iniziano a diffondersi i rumors sulla II Guerra Mondiale che preoccupano il Governo americano perché rischiano di compromettere l’unità sociale degli Stati Uniti prima di entrare in guerra. Il Governo americano decide di istituire dei comitati istituzionali per contrastare tali voci, ritenute pericolose per la morale civile e la sicurezza nazionale; contemporaneamente, gli scienziati sociali cominciano a studiare il fenomeno rumors.
Nel 1947 Allport e Postman pubblicano The Psychology of Rumor.  In questo lavoro, considerato da molti una pietra miliare della psicologia sociale, gli autori definiscono i rumors come proposizioni di fede su temi specifici (o di attualità), che passano da persona a persona, solitamente di bocca in bocca, senza prove evidenti della loro veridicità, esprimendo e soddisfacendo i bisogni emotivi della comunità; in questo processo i mass media hanno un ruolo chiave. Allport e Postman formulano la legge di base dei rumors, in cui la forza del rumor è legata all’importanza e al grado di ambiguità del tema.
Studi più recenti affermano che la trasmissione dei rumors è probabilmente indicativa di un “processo di interpretazione collettiva” (sensemaking). La forza del rumor è interpretata come una funzione complessa di ansia e di incertezza.
I terremoti che si sono verificati nella Pianura Padana, a partire dalle scosse più forti del 20 e del 29 maggio 2012, hanno generato e continuano a produrre una grande varietà di voci e dicerie che riguardano i temi legati al terremoto, i suoi effetti, le possibili cause, le previsioni future. Spesso queste dicerie non corrispondono a verità, anzi creano inutile allarmismo e confusione.
La risposta più efficace per combattere i rumors è quella di favorire un processo di educazione e informazione scientifica sempre più ampio e dedicato al grande pubblico; accettando la sfida di portare l’attendibilità, l’accuratezza e la profondità della scienza nella divulgazione. Ed è quello che stiamo cercando di fare con questo blog.
Partecipa alla raccolta dei rumors sul terremoto della Pianura Padana compilando il seguente form che si trova anche sul sito del Progetto EDURISK.

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