I prezzi delle case sono diminuiti del di oltre il 10% dal 2008 a inizio 2012, ma non basta: il rapporto tra prezzi e reddito disponibile è rimasto nettamente superiore rispetto alla media di lungo periodo, con un +9,2% nel primo trimestre 2012.
Ad affermarlo è il Centro Studi di Confindustria (Csc) secondo cui, per tornare sui valori di lungo periodo entro la fine del 2013, e scontando un aumento del reddito disponibile del 2,6% cumulato nel 2012-2013, i prezzi nominali dovrebbero ancora scendere del 7%.
Il Csc definisce il quadro congiunturale del mercato immobiliare italiano "in rapido peggioramento", ricordando che nel primo trimestre del 2012 le compravendite sono crollate del 19,6% e i tempi di vendita si sono allungati a 8,2 mesi, uno in più rispetto al 2011.
La domanda di case in Italia è compressa – secondo il Centro studi di Confindustria - dalla caduta del reddito disponibile e dal credit crunch: nel secondo trimestre il 64,7% degli acquisti risulta finanziato con un mutuo, con un -7,9% rispetto all'anno precedente, per una quota media del 63% del valore dell'immobile, in flessione di 10 punti percentuali.
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