“I dati e le caratteristiche del mercato immobiliare indicano che nel nostro Paese non ci sono gli estremi per lo scoppio di una bolla”. È quanto affermato dal presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, in merito a notizie diffuse negli ultimi giorni sul probabile scoppio di una bolla immobiliare in Italia e in altri Paesi Ue.
Buzzetti fa riferimento a uno studio dell’associazione, secondo il quale, a fronte del forte aumento del numero dei nuclei familiari, si è assistito a una progressiva riduzione della produzione di nuove abitazioni. Dal confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie, risulta pertanto un indicatore di fabbisogno potenziale complessivo di circa 596.000 abitazioni. “Questa caratteristica dimostra una solidità patrimoniale a cui il sistema finanziario dovrebbe guardare con favore – si legge nello studio -. Viceversa, le famiglie italiane sono state oggetto di uno dei più severi credit crunch dall’inizio della crisi”.
In base a una stima Ance, nel 2011, solo il 27,1% degli scambi complessivi riguarda immobili di nuova costruzione. Il peso preponderante delle compravendite (72,9%) è, quindi, attribuibile ad abitazioni già in uso. Sono proprio queste, quindi, a influenzare significativamente il prezzo di mercato. Di fronte a tale scenario, un’eventuale ulteriore riduzione dei prezzi, generalizzata e non selettiva, potrebbe non essere risolutiva per una ripresa delle compravendite e ostacolare, addirittura, il processo di innovazione avviato da una parte significativa di imprese, che ha portato, in pochi anni, a un notevole miglioramento qualitativo del costruito, dal punto di vista energetico, acustico e antisismico.
“Appare necessario – afferma l’Ance -, più che impegnarsi in previsioni allarmistiche, individuare proposte realizzabili per sostenere il settore e sfruttare le potenzialità di traino del comparto immobiliare sull’intera economia”. Tra queste, ad esempio, l’associazione dei costruttori edili chiede: la riattivazione del circuito finanziario per l’acquisto delle abitazioni, anche attraverso un fondo di garanzia dello Stato per l’erogazione dei mutui alle famiglie e un alleggerimento del carico fiscale sulla realizzazione e sull’acquisto di abitazioni, soprattutto per quelle a più elevate prestazioni energetiche.
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