Un aeroporto galleggiante sull'estuario del Tamigi. È la proposta visionaria dello studio Gensler, che si inserisce nell'ampio dibattito avviato sulla possibilità di un nuovo terminal a Londra, sollecitata dal governo britannico che ha richiesto idee per aumentare la capacità aeroportuale della capitale a sud-est. Aveva fatto particolare scalpore la proposta, giunta circa un anno fa, del megastudio Foster + Partners: un terminal pensato proprio come un “hub sul Tamigi”.
Sostenendo ulteriormente questa collocazione come ideale, Gensler la “stacca” dalla terraferma, permettendo così di evitare il consumo degli argini a scapito della popolazione residente. Il futuro London Britannia Airport, “il più innovativo sviluppo di un'infrastruttura del secolo”, secondo lo studio, funzionerà su grandi piattaforme galleggianti, secondo l'idea di Ian Mulcahey, leader della firma d'architettura.
Il piano verte su quattro piste galleggianti “appoggiate” al fondale e le sale per le partenze che conducono a tunnel sotterranei, in grado di collegare i passeggeri tanto al centro di Londra quanto alla rete ferroviaria europea. Secondo lo studio, con questo progetto si eviterà di distruggere le case già esistenti e verrà minimizzato l'impatto acustico sui residenti locali. Per tutelare l'attenzione all'ambiente, il piano prevede tre piattaforme a terra dove raccogliere i viaggiatori che arrivano in aeroporto in auto (una a nord, una a sud, e una tra Canary Wharf e il Parco Olimpico). L'accessibilità al terminal sarà assicurata da mix “intelligente” di sistemi ferroviari, traghetti e aliscafi, L'energia, infine, verrà assicurata quasi interamente da turbine marine adiacenti alle piste.
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