L'Italia delle rinnovabili è stata “declassata”. Secondo l'ultima edizione del rapporto trimestrale di Ernst & Young, siamo scesi al sesto posto della classifica, stilata dal colosso mondiale di finanza e lavoro, sulle nazioni maggiormente in grado di attirare investimenti nell'ambito delle energie rinnovabili.
Rispetto alla classifica precedente, l'indice italiano ha perso 2,3 punti, scendendo a 55,2, e facendosi raggiungere dalla Francia. Una perdita che riguarda tutti i settori: eolico (-2, 56 totali), fotovoltaico (-3, 58), solare (-2, 39), geotermia (-2, 59), biomasse (-2, 50), infrastrutture (-5, 50). Tra le cause, da un lato pesa la crisi del debito, dall'altro le nuove misure più restrittive e i nuovi vincoli burocratici introdotti con il Quinto Conto Energia e il Decreto sulle Rinnovabili Termiche.
A livello mondiale gli investimenti complessivi nel secondo trimestre crescono del 24% rispetto al trimestre precedente, pur rimanendo in flessione rispetto allo stesso periodo del 2011. Il valore del mercato si aggira intorno ai 59,6 miliardi di dollari, di cui 33,9 nel solare e 21,6 nell’eolico.
Nazione leader per gli investimenti mondiali resta la Cina (70,2 punti), seguita da Usa e Germania a pari punti (66) e India (64). Tra le cause più importanti della flessione dei Paesi dell'occidente, il rapporto evidenzia, oltre alla somma delle varie crisi economiche nazionali, il ribasso dei prezzi del gas, come concorrenza alle rinnovabili.
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