Il governo degli Stati Uniti “pirata” le compagnie di cellulari cinesi per raccogliere milioni di messaggini sms di testo. Edward Snowden, la cosiddetta ‘talpa’ del Datagate, lo racconta in un articolo pubblicato dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.
Il governo di Hong Kong per ora non ha risposto alla richiesta americana di arrestare ed estradare Edward Snowden, ex analista dei servizi segreti americani che ha denunciato l’esistenza di una vasto programma di intercettazioni illegali.
Per il governo del territorio si tratterà di una prova difficile. Hong
Kong è una Speciale regione amministrativa (Sar) della Cina che gode di
una forte autonomia, ma quando sono in gioco decisioni rilevanti per la politica internazionale
dipende da Pechino. E’ legata agli Usa da un trattato per
l’estradizione, che però esclude i reati ‘politici’, tra i quali
potrebbe rientrare lo spionaggio. E le rivelazioni di Snowden su questo
nuovo capitolo del Datagate potrebbero in qualche modo incidere sulle
decisioni da prendere.
Nelle ultime settimane sia l’opinione
pubblica hongkonghese che quella cinese si sono pronunciate con forza
contro l’estradizione di Snowden. L’ex-analista è in territorio di Hong
Kong da fine maggio e si ritiene che si trovi ancora lì. La notizia che
un imprenditore islandese avrebbe affittato un aereo privato per portare
l’analista a Reykjavik, dove potrebbe avere asilo politico, è stata
smentita da fonti locali.
“La Nsa pirata delle
compagnie di telefono portatile cinese per rubare tutti i vostri sms -
dice Snowden – Ho le prove su ciò che affermo”. Stando al quotidiano,
che pubblica le sue dichiarazioni, l’ex analista non cita alcun
documento a riguardo. Secondo statistiche ufficiali citate dal South
China Morning Post, i cinesi si sono scambiati circa 900 miliardi de
messaggi di testo nel 2012, il 2,1% in più rispetto al 2011. L’articolo
non rivela come la presunta pirateria abbia avuto luogo, ma afferma che
gli esperti cinesi della cyber sicurezza da diverso tempo sono preoccupati sugli attacchi “clandestini” condotti con apparecchiature straniere.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, esule nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra,
ha lanciato un appello perché “Paesi coraggiosi” si facciano avanti e
offrano asilo a Snowden. “Oggi il calvario di Snowden è appena
cominciato”, ha detto Assange in un discorso messo in rete da Wikileaks.
“Il governo spia ciascuno di noi, ma invece è Edward Snowden a essere
accusato di spionaggio per averci avvertito”, ha aggiunto l’australiano.
La
denuncia penale nei confronti di Snowden è stata presentata alla Corte
Distrettuale di Alexandria, in Virginia: il documento datato 14 giugno è
stato pubblicato solo nelle ultime ore e consente agli Stati Uniti di
chiedere all’Interpol un ‘codice rosso’, lo strumento
più vicino a un mandato di arresto internazionale, per fermare Snowden
nel caso in cui tentasse di muoversi. La ‘talpa’ ha una varie opzioni
legali a Hong Kong, inclusa la possibilità di chiedere asilo
e contestare ogni eventuale richiesta di trasferimento in un tribunale
americano. A giocare a favore di Snowden, secondo gli esperti, è il
fatto che l’amministrazione Obama incontrerebbe
difficoltà legate alla propria immagine nel caso di uno scontro pubblico
sullo status di Snowden stesso perché creerebbe tensione fra il più
volte ribadito impegno del presidente americano verso la trasparenza e le libertà civili e la senza precedenti fuga di notizie.
Se e quando decidessero di arrestarlo, Snowden avrebbe la possibilità di presentare un appello per la sua liberazione
ma si troverebbe in ogni caso – secondo il New York Times – di fronte a
un nuovo problema: l’uomo ha un visto di 90 giorni che scade alla metà
di agosto e questo concederebbe alle autorità di Hong Kong un ulteriore
motivo per tenerlo sotto custodia.
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