Dopo la mini Imu arriva il caro “mondezza” a prosciugare le
tredicesime degli italiani. La scadenza del 16 dicembre, termine ultimo
per saldare la Tares sui rifiuti, è oramai alle porte e per le famiglie
italiane si profila una stangata in media da 305 euro a famiglia. Un
aumento del 35,4% rispetto alle vecchie Tarsu e Tia che vale mediamente
una ottantina di euro, certifica l’indagine condotta dalla Uil, Servizio
politiche territoriali.
A far lievitare la tassa sono due novità concomitanti: la
prima è che la Tares dovrà coprire per intero il costo del sevizio di
smaltimento dei rifiuti, cosa che non avveniva in passato e che farà
aumentare l’esborso in chi abita dove questo genere di servizi non
brilla per efficienza. Infatti non è un caso che la città dove si
pagherà di più sia Reggio Calabria, con 531 euro medi e che nella top
ten del caro-Tares siano ben nove i centri urbani del sud e delle isole.
L’altro elemento che ha contribuito a far lievitare i costi è la novità
dei 30 centesimi a metro quadro dovuti per i cosiddetti servizi
indivisibili, cose come illuminazione, strade e sicurezza. Un obolo che è
solo l’assaggio di quello che ci aspetterà dal prossimo anno con
l’esordio della Tasi, anche lei destinata a finanziare i servizi
indivisibili, ma con importo che si avvicina a quelli della vecchia
Imu.
fonte la stampa
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