GROSSETO- Dalla Costa Concordia ammisero la falla solo venendo
contattati più volte da terra, in particolare dalla capitaneria di
Livorno. Lo dice Gregorio De Falco teste al processo di Grosseto
ricordando che ''alle 22.38 (l'urto è delle 21.45, ndr) la nave dà il
segnale di distress. Chiamo io la nave perchè non convince la situazione
di apparente tranquillità che loro dichiaravano. A seguito di questo
ammettono che c'è una falla e non un semplice black out, così possiamo
inviare motovedette ed elicotteri'' di soccorso.
De Falco, così capimmo che era un naufragio - ''Mentre dalla
nave ci davano rassicurazioni sulla situazione a bordo, i carabinieri di
Prato ci avevano avvisato della telefonata di una parente di una
passeggera secondo cui la nave era al buio, erano stati fatti indossare i
giubbotti di salvataggio, erano caduti oggetti e suppellettili:
circostanze non coerenti con quanto dichiarato dalla nave''. Lo racconta
Gregorio De Falco al processo di Grosseto, ricordando la sera del 13
gennaio 2012 alla sala operativa della capitaneria di Livorno. ''Questo
ci fece pensare che la situazione era più grave'' e ''nessuno dalla
Concordia aveva ancora chiamato per chiedere soccorso''. Nei primi
contatti via radio, poco dopo le 22, la Costa Concordia aveva detto alla
capitaneria di avere un black out e che sarebbe rimasta al Giglio per
verificare l'avaria. Ma nessuno allora parlò di falla
Schettino a capitaneria, ci resto io a bordo ''Comandante, chi
rimane a coordinare i soccorsi da bordo, chi ci rimarrà, lei?''. E
Schettino alla domanda di un sottocapo della capitaneria di porto di
Livorno: ''Ci rimango io''. ''Grazie, comandante''. La conversazione
viene fatta ascoltare al processo di Grosseto. In realtà non sarà così:
Schettino lascerà la nave quando ci sono ancora molti passeggeri a
bordo. Questa conversazione è delle 23.37 del 13 gennaio 2012.
'Vada a bordo c...',e Schettino abbassa lo sguardo I- 'Vada a
bordo, c....!' E Francesco Schettino abbassa lo sguardo agitando un
foglio scritto che tiene in mano, mentre parla con uno dei suoi
avvocati. Così l'imputato del processo sul naufragio della Costa
Concordia reagisce mentre scorre l'audio della telefonata con cui
Gregorio De Falco tentò di convincerlo a risalire sulla nave per
coordinare i soccorsi ai passeggeri. Durante la testimonianza di De
Falco Schettino ha interloquito spesso con la sua difesa, anche
scuotendo la testa e sorridendo in modo nervoso durante le telefonate
più concitate e drammatiche con De Falco.
De Falco,ancora mi chiedo perchè Schettino scese - ''Esortai
il comandante Schettino a risalire sulla nave ma non ci sono riuscito''.
Anche così Gregorio De Falco ricorda le telefonate con il comandante
Francesco Schettino, fino a quella più celebre chiosata dalla frase
'Vada a bordo c....!' mentre Schettino tergiversava all'ordine di
risalire da una biscaggina. La telefonata è stata fatta sentire
integralmente in aula. De Falco dice anche: ''Ancora oggi mi chiedo
perché era sceso'' dalla nave.
De Falco-Schettino,'Quanti a bordo?' 'Una diecina' - ''Quanti
passeggeri ci sono ancora a bordo, comandante?''. E Schettino: ''Non lo
so, mi trovo sulla lancia, credo massimo una diecina di persone
sull'altro lato'': è una delle prime conversazioni tra Gregorio De
Falco, che chiede informazioni dalla sala operativa di Livorno e
Francesco Schettino. Ma alla capitaneria risultavano almeno in in quella
fase almeno 2-300 persone ancora a bordo. Sono mezzanotte e 28. Ancora
De Falco: ''Quanti coordinano lo sbarco? Lei dove si trova?''. E
Schettino: ''La nave è giù a 90 gradi, sono su una scialuppa tra la nave
e terra''. ''Comandante: quante persone vede in acqua? Ci sono donne,
bambini? Quanti sono? Si stanno buttando in acqua?''. ''A bordo c'è una
decina...''. ''Può verificare questo dato? Voglio i dati''. ''Io chiesi
quante persone andare a cercare a bordo - ha detto oggi De Falco -,
insistevo ma il comandante non mi sapeva dare le risposte''.
La testimonianza, al processo sul naufragio della Costa Concordia,
del capitano di fregata Gregorio De Falco della capitaneria di porto di
Livorno, che la notte del 13 gennaio 2012 esortò con energia il
comandante Francesco Schettino a risalire sulla nave con una serie di
telefonate, fra cui quella resa celebre dalla frase ''Torni a bordo,
c...!''. De Falco ha raggiunto l'aula di tribunale ricavata nel Teatro
Moderno di Grosseto, è stato fatto accomodare nella saletta per i
testimoni e dovrebbe testimoniare già stamani. Il processo è ripreso con
la testimonianza dell'ammiraglio Ilarione Dell'Anna, che all'epoca era a
capo della Direzione marittima di Livorno. In aula assiste al processo
l'imputato Francesco Schettino.
avvocati parti civili convocano sit in in aula - Un appello a
tutti i passeggeri superstiti della nave Costa Concordia affinchè siano
presenti all'udienza del 13 gennaio 2014, secondo anniversario del
disastro, per mettere in atto un 'sit in' dentro l'aula del Teatro
Moderno di Grosseto: questa l'iniziativa di protesta che il pool di
avvocati di Giustizia per la Concordia ha annunciato stamani prima
dell'udienza del processo. Sempre per il 13 gennaio 2014 sono stati
previsti, secondo le intenzioni dei promotori, anche cinque minuti di
silenzio in aula ''per chiedere rispetto e giustizia''. I passeggeri
superstiti sono stati invitati dagli avvocati di parte civile ''ad una
vera e propria mobilitazione generale per quei passeggeri della
Concordia ancora indignati e decisi a non far passare sotto indifferenza
tutte le vere responsabilità legate al naufragio''. Sempre annunciando
l'iniziativa del prossimo 13 gennaio, il pool Giustizia per la Concordia
ha rinnovato le sue critiche alla compagnia Costa Crociere spa i cui
''vertici dovrebbero tenere conto delle loro responsabilità'' e ha
chiesto che i loro assistiti siano ''risarciti decorosamente''. ''Se
dovessimo limitare il processo alla ricerca della responsabilità di
Francesco Schettino - scrivono gli avvocati di parte civile in un
volantino distribuito prima dell'udienza -, avremmo già potuto chiudere
il processo qui. Se invece vogliamo ricercare la verità allora si deve
permettere alle parti civili di andare oltre la cronologica
rappresentazione dei tragici eventi'' del 13 gennaio 2012.
fonte ansa
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