Che il clima stia cambiando non è una novità. E forse, come dice
qualche esperto, è anche impazzito. Sta di fatto che, dopo aver visto la
neve in pianura e perfino sulle coste a fine novembre, ora ci attende
un lunghissimo periodo di alta pressione. Ovvero niente precipitazioni,
temperature gradevoli specie in montagna e primaverili al CentroSud, con
l'unica nota negativa delle nebbie in Valpadana. Condizioni favorevoli
all'accumulo degli inquinanti. Una situazione anomala, soprattutto
perché si tratta di un anticiclone simile a quelli che vediamo in
estate. Ma siamo a dicembre...
Previsioni per i prissimi giorni, dal sito http://www.meteogiuliacci.it/
Lunedì 9 tempo stabile e soleggiato sulle regioni settentrionali, da
poco a parzialmente nuvoloso al Centro-Sud e sulle due isole Maggiori ma
con nuvolosità più accentuata sul versante tirrenico di Calabria e
Sicilia dove, tra il pomeriggio e la serata, non si esclude la
possibilità di qualche isolata pioggia sulle coste. Banchi di nebbia al
mattino sulla Pianura Padana e nelle valli interne del Centro, in
dissolvimento nelle ore centrali del giorno ed in nuova formazione dopo
il tramonto. Deboli gelate mattutine nelle zone interne. Temperature
stazionarie.
Martedì 10 sarà un’altra giornata all’insegna della stabilità
atmosferica con prevalenza di tempo soleggiato su quasi tutta l’Italia,
ad eccezione del settore centrale della Val Padana, delle regioni
adriatiche e della Sicilia dove potrebbe esserci una nuvolosità
irregolare, ma senza fenomeni. Ancora nebbia in banchi in Pianura Padana
e nelle valli interne del Centro durante le ore più fredde della
giornata. Temperature stazionarie.
Giorni successivi – Da mercoledì 11 a venerdì 13 il rinforzo del campo
anticiclonico porterà un ulteriore consolidamento delle condizioni di
stabilità, con nuvolosità scarsa o del tutto assente su tutte le regioni
e semmai limitata, localmente, a tratti di costa. Si intensificheranno
però le nebbie sulle pianure e nelle valli.
Nebbia assassina sulle metropoli - a cura di http://www.meteogiuliacci.it/
La nebbia, se mischiata ad altre sostanze, può anche diventare
avvelenata. Nelle aree urbane e industriali le sue goccioline sono
dovute alla cattura del vapore acqueo ambientale da parte degli ossidi
di zolfo e di azoto, molecole molto igroscopiche, e che poi, per
contatto con l'acqua su di sé coagulata, si trasformano in acido
solforico e acido nitrico, rendendo ancora più nociva l’aria inquinata.
Al riguardo è tristemente celebre la “Grande Nebbia” che dal 5 al 9
dicembre del 1952, in un periodo caratterizzato dall’intenso consumo di
carbone, avvolse la città di Londra ("il fumo di Londra"): densa e
giallastra, a causa delle particelle di fumo che erano rimaste inglobate
nelle goccioline di nebbia, invase la capitale inglese, provocando un
aumento della mortalità che costò la vita a circa 12 mila persone, in
gran parte individui afflitti da patologie alle vie respiratorie. Per
114 ore consecutive la visibilità nel centro di Londra rimase inferiore a
500 metri, e in alcune zone della città la nebbia si presentò così
fitta che addirittura i pedoni, nel loro stesso quartiere, ebbero serie
difficoltà a ritrovare la strada di casa. Proprio in tale occasione, per
la prima volta, venne usato il termine smog, nato dall’unione dei
vocaboli inglesi smoke e fog, ovvero fumo e nebbia.
Anche nelle nostre metropoli del Nord Italia in inverno in presenza di
favorevoli condizioni alla formazione delle nebbie (alta pressione,
serenità del cielo, scarsa ventilazione), la maggior parte delle
goccioline inglobano acido nitrico, a seguito della elevata
concentrazione di ossidi di azoto sulle aree urbane (l'ossidazione
dell'azoto atmosferico avviene a seguito delle elevate temperature dei
gas di scarico delle auto). Le situazioni più critiche per la nostra
salute sono ovviamente quelle in cui la nebbia si forma anche dentro la
cerchia cittadina.
Le "velenose" goccioline provocano soprattutto irritazioni alle vie
respiratorie, specie negli anziani nonché un aggravamento nei sofferenti
di enfisema polmonare.
Per fortuna si sono drasticamente ridotti gli ossidi di zolfo a seguito
dell'impiego di benzine per auto e di gasolio per il ricaldamento
denominati "BTZ" , ovvero a Basso Tenore di Zolfo con conseguente
diminuzione anche degli eventi di nebbia entro l'area urbana.
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