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martedì 10 dicembre 2013

Le banche continuano a non prestare. Sofferenze sempre a livello record

Saranno pure solide, come ha certificato la scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale e in grado di superare gli stress test grazie ai cuscinetti di capitale aggiuntivi messi in cascina negli anni scorsi. Ma a un prezzo alto per l'economia reale e cioè famiglie ed imprese. Il credit crunch.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca d'Italia, ad ottobre infatti continuano a crollare i prestiti a imprese e famiglie: i primi  sono diminuiti, su base annua, del 4,9% (-4,2% a settembre), i secondi dell'1,3% sui dodici mesi (-1,1% rispetto al mese precedente). In generale, i prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 3,7% (-3,5% a settembre).
Guardando, nel dettaglio, i tassi d'interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti erogati, sempre ad ottobre, alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,90% (3,97% a settembre); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 9,28% (9,61% a settembre). In aumento, invece, i tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro che sono saliti 4,49% (4,33 nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia sono scesi al 2,86% (2,98% a settembre).
Sembra, invece, aver trovato una stabilizzazione il tasso di crescita delle sofferenze a ottobre. L'asticella si è infatti fermata a +22,9%, confermando comunque il tasso di settembre che già rappresentava il massimo dal 1998. Inoltre è cresciuta la raccolta. A ottobre il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è aumentato al 5,4% dal 3,6% di settembre, viceversa la raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 7% (-7,2% a settembre).
Infine, è a un passo dai 400 miliardi l'ammontare dei titoli di Stato nei portafogli delle banche italiane a ottobre, in crescita dal mese precedente. Nel mese gli istituti di credito con base in Italia avevano in portafoglio 399,545 miliardi di titoli di Stato nazionali dai 394,128 miliardi di settembre. Lo scorso giugno il dato aveva segnato un record a 401,723 miliardi. Nel dettaglio, sono scesi gli acquisti di Bot a 39,205 miliardi da 42,389 miliardi, mentre sono salite le cifre di tutte le altre categorie: Cct a 62,657 miliardi (da 61,702 miliardi), Btp a 243,545 miliardi (da 236,446 miliardi) e Ctz a 43,857 miliardi (da 43,361 miliardi).

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