In audizione alla commissione Finanze della Camera nell'ambito dell'esame della delega fiscale, Gabriella Alemanno, direttore dell'Agenzia del Territorio, ha sottolineato la necessità di una riforma catastale, volta ad assicurare equità e perequazione nel sistema di tassazione degli immobili.
“Non sono mai state realizzate effettive revisioni generali delle zone censuarie e dei classamenti – ha affermato Alemanno - atte a recepire nel sistema le nuove configurazioni delle città, prodotte dalle dinamiche urbanistiche e di mercato”. Le rendite attualmente attribuite sulla base del vigente modello di classamento fanno infatti rilevare una diffusa iniquità, essenzialmente riconducibile all’inadeguatezza delle attuali categorie; alla presenza di zone censuarie eccessivamente ampie e a un periodo di riferimento di oltre venti anni fa; alla persistenza di classamenti effettuati in fase di impianto del sistema catastale.
Alemanno ha fornito alcuni dati, riportati nel volume “Gli immobili in Italia 2011” redatto a cura dell’Agenzia e del Dipartimento delle Finanze: per le abitazioni il valore corrente di mercato è pari, in media, a 3,73 volte la base imponibile a fini Ici, calcolata sul totale delle abitazioni di proprietà delle persone fisiche; la distanza del valore di mercato da quello catastale tende a essere tanto maggiore quanto maggiore è il valore della ricchezza posseduta; i canoni di locazione sono mediamente superiori di 6,46 volte le rendite catastali.
“L’insieme delle distorsioni ha effetti sul livello di equità della tassazione – ha detto il direttore dell’Agenzia del Territorio –“. Con l’introduzione dell’Imu e la rivalutazione dei coefficienti che consentono il passaggio dalle rendite catastali (rimaste invariate) ai valori imponibili patrimoniali degli immobili, si è ridotta ovviamente la distanza tra questi ultimi e i corrispondenti valori di mercato; d’altra parte, è aumentata l’iniquità. “A completare il quadro – aggiunge Alemanno-, si deve sottolineare che lo strumento selettivo per l’accesso alle prestazioni di welfare è l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), che viene determinato tenendo conto anche del patrimonio immobiliare valutato su ‘base catastale’.
Una valutazione catastale iniqua degli immobili trasferisce, dunque, i suoi effetti anche sull’accesso alle prestazioni di welfare.
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