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mercoledì 19 settembre 2012

L'iniquita' delle rendite catastali sotto la lente dell'AdT

In audizione alla commissione Finanze della Camera nell'ambito dell'esame della delega fiscale, Gabriella Alemanno, direttore dell'Agenzia del Territorio, ha sottolineato la necessità di una riforma catastale, volta ad assicurare equità e perequazione nel sistema di tassazione degli immobili.
“Non sono mai state realizzate effettive revisioni generali delle zone censuarie e dei classamenti – ha affermato Alemanno - atte a recepire nel sistema le nuove configurazioni delle città, prodotte dalle dinamiche urbanistiche e di mercato”. Le rendite attualmente attribuite sulla base del vigente modello di classamento fanno infatti rilevare una diffusa iniquità, essenzialmente riconducibile all’inadeguatezza delle attuali categorie; alla presenza di zone censuarie eccessivamente ampie e a un periodo di riferimento di oltre venti anni fa; alla persistenza di classamenti effettuati in fase di impianto del sistema catastale.
Alemanno ha fornito alcuni dati, riportati nel volume “Gli immobili in Italia 2011” redatto a cura dell’Agenzia e del Dipartimento delle Finanze: per le abitazioni il valore corrente di mercato è pari, in media, a 3,73 volte la base imponibile a fini Ici, calcolata sul totale delle abitazioni di proprietà delle persone fisiche; la distanza del valore di mercato da quello catastale tende a essere tanto maggiore quanto maggiore è il valore della ricchezza posseduta; i canoni di locazione sono mediamente superiori di 6,46 volte le rendite catastali.
“L’insieme delle distorsioni ha effetti sul livello di equità della tassazione – ha detto il direttore dell’Agenzia del Territorio –“. Con l’introduzione dell’Imu e la rivalutazione dei coefficienti che consentono il passaggio dalle rendite catastali (rimaste invariate) ai valori imponibili patrimoniali degli immobili, si è ridotta ovviamente la distanza tra questi ultimi e i corrispondenti valori di mercato; d’altra parte, è aumentata l’iniquità. “A completare il quadro – aggiunge Alemanno-, si deve sottolineare che lo strumento selettivo per l’accesso alle prestazioni di welfare è l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), che viene determinato tenendo conto anche del patrimonio immobiliare valutato su ‘base catastale’.
Una valutazione catastale iniqua degli immobili trasferisce, dunque, i suoi effetti anche sull’accesso alle prestazioni di welfare.

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