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mercoledì 3 ottobre 2012
Saline di Volterra, Ceccarelli: «Parte delle concessioni Solvay sia reinvestita sul territorio»
La commissione regionale Territorio e ambiente presieduta da Vincenzo Ceccarelli (nella foto) ha effettuato oggi un sopralluogo all'area di Saline di Volterra (San Domenico, Buriano, Monte Vignoli, Bosco degli Spadini), dove la Solvay estrae il sale da giacimenti sotterranei (sono 1740 ettari le ex concessioni del monopolio Solvay). Queste zone sono alcune di quelle dove si sono verificate varie criticità indotte dall'estrazione del sale: da fenomeni di instabilità dei terreni con subsidenza, frane e camini di collasso, fino alla carenza idrica.
La commissione ha potuto verificare il deturpamento del paesaggio dovuto allo sfruttamento accelerato di una risorsa pregiata come il sale che non è rinnovabile, impedendo uno sviluppo coerente e armonico del territorio. «Le questioni ambientali, sociali ed economiche vanno affrontate insieme - ha dichiarato Ceccarelli - Il tavolo aperto dall'assessore Bramerini per il nuovo accordo di programma è un'occasione importante per raggiungere almeno alcuni obiettivi. In questa vicenda la regione non si sente controparte. Ci dovrebbe essere un criterio di compensazione economica: parte dei due milioni di euro che Solvay paga allo Stato per le concessioni minerarie dovrebbero essere investiti sul territorio.
Ci siamo resi conto delle dinamiche connesse allo sfruttamento del territorio - ha aggiunto Ceccarelli -. I problemi emersi possono trovare soluzione se le istituzioni locali collaborano con la Regione per dare forza all'accordo di programmazione. Infine - ha concluso il presidente - è necessario migliorare e aumentare l'uso delle acque reflue, e realizzare nuovi invasi e infrastrutture al servizio delle esigenze idropotabili di tutta la val di Cecina».
Nell'occasione, le istanze e le richieste del comitato per la difesa della val di Cecina sono state rappresentate dal sindaco di Volterra Marco Buselli «Non è una battaglia contro la Solvay - ha sottolineato il sindaco - Dobbiamo trovare la sostenibilità ambientale, e mettere il territorio in sicurezza, ad esempio raddoppiando il limite della fascia di rispetto dalla zona delle estrazioni da 200 a 400 metri dall'abitato di Saline. Si registrano, infatti svasi e allagamenti al di fuori della fascia, giustificati da Solvay come episodi di carsismo dei gessi».
A tal proposito il vicepresidente della commissione regionale Andrea Agresti (Pdl) ha evidenziato la necessità di un monitoraggio più attento e costante dell'attività estrattiva. «Sulla morfologia del terreno si legge lo sfruttamento del territorio: i cedimenti strutturali di alcune abitazioni, i crolli del terreno, le pozze d'acqua che si sono create. E' necessario trovare una soluzione di fronte ad una realtà come quella della Solvay che dà occupazione, ma anche dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini».
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