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venerdì 22 giugno 2012

Ceneri vulcaniche e sicurezza aerea: arriva Secesta

Realizzare una rete di nodi multisensoriali intelligenti a basso costo distribuiti sul versante meridionale del vulcano, in grado di rilevare l’andamento spazio-temporale della ricaduta delle ceneri vulcaniche, secondo un approccio denominato “early warning”.
È questa l’idea alla base del progetto denominato Secesta, che si propone di fornire soluzioni tecnologicamente avanzate nell’ambito dei sistemi di monitoraggio e previsione dei fenomeni eruttivi a supporto del trasporto aereo e della gestione di aeroporti in prossimità di vulcani attivi.
Coordinato dall’Ingv di Catania insieme ad altri partner, tra cui il Dipartimento di ingegneria elettrica elettronica ed informatica dell’Università di Catania e da pmi locali, il progetto è finanziato nell’ambito del Programma operativo Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) Sicilia 2007-2013.
Sviluppando un sistema che sia in grado di fornire informazioni sull’evoluzione del fenomeno di ricaduta delle ceneri vulcaniche, è infatti possibile pianificare in maniera ottimizzata gli interventi richiesti per ripristinare la funzionalità dell’aeroporto dopo che è stato interessato da questo fenomeno.
Le ceneri vulcaniche prodotte dall’attività esplosiva dell'Etna disperdendosi nell’atmosfera e ricadendo al suolo costituiscono un rilevante fattore di rischio per gran parte della Sicilia Orientale e in particolare per l’area catanese.  
Durante i periodi di attività eruttiva, la nube di cenere espandendosi nell’atmosfera rappresenta un sostanziale fattore di rischio per il traffico aereo, inoltre la sua ricaduta al suolo causa danni ingenti alla viabilità terrestre, ai sistemi fognari, all'agricoltura e alle attività quotidiane dei comuni circumetnei.
In particolare l'aeroporto di Catania Fontanarossa è stato ripetutamente dichiarato non idoneo alle operazioni di decollo ed atterraggio a causa della cenere ricaduta sulle sue piste, creando forti disagi ai passeggeri e perdite economiche alle compagnie aeree e agli operatori aeroportuali nell’ordine di alcuni milioni di euro.

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