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giovedì 21 giugno 2012

Contrazione del mercato e credit crunch mettono in ginocchio l'edilizia romana

Il settore edile a Roma e provincia, già da tempo fanalino di coda della congiuntura nazionale, è entrato nella fase più difficile del suo periodo di crisi. L'allarme è arrivato dalla Cna (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) di Roma, in occasione della presentazione del notiziario E.C.O. (Economia, costruzioni, occupazione), realizzato in collaborazione con Cresme. Un'analisi che affronta da molti aspetti la situazione congiunturale e che individua le principali cause nella riduzione del mercato, nella riconfigurazione e nel credit crunch.
Rispetto alla precedenti stime, il Pil pro-capite generale di Roma e Provincia è sceso del -1,9%. Nel settore dell’edilizia in particolare, negli ultimi sei anni, sono diminuiti gli investimenti (-22%), le nuove volumetrie ultimate (-52%) e le transazioni residenziali (-24%). La percentuale di imprese attive nei cantieri ha subito una riduzione, negli ultimi tre anni e mezzo, del 13%. Le ore occupate si sono ridotte del 28,3% nel I trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre gli operai sono diminuiti del 23%. Le ore di cassa integrazione ordinaria sono aumentate del 36%, mentre il numero di operai interessati da quella straordinaria hanno raggiunto un incremento del 175%.
Nel 2011 le imprese entrate in liquidazione, complessivamente per tutti i settori dell’economia, sono aumentate del 37%, gli occupati si sono ridotti dello 0,1%, quelli nelle costruzioni sono crollati del 15,6%. Uno scenario che lascia presagire per le volumetrie non residenziali un crollo del 68% alla fine del 2012 rispetto all’anno di massima espansione (il 2007). Vanno ridimensionati i segni positivi del 2011 per il mercato immobiliare (+4,1%) e per i finanziamenti erogati per l’acquisto di edifici non residenziali (+33%), poiché il mercato ha cambiato scala, essendosi quasi dimezzato quello immobiliare rispetto al 2006 (3.900 transazioni contro 6.400), ha perso più dell’80% quello del credito (364 milioni erogati nel 2011, erano 2,3 miliardi nel 2006).
In caduta libera anche il numero dei bandi di gara per opere pubbliche a Roma e Provincia: -103,6% nel primo quadrimestre di quest’anno, rispetto a quello del 2011, e -22,1% l'importo complessivo, - 37,4% nella Capitale.
Insieme all'indagine sul mercato delle costruzioni, è stato presentato un focus incentrato sull’evidente fabbisogno di spazi produttivi sul territorio. In particolare, il 76% delle imprese intervistate ha dichiarato di svolgere la sua attività all’interno di edifici residenziali e il 34% in locali di volumetria inferiore ai 50 mq.
A Roma, più di un terzo degli spazi non residenziali in cui operano le imprese del campione è stato costruito prima del 1920, e di questi il 26% prima del 1919. Ad aggravare lo stato di conservazione di un patrimonio obsoleto, la bassa quota di locali costruiti dopo il 1991, pari al 7,7% di quelli in cui è localizzato il campione. La stessa percentuale sale al 28,6% tra gli artigiani operanti nei comuni minori, che concorre a portare al 57% la quota di edifici costruiti dopo dove il 1971, ovvero più del doppio rispetto a quanto accade nel comune di Roma (24,6%).
Nel corso della presentazione Alessandro Maruffi, presidente della Cna Costruzioni Roma, ha invocato lo sblocco dei crediti da parte delle amministrazioni nei confronti delle imprese e la priorità ai lavori immediatamente cantierabili, agendo anche tramite la suddivisione degli importi, se necessario, così da garantire l’accesso agli appalti soprattutto alle piccole imprese, “perché proprio le piccole opere sono quelle che garantiscono occupazione e sviluppo sul territorio”.

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