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lunedì 30 luglio 2012

Efficienza energetica: no al depotenziamento della detrazione al 55%

La revisione delle detrazioni del 55%, inclusa nel Decreto Sviluppo attualmente in fase di esame, penalizzerebbe la riqualificazione energetica degli edifici, tra i requisiti fissati dalla nuova direttiva in fase di approvazione e pilastro della strategia 20-20-20. Ad affermarlo è Fivra (Fabbriche Isolanti Vetro Roccia Associate), l'associazione nazionale che rappresenta i principali produttori di isolanti in lana minerale.
Secondo Fivra, in questi anni la detrazione del 55% ha agevolato il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano d’azione per l’efficienza energetica. Il Decreto Sviluppo, tuttavia, equiparandola a quella per le ristrutturazioni edilizie, ne snatura la finalità, poiché ci si allontana dall'idea di “una politica energetica che vede una soluzione alla riduzione dei consumi energetici nel miglioramento delle prestazioni degli edifici”. Al depotenziamento del 55% si accompagna, inoltre, la mancata stabilizzazione e razionalizzazione del sistema di detrazioni per la riqualificazione energetica, evidenziando come “non sia stata tenuta in considerazione la necessità di una programmazione a medio termine degli interventi e delle strategie di impresa”.
Fivra ritiene che alcune norme della direttiva europea, come quella che instaura l’obbligo per gli Stati membri, a partire dal 2014, di riqualificare almeno il 3% annuo dei propri edifici pubblici, confermino la necessità di applicare i parametri del risparmio energetico al sistema edilizio, da solo responsabile del 36% di emissioni di Co2. Secondo il presidente dell'Associazione Carlo Boschieri, “la presenza di misure obbligatorie per il settore pubblico servirà da esempio e da volano per promuovere nel lungo termine la domanda di prodotti e servizi energetici efficienti”. A conferma di tale importanza, l'associazione cita uno studio del tedesco Jülich Institute, che ha evidenziato come le detrazioni fiscali concesse da uno Stato generino un ritorno sottoforma di maggiori entrate fiscali e minori oneri sociali pari a cinque volte l’investito, attivando un meccanismo che è stato denominato “bancomat”.
In questo senso, Fivra rivolge l'invito alle istituzioni italiane l'invito a “sostenere il settore dell’edilizia attraverso un quadro giuridico definito e certo, che preveda una correzione delle misure contenute nel Decreto Sviluppo, stabilizzando il sistema delle detrazioni per la riqualificazione energetica e introducendo la possibilità di modulare le rate di rimborso da 5 a 10 annualità”.

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