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martedì 25 settembre 2012

Allarme amianto: 34.000 luoghi ritenuti pericolosi

Gli esiti della mappatura - la prima e di carattere ancora parziale - non lasciano dubbi: con circa 32 milioni di tonnellate di materiale da smaltire, 12 siti di 'interesse nazionale' e 34mila luoghi ritenuti 'pericolosi', in Italia l'allarme amianto è forte.
I dati emergono dal 15° Quaderno del ministero della Salute, presentato lo scorso 17 settembre a Casale Monferrato, in occasione del workshop "Verso la 2° conferenza governativa su amianto e patologie correlate". Il volume espone un primo bilancio sulla diffusione dell’asbesto nel nostro Paese e alle previsioni relative alle strategie di contrasto da attuare.
Dei 34.148 siti ad alto potenziale di contaminazione, 373 sono di "priorità 1", ovvero a maggior rischio, ma si stima che il numero sia destinato a crescere a circa 500, mancando alla mappatura i dati relativi a Sicilia e Calabria. Una realtà che rende fondamentale - sottolinea il Quaderno – “il reperimento urgente delle necessarie risorse finanziarie atte a consentire nel breve termine l'attuazione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica”. La pubblicazione evidenzia, così, che con l'assegnazione di circa 10 milioni di euro l'anno per dieci anni "si ritiene che tutte le situazioni a maggiore rischio potrebbero essere rimosse".
Nel 2009 in Italia sono state smaltite 373 mila tonnellate di rifiuti contenente amianto, il 72% delle quali è stato trattato all'estero, soprattutto in Germania. La dismissione dei 32 milioni di tonnellate restanti potrebbe interessare un arco di 85 anni e sono a rischio esposizione circa 680mila persone (fonte Cnr).
Il governo non nasconde un oggettivo problema sul fronte degli stanziamenti. "Lo Stato farà la sua parte – ha affermato il ministro della Salute Renato Balduzzi -, ma il numero dei siti contaminati è elevato e le risorse necessarie sono ingenti. Il ministero sta mettendo in atto in alcuni siti inquinati modelli di intervento per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi precoce e la presa in carico dei pazienti, con un approccio integrato che sarà successivamente esteso anche alle altre aree geografiche interessate”.
Il responsabile dell'Ambiente, Corrado Clini, ha annunciato l'intenzione di chiedere al Consiglio dei ministri di introdurre incentivi fiscali per le aziende che compiono investimenti nel risanamento ambientale. "Penso per esempio al credito di imposta: l'impresa che investe per risanare deve poter scaricare dalle tasse i costi sostenuti - ha affermato -. È  ciò che abbiamo fatto con le misure di efficienza energetica nell'edilizia, che hanno avuto grandi risultati”.

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