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sabato 26 maggio 2012

Cisl: “Iren, basta stipendi d’oro ai manager. È ora di cambiare le carte in tavola”

Aumenta il divario abissale tra la gente che non riesce a pagare le bollette che aumentano, e gli oltre due milioni di euro per i membri del consiglio di amministrazione. La Cisl di Reggio Emilia: è fortemente necessaria una gestione più equa delle risorse, poiché è ingiusto che a pagare siano sempre i soliti

 

Bollette che aumentano e gente che non riesce a sostenerle, mentre i capi di Iren hanno “stipendi d’oro”. “Questa non è equità”. A intervenire è la Cisl di Reggio Emilia che ribadisce con forza una maggiore attenzione alla gestione finanziaria ed industriale dell’azienda, poiché la situazione è grave.
Già due anni fa, nel momento in cui nasceva Iren, la Cisl di Reggio aveva fatto un appello ai sindaci dei comuni reggiani, in quanto proprietari di Iren, affinché in occasione della nascita della nuova società assumessero decisioni eticamente rispettose non solo della dignità di tutti coloro che lavorano presso Iren, ma anche di tutti gli altri cittadini. E lo stipendio dei manager era espressamente citato tra le decisioni etiche da prendere. Non solo: nel 2008 erano già presenti i primi segni della crisi economica che ha così fortemente colpito le famiglie del nostro territorio, e i sindaci lo l’avevano ben presente, visto le richieste di aiuto ai servizi sociali.
“La Cisl – interviene Margherita Salvioli Mariani, segretaria generale del sindacato reggiano – aveva assistito e condiviso la nascita di Iren, condividendone anche gli obiettivi che i cittadini, attraverso i Sindaci che li rappresentano, si erano dati facendo la fusione: economie sui costi di gestione, con la conseguenza, se non di abbattimento delle tariffe, almeno di un loro non aumento, garanzia sull´erogazione dei servizi essenziali per i cittadini che avessero maggiore efficienza e qualità, e, infine, la possibilità di ristorno dei dividendi (che sarebbero dovuti aumentare con la quotazione in borsa) ai Comuni in modo da poter investire più risorse in welfare”.
Nel mentre la crisi imperversa, sempre più pesante, e sono sempre più i cittadini che faticano a pagare le bollette di gas, luce e acqua. I Sindaci sono alle prese con i tagli dei trasferimenti ai Comuni a causa della necessità di abbattere il debito pubblico, e non riescono più a mantenere i propri servizi ai cittadini.
“A due anni di gestione – continua la segretaria generale -  troviamo un’azienda in difficoltà dal punto di vista finanziario, che aumenta le tariffe e… mantiene inalterati stipendi e benefit agli amministratori, primi tra questi i quattro mega manager. Ma chi misura la produttività di questi manager? Quali sono i criteri per definire il raggiungimento degli obiettivi? E come sono determinati gli obiettivi? Il rendimento degli investimenti finanziari? Il costo del servizio ai cittadini? La quantificazione dei dividendi da restituire ai Comuni?”
“Una fotografia nebulosa – incalza la Salvioli Mariani – gestita in modo uguale, dove i piccoli azionisti ed i cittadini, che attraverso i Sindaci che li rappresentano sono anch’essi proprietari in quota parte di Iren, faticano a leggere in modo chiaro e trasparente. Ma ne pagano le conseguenze, con bollette più care in un momento in cui i salari sono ridotti e con meno servizi di quelli che avrebbero bisogno”.
“La Cisl ribadisce con forza alla proprietà di Iren (i Sindaci) la propria richiesta: una maggiore attenzione alla gestione finanziaria ed industriale dell’azienda, anche rispetto alle ricadute che provoca sui territori di riferimento relativamente agli investimenti ed alle tariffe, e ai livelli occupazionali, superando una gestione aziendale che ad oggi ha “creato” due situazioni estreme: da una parte si chiude l’ erogazione del servizio a chi a causa della crisi non riesce a pagare le bollette e dall’altra  vengono elargiti stipendi d’ oro ai manager”.

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