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lunedì 28 maggio 2012

Edilizia abusiva: Napoli vieta tutti i condoni

Ogni iniziativa che possa riaprire o proporre nuovi provvedimenti legislativi di condono o di sanatoria edilizia, di sospensione o revoca delle demolizioni degli immobili abusivamente edificati fuori dai limiti ammessi dalla legge statale e regionale sarà respinta: è stata così approvata dalla Giunta comunale di Napoli la delibera proposta dagli assessori Luigi De Falco (Urbanistica) e Alberto Lucarelli (Beni Comuni e Democrazia partecipativa)
La decisione conferma la strada intrapresa dall'amministrazione comunale per contrastare l'abusivismo edilizio, che in Campania raggiunge dimensioni significative: 70mila case abusive stimate, con una media di 6mila case illegali costruite l'anno, secondo la stima di Legambiente, che dal 1998 ha emesso 3.479 ordinanze di demolizione. Secondo l'associazione, delle 32.176 ordinanze di demolizione nei comuni di Salerno e Napoli, solo 669 sono state eseguite (il 2%).
Una mossa, quella del Comune, che vuole difendere “il territorio come bene comune, irrinunciabile, da tutelare per le future generazioni, utilizzando lo strumento della pianificazione urbanistica partecipata e condivisa qual è quella vigente nel territorio comunale di Napoli”, come spiega Lucarelli. E che la cultura della salvaguardia passi dalla condivisione lo ribadisce anche De Falco, invocando “una continua informazione alla cittadinanza sui vari aspetti sia ambientali che gestionali riguardanti il territorio, e un'attività di sensibilizzazione rivolta anche agli studenti napoletani”.
Sono 76.558 le domande di condono presentate al governo Berlusconi. Sommate alla sanatoria Craxi-Nicolazzi (106.878 domande) si arriva a un totale di 183.436 richieste, delle quali è stato accolto solo il 9% (pari a 17.508), e respinto lo 0,8% (16.622), mentre le restanti sono in fase di accertamento. Con la decisione del Consiglio Comunale si potrà ora fronteggiare, ai sensi degli articoli 5, 114, 117 e 118 della Costituzione, “tutte quelle attività lesive dei principi costituzionali riconducibili alla tutela del territorio e alla dignità umana”, ricorda ancora Lucarelli.

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