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mercoledì 2 maggio 2012

Ricostruzione dell'Aquila: ingegneri sul piede di guerra

Gli Ingegneri della Provincia di L’Aquila denunciano, a tre anni dal sisma, la mancanza di interventi di riqualificazione risolutivi, puntando il dito contro la legittimità degli incarichi affidati alle Università, sulla cui congruità di spesa chiedono l'intervento degli organi di vigilanza.
Una serie di gravi perplessità che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha affidato a un documento per chiedere delucidazioni esaustive alla Struttura Tecnica di Missione e al Commissario delegato per la ricostruzione.
Due i livelli su cui si muove la denuncia: il primo si riferisce all'affidamento alle Università degli incarichi di progettazione per i Piani di ricostruzione, sotto forma di attività di supporto al RUP, che non avrebbe legittimità. Il secondo riguarda le tariffe di riferimento utilizzate nel pagamento di prestazioni rese da soggetti pubblici e da privati. Raffrontando infatti i compensi emerge che per la medesima attività - ovvero la redazione di un Piano di ricostruzione - relativa a uno stesso intervento – un borgo dell’aquilano con specifiche caratteristiche -, il corrispettivo per l'Università è ben il doppio, in altri termini si aggira attorno ai 142mila euro a fronte, invece, di 64mila euro per i soggetti privati.
Due differenti procedure per uno stesso tipo di incarico: è l’amara scoperta fatta degli ingegneri. Il capitolato del 19 novembre 2010 viene richiamato, infatti, per le prestazioni rese da soggetti pubblici, come gli Atenei, mentre una vecchia circolare n.6679/1969 per quelli privati, come gli studi professionali di ingegneria, con esborsi per le casse dello Stato ben diversi.
Netta la reazione del CNI in merito ai compensi alle Università che “possono apparire del tutto spropositati e essere oggetto di serie ed approfondite riflessioni, anche da parte dei competenti e deputati organi di vigilanza della congruità della spesa”. Entrata, peraltro, indicata dagli Atenei come “rimborso spesa”, che, per gli ingegneri, maschera, in realtà, una prestazione specialistica rilasciata da un soggetto pubblico non abilitato a svolgerla.

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