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giovedì 2 agosto 2012

Apple chiede a Samsung il risarcimento del secolo: al via il processo in California



La battaglia dei brevetti che scuote da anni tutta l'industria delle tecnologie digitali, condotta con accanimento soprattutto dalla Apple, la società che, avendo creato i prodotti di maggior successo si sente anche la più copiata, raggiunge il suo culmine oggi, in California, con l'apertura del processo che oppone la società fondata da Steve Jobs a un altro gigante: la coreana Samsung.


INDENNIZZI - La posta in gioco va molto oltre i 2,53 miliardi di indennizzi chiesti dalla Apple al tribunale di San Josè, a pochi chilometri dalla sede della società di Cupertino: accusando Samsung di aver copiato sia dal punto di vista delle caratteristiche estetiche che da quelle dell'«esperienza d'uso» del consumatore (soprattutto nelle funzioni touchscreen ) tanto l'iPhone quanto l'iPad, la Apple punta come minimo a rallentare la penetrazione sul mercato Usa del Galaxy S3, lo smartphone della Samsung che è divenuto leader del mercato, mettendo un po' in ombra l'iPhone 4S (la nuova versione arriverà a ottobre). Ma c'è anche un obiettivo più ambizioso: costringere sulla difensiva gli altri produttori asiatici di terminali mobili - da HTC a Huawei - che usano il sistema operativo Android di Google, anch'esso finito a suo tempo nel mirino di Steve Jobs.


IL DIBATTIMENTO - Il fondatore della Apple, per molti anni alleato di Google in chiave anti Microsoft, aveva rotto i rapporti con l'azienda di Mountain View quando si sentì attaccato sul suo terreno. Pur considerando copiati alcuni elementi di Android, Jobs, finché è rimasto alla guida della società, non ha mai attaccato direttamente il gruppo fondato da Page e Brin, preferendo trascinare in tribunale le industrie manifatturiere che usano la sua tecnologia. Come Samsung, appunto. Per questo il giudice Lucy Koh, che insieme a una giuria di dieci persone dovrà emettere una sentenza dopo un dibattimento che durerà non meno di un mese, non potrà essere sospettata di costruire un verdetto «casalingo»: dietro Samsung, infatti, c'è Google, un'altra azienda che a San Josè, la capitale della Silicon Valley, è di casa.
GLI INCONTRI - Semmai è strano che su una questione di questa rilevanza commerciale le parti non siano arrivate a un compromesso extragiudiziale prima del processo, come avviene di solito. Alcuni tentativi sono stati fatti, ma gli incontri, iniziati il 16 luglio (presente lo stesso capo di Apple, Tim Cook) si sono risolti in un nulla di fatto. Toccherà così al giudice Koh (ha già bloccato le vendite negli Usa del tablet Galaxy 10.1, mentre non ha fatto altrettanto con lo smartphone Galaxy S3) prendere una decisione che influenzerà in misura rilevante un mercato - quello dei cellulari «intelligenti» e dei tablet - che vale, a livello mondiale, 219 miliardi di dollari. Quello digitale è un mercato sofisticatissimo ma scosso da dispute «feudali». Battaglie sui brevetti quest'anno se ne sono viste anche altre: Oracle contro Google, Yahoo! contro Facebook. E lo scontro Apple-Samsung, iniziato nel 2009, è già arrivato nei tribunali di 12 Paesi. Ora il «gran finale» americano.

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