L’imposta municipale unica sulla prima casa potrà essere pagata in due o tre rate a scelta del contribuente. Nel caso in cui si opti per le due rate, la prima, da pagare entro il 18 giugno, sarà pari al 50 % dell’imposta e verrà calcolata secondo l’aliquota base al 4 per mille, tenendo conto delle detrazioni eventualmente previste, ad esempio in presenza di figli a carico.
Se invece il contribuente sceglie il pagamento in tre rate, dovrà corrispondere il 33% dell’imposta entro il 18 giugno e una seconda tranche di pari importo entro il 17 settembre.
In entrambi i casi è previsto un conguaglio a dicembre, su cui si scaricheranno gli eventuali aumenti delle aliquote deliberati dai Comuni, alle prese con i bilanci e la revisione del sistema di imposizione sulle abitazioni principali.
Come più volte richiesto, la base imponibile dell’imposta è ridotta del 50% per i fabbricati di interesse storico artistico e per gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili e inutilizzati. L’agevolazione è limitata al periodo dell’anno in cui sussistono queste condizioni.
È invece prevista l’esenzione per i fabbricati rurali nei territori montani.
Cambia inoltre la base imponibile dell’imposta di scopo, che dovrà adeguarsi all’Imu. L’imposta, che dal 2007 poteva essere istituita dai Comuni per contribuire al finanziamento di specifiche opere pubbliche, si applicava sulla base della disciplina dell'ICI con un'aliquota massima dello 0,5 per mille e per un periodo massimo di 5 anni.
Anche se per la completa definizione del sistema di imposizione sugli immobili bisognerà attendere la riforma del Catasto, la nuova impostazione della norma sulla semplificazione fiscale ha riscosso apprezzamenti e qualche critica.
Secondo Mascitelli dell’Idv, ad esempio, il nuovo sistema colpisce le abitazioni affittate, perché non è prevista nessuna agevolazione per chi applica i canoni concordati.
A detta di Stradiotto del Pd, il Governo ha sopravvalutato il gettito Imu relativamente alla prima casa, che a suo parere apporterà un miliardo in meno di gettito rispetto all’Ici. Potrebbe inoltre assistersi a una sperequazione tra grandi città e periferie, che dovrebbe essere risolta con la riforma del Catasto predisposta dalla delega fiscale.
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domenica 29 aprile 2012
Certificazione energetica: Italia deferita alla Corte UE
Lo ha annunciato ieri la Commissione spiegando che la normativa italiana non è conforme alle disposizioni relative agli attestati di rendimento energetico e che le autorità italiane non hanno ancora comunicato le misure di attuazione relative alle ispezioni dei sistemi di condizionamento d’aria.
La direttiva - ricorda la Commissione in una nota - prevede che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l’attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario. Tali attestati e le relative ispezioni devono essere rispettivamente compilati ed eseguite da esperti qualificati e/o accreditati.
Attualmente - prosegue il comunicato - la direttiva italiana non prevede questo requisito per tutti gli edifici e comprende deroghe all’obbligo di certificazione da parte di un esperto che non sono previste nella direttiva.
Per quanto riguarda i sistemi di condizionamento d'aria, la direttiva prevede ispezioni periodiche che contemplino una valutazione dell'efficienza del sistema e del suo dimensionamento, corredata da raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti. Le autorità italiane finora non hanno notificato alcuna misura attuativa di questa disposizione.
Il procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia per recepimento incompleto e non corretto della direttiva è stato avviato nel 2006. Nonostante diverse lettere di costituzione in mora e pareri motivati inviati alle autorità italiane, la normativa continua a non essere conforme alla direttiva.
Ricordiamo che la direttiva 2002/91/CE è stata recepita in Italia dal Dlgs 192/2005, modificato dal Dlgs 311/2006, dal Dpr 59/2009 e dalle Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (DM 26/06/2009). Manca l’ultimo decreto attuativo, concernente i requisiti dei certificatori.
È quindi incompleto e non pienamente conforme il recepimento da parte dell’Italia di una direttiva, la 2002/91/CE, che è stata già superata dalla nuova Direttiva 2010/31/UE che introduce gli edifici a energia quasi zero, tema di grande attualità al centro del Tour di convegni di Edilportale.
La direttiva - ricorda la Commissione in una nota - prevede che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l’attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario. Tali attestati e le relative ispezioni devono essere rispettivamente compilati ed eseguite da esperti qualificati e/o accreditati.
Attualmente - prosegue il comunicato - la direttiva italiana non prevede questo requisito per tutti gli edifici e comprende deroghe all’obbligo di certificazione da parte di un esperto che non sono previste nella direttiva.
Per quanto riguarda i sistemi di condizionamento d'aria, la direttiva prevede ispezioni periodiche che contemplino una valutazione dell'efficienza del sistema e del suo dimensionamento, corredata da raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti. Le autorità italiane finora non hanno notificato alcuna misura attuativa di questa disposizione.
Il procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia per recepimento incompleto e non corretto della direttiva è stato avviato nel 2006. Nonostante diverse lettere di costituzione in mora e pareri motivati inviati alle autorità italiane, la normativa continua a non essere conforme alla direttiva.
Ricordiamo che la direttiva 2002/91/CE è stata recepita in Italia dal Dlgs 192/2005, modificato dal Dlgs 311/2006, dal Dpr 59/2009 e dalle Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (DM 26/06/2009). Manca l’ultimo decreto attuativo, concernente i requisiti dei certificatori.
È quindi incompleto e non pienamente conforme il recepimento da parte dell’Italia di una direttiva, la 2002/91/CE, che è stata già superata dalla nuova Direttiva 2010/31/UE che introduce gli edifici a energia quasi zero, tema di grande attualità al centro del Tour di convegni di Edilportale.
Riqualificazione città e sicurezza per il rilancio delle infrastrutture
Riqualificazione urbana, si studia un progetto pilota
Nella visione del Governo, edilizia abitativa e modernizzazione del patrimonio scolastico non devono essere strutturati secondo interventi autonomi ed indipendenti. Deve invece essere creato un sistema replicabile per la riqualificazione urbana.
Il documento del Ministero tira le somme sul piano nazionale di edilizia abitativa, che con 833 milioni investiti, rappresenta un volano di risorse anche locali e private e che genereranno in tutto 72 mila alloggi e quasi 150 mila posti di lavoro. Molti alloggi saranno ricavati dal recupero di vecchie costruzioni, prevedendo la riqualificazione delle aree urbane in continuità con il programma ‘Contratti di quartiere’.
Per l’edilizia scolastica il Ministero ricorda che il Cipe ha stanziato 197 milioni, a favore degli impegni già assunti con il primo piano stralcio, che si aggiungono ai 259 milioni per uno stralcio del secondo programma. In questo modo, gli interventi salgono a 3.596 unità.
Perché gli interventi non risultino slegati tra loro, è allo studio del Ministero un progetto pilota per la riqualificazione urbana, da concordare con Regioni e Comuni. Il progetto, da dedicare inizialmente a tre città italiane, una del Nord, una del Centro e una del Sud, sarà utilizzato come apripista per essere poi esteso alle altre città italiane.
Tra gli obiettivi di rilancio rientrano anche la realizzazione di nuove strutture carcerarie, finanziata in gran parte da capitali privati, e il monitoraggio del processo di ricostruzione post sisma della città de L’Aquila.
Sicurezza sul lavoro verso un nuovo approccio
L’Esecutivo sta studiando un metodo diverso per garantire la sicurezza dei cantieri, non più basato su forme restrittive e penali a valle di infortuni gravi, ma su azioni organiche in grado di agire nell’assetto organizzativo della impresa di costruzione.
Come di legge nell’allegato infrastrutture, le ragioni delle basse performance delle imprese in termini di efficienza industriale sono molteplici e possono essere ricondotte all’incapacità della Pubblica Amministrazione di gestire il mercato delle opere pubbliche con efficienza e razionalità. Non esiste infatti un meccanismo di selezione che impedisca l’ingresso alle imprese meno competitive e favorisca la crescita di quelle migliori.
Come raggiungere gli obiettivi
Per reperire le risorse necessarie, il Ministero non esclude il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e BEI, ma non tralascia neanche nuove forme di partenariato pubblico privato. Con i project bond, obbligazioni del settore privato, emesse dalla società che realizza il progetto, il Ministero punta a diffondere anche in Italia strumento di finanziamento all’avanguardia in Europa e nel resto del Mondo.
Per poter investire, l’operatore privato ha inoltre bisogno di maggiori certezze rispetto a quelle che il sistema riesce attualmente a fornire. Per questo si pensa all’allungamento fino a 50 anni delle concessioni, ma anche a rendere più chiara la fase di progettazione, con asseverazioni sulla bancabilità delle opere.
Positive le impressioni del Cnappc, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha confermato la completa disponibilità a contribuire, sia in fase di studio che di attuazione, al progetto di Rigenerazione Urbana Sostenibile, in sinergia con il mondo delle costruzioni e dell'ambientalismo, per il comune fine di città più efficienti, attraenti e abitabili.
Nella visione del Governo, edilizia abitativa e modernizzazione del patrimonio scolastico non devono essere strutturati secondo interventi autonomi ed indipendenti. Deve invece essere creato un sistema replicabile per la riqualificazione urbana.
Il documento del Ministero tira le somme sul piano nazionale di edilizia abitativa, che con 833 milioni investiti, rappresenta un volano di risorse anche locali e private e che genereranno in tutto 72 mila alloggi e quasi 150 mila posti di lavoro. Molti alloggi saranno ricavati dal recupero di vecchie costruzioni, prevedendo la riqualificazione delle aree urbane in continuità con il programma ‘Contratti di quartiere’.
Per l’edilizia scolastica il Ministero ricorda che il Cipe ha stanziato 197 milioni, a favore degli impegni già assunti con il primo piano stralcio, che si aggiungono ai 259 milioni per uno stralcio del secondo programma. In questo modo, gli interventi salgono a 3.596 unità.
Perché gli interventi non risultino slegati tra loro, è allo studio del Ministero un progetto pilota per la riqualificazione urbana, da concordare con Regioni e Comuni. Il progetto, da dedicare inizialmente a tre città italiane, una del Nord, una del Centro e una del Sud, sarà utilizzato come apripista per essere poi esteso alle altre città italiane.
Tra gli obiettivi di rilancio rientrano anche la realizzazione di nuove strutture carcerarie, finanziata in gran parte da capitali privati, e il monitoraggio del processo di ricostruzione post sisma della città de L’Aquila.
Sicurezza sul lavoro verso un nuovo approccio
L’Esecutivo sta studiando un metodo diverso per garantire la sicurezza dei cantieri, non più basato su forme restrittive e penali a valle di infortuni gravi, ma su azioni organiche in grado di agire nell’assetto organizzativo della impresa di costruzione.
Come di legge nell’allegato infrastrutture, le ragioni delle basse performance delle imprese in termini di efficienza industriale sono molteplici e possono essere ricondotte all’incapacità della Pubblica Amministrazione di gestire il mercato delle opere pubbliche con efficienza e razionalità. Non esiste infatti un meccanismo di selezione che impedisca l’ingresso alle imprese meno competitive e favorisca la crescita di quelle migliori.
Come raggiungere gli obiettivi
Per reperire le risorse necessarie, il Ministero non esclude il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e BEI, ma non tralascia neanche nuove forme di partenariato pubblico privato. Con i project bond, obbligazioni del settore privato, emesse dalla società che realizza il progetto, il Ministero punta a diffondere anche in Italia strumento di finanziamento all’avanguardia in Europa e nel resto del Mondo.
Per poter investire, l’operatore privato ha inoltre bisogno di maggiori certezze rispetto a quelle che il sistema riesce attualmente a fornire. Per questo si pensa all’allungamento fino a 50 anni delle concessioni, ma anche a rendere più chiara la fase di progettazione, con asseverazioni sulla bancabilità delle opere.
Positive le impressioni del Cnappc, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha confermato la completa disponibilità a contribuire, sia in fase di studio che di attuazione, al progetto di Rigenerazione Urbana Sostenibile, in sinergia con il mondo delle costruzioni e dell'ambientalismo, per il comune fine di città più efficienti, attraenti e abitabili.
Ministro dell’Ambiente Clini: detrazione 55% fino al 2020
Le misure, presentate come proposta di delibera al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), puntano a ridurre del 25% le emissioni di CO2 entro il 2020 e raggiungere gli obiettivi del pacchetto Ue Clima Energia 20-20-20.
Ricordiamo che la detrazione del 55% scadrà a fine 2012. Dal 2013 gli interventi di riqualificazione energetica saranno ancora detraibili, ma con una percentuale del 36%, come stabilito dalla Manovra Salva Italia. Negli scorsi mesi Parlamento e Governo si sono detti favorevoli alla stabilizzazione del bonus del 55% e ancora all’inizio di quest’anno la Commissione Ambiente della Camera ne ha chiesto la stabilizzazione e l’estensione agli interventi di consolidamento antisismico.
Dal Rapporto “Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente 2010” predisposto dall’ENEA e presentato all’inizio di aprile, è emerso che la detrazione del 55% ha attivato investimenti complessivi superiori a 4.600 milioni di euro e consentito un risparmio medio per intervento pari a circa 5 MWh/anno. Con questa misura si è ottenuto un risparmio energetico superiore a 2.000 Gwh/anno e un conseguente valore di CO₂non emessa in atmosfera pari a circa 430 kt/anno.
Tornando al documento presentato dal Ministro Clini, le altre misure proposte sono:
- l’istituzione di un Catalogo di tecnologie, sistemi e prodotti per decarbonizzare l’economia italiana: imprese e privati che acquisteranno le tecnologie, i sistemi e i prodotti contenuti nel Catalogo (da definire entro dicembre 2012) avranno accesso agevolato ai benefici previsti dal Fondo Kyoto o una riduzione del 55% dell’IVA sull’acquisto delle tecnologie dei sistemi e dei prodotti stessi;
- l’introduzione della Carbon Tax, per reperire risorse a potenziamento del Fondo per Kyoto;
- l’efficientamento energetico, la generazione distribuita e lo sviluppo di reti intelligenti per le ‘smart cities’;
- la gestione del patrimonio forestale, sia come serbatoio di cattura della CO2 sia per la produzione di biomassa e biocombustibili;
- il rafforzamento del ruolo degli enti locali nel percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale attraverso la prosecuzione della positiva esperienza del “Patto dei Sindaci”.
Obiettivi, questi, “che si sposano con l’innovazione tecnologica - ha spiegato il Ministro Corrado Clini -, con il cambio delle filiere di produzione e che, peraltro, mettono l’economia europea in grado di competere con l’economia degli Stati Uniti, dell’India, della Cina e del Brasile, che stanno investendo tantissimo nelle nuove tecnologie a basso contenuto di carbonio”.
Ricordiamo che la detrazione del 55% scadrà a fine 2012. Dal 2013 gli interventi di riqualificazione energetica saranno ancora detraibili, ma con una percentuale del 36%, come stabilito dalla Manovra Salva Italia. Negli scorsi mesi Parlamento e Governo si sono detti favorevoli alla stabilizzazione del bonus del 55% e ancora all’inizio di quest’anno la Commissione Ambiente della Camera ne ha chiesto la stabilizzazione e l’estensione agli interventi di consolidamento antisismico.
Dal Rapporto “Le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente 2010” predisposto dall’ENEA e presentato all’inizio di aprile, è emerso che la detrazione del 55% ha attivato investimenti complessivi superiori a 4.600 milioni di euro e consentito un risparmio medio per intervento pari a circa 5 MWh/anno. Con questa misura si è ottenuto un risparmio energetico superiore a 2.000 Gwh/anno e un conseguente valore di CO₂non emessa in atmosfera pari a circa 430 kt/anno.
Tornando al documento presentato dal Ministro Clini, le altre misure proposte sono:
- l’istituzione di un Catalogo di tecnologie, sistemi e prodotti per decarbonizzare l’economia italiana: imprese e privati che acquisteranno le tecnologie, i sistemi e i prodotti contenuti nel Catalogo (da definire entro dicembre 2012) avranno accesso agevolato ai benefici previsti dal Fondo Kyoto o una riduzione del 55% dell’IVA sull’acquisto delle tecnologie dei sistemi e dei prodotti stessi;
- l’introduzione della Carbon Tax, per reperire risorse a potenziamento del Fondo per Kyoto;
- l’efficientamento energetico, la generazione distribuita e lo sviluppo di reti intelligenti per le ‘smart cities’;
- la gestione del patrimonio forestale, sia come serbatoio di cattura della CO2 sia per la produzione di biomassa e biocombustibili;
- il rafforzamento del ruolo degli enti locali nel percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale attraverso la prosecuzione della positiva esperienza del “Patto dei Sindaci”.
Obiettivi, questi, “che si sposano con l’innovazione tecnologica - ha spiegato il Ministro Corrado Clini -, con il cambio delle filiere di produzione e che, peraltro, mettono l’economia europea in grado di competere con l’economia degli Stati Uniti, dell’India, della Cina e del Brasile, che stanno investendo tantissimo nelle nuove tecnologie a basso contenuto di carbonio”.
Ebook gratis: Chi vuol essere bravo a scuola? Scritto da Michela de Paoli
Chi non si ricorda quell’emozionante momento di televisione, quando la simpatica concorrente del programma ”Chi vuol esser milionario” Michela De Paoli, sbanca la trasmissione e si porta a casa un fantastico assegno da 1.000.000 di Euro?
Michela de Paoli racconta: Ho scritto questo libro che riassume tutte le tecniche di studio e di memoria che ho usato nei miei anni di scuola, alcune inventate da me, altre suggerite dai miei insegnanti. Ho deciso di scriverlo dopo aver vinto un milione di euro in tv, perchè mi sono state fatte molte domande proprio su come facevo a ricordare tante cose. In esso spiego per esempio come aiutare la memoria o come potenziare la capacità di attenzione.
Scarica l’ Ebook: “ Chi_vuol_essere_bravo_a_scuola“
Rischio bolla immobiliare? L'Ance dice no
In Italia, nonostante la difficile congiuntura per il settore e l’aumento della pressione fiscale non ci sono le condizioni per una bolla immobiliare. Ad affermarlo è l’Anche sottolineando come nella Penisola il fabbisogno di casa sia ancora elevato e i prezzi sia mantengano tendenzialmente stabili.
L’associazione, fin dall’inizio della crisi, ha sostenuto che nella Penisola non ci sono le condizioni per lo scoppio di una bolla immobiliare, come invece si è verificato in altri paesi europei per un eccesso di produzione. “Sicuramente – si legge nella nota - l’introduzione dell’Imu sugli immobili peserà sui bilanci delle famiglie e delle imprese, ma affermare che produrrà un crollo dei prezzi degli immobili appare non aderente alla realtà e alle caratteristiche del mercato immobiliare italiano”.
Il numero di nuove famiglie che rappresenta la domanda potenziale di abitazioni aumenta infatti ogni anno a un ritmo di circa 328.000 l’anno. Queste dinamiche fanno sì che, pur in presenza di un calo delle compravendite, vi sia una sostanziale tenuta dei prezzi delle abitazioni.
E questo, secondo l’Ance, nonostante i dati ancora molto negativi per il settore delle costruzioni che nel quinquennio 2008/2012 avrà perso in termini di investimenti il 24,1%. Nello stesso periodo i livelli produttivi della nuova edilizia abitativa si sono ridotti del 40,4%. In forte flessione appaiono anche i permessi per la costruzione di nuove abitazioni: dal 2006 al 2010 sono diminuiti del 53% passando da circa 306.000 abitazioni del picco del 2005 a circa 143.000 del 2010 e pertanto il flusso di nuove abitazioni che arriva sul mercato è in progressiva diminuzione.
L'Imu potrebbe provocare un crollo tra il 20 e il 50% sui valori delle case
Secondo il Centro Studi Investimenti Sociali (Censis), l’effetto dell’Imu sui prezzi degli immobili potrebbe essere tutt’altro che lieve: i valori delle case potrebbero subire un calo del 20% con punte superiori al 50%.
Questo quanto dichiarato da Giuseppe Roma, direttore generale Censis, durante una conferenza stampa presso la Confcommercio, sostenendo che per affrontare la nuova tassa, “le famiglie venderanno le seconde case”.
Se nel 2011, i valori degli immobili si sono mantenuti pressoché costanti, l’Imu e la rivalutazione del 60% degli estimi saranno i punti cruciali della pressione fiscale sulle famiglie italiane, che prima di intaccare i risparmi, metteranno in vendita le seconde case, con il conseguente, probabile, crollo dei prezzi degli immobili.
La necessità di risorse dello Stato e delle PA è stata definita dal direttore Roma come “un’idrovora”, che progressivamente sta trasformando le famiglie da soggetti consumatori a benefattori per le molte mancanze dello stato sociale e, pertanto, conclude il direttore Censis, la pressione fiscale va ridotta.
Riforma del catasto: secondo Confedilizia 'c'e' un buco enorme nella proposta del Governo'
Come si apprende da un comunicato, Confedilizia esprime la propria contrarietà rispetto alla riforma del Catasto, la cui proposta è stata presentata dal Governo lo scorso lunedì.
La denuncia della Confederazione si esprime attraverso le parole del presidente Corrado Sforza Fogliani, il quale afferma che nella riforma vi sia una “sostanziale riproposizione dell’anacronistico modello del 2006 (già respinto dal Parlamento) in un momento nel quale anche gli ex Paesi dell’Est nonché alcuni Paesi africani si stanno dotando di un Catasto moderno, la cui stima si basa su software di rilevazione e di calcolo oltre che su sistemi georeferenziali”.
Soprattutto, sostiene Confedilizia, nello schema di proposta c’è “un buco enorme, non essendo prevista la possibilità di impugnare nel merito le tariffe d’estimo, atti generali impugnabili solo per motivi di legittimità”. Questo aspetto è incoerente con l’attribuzione della maggior parte delle rendite catastali, che, invece, si basa proprio sulle tariffe d’estimo.
Conclude Sforza Fogliani: “se il Governo intende deliberatamente escludere il controllo di merito (che è ciò che interessa e conta) sulle rendite delle case, lo dica apertamente. Ma abbiamo fiducia che il Parlamento non potrà accettare di mettere un’altra pietra tombale ancora sullo Stato di diritto”.
L'Inu sostiene la pianificazione intermedia delle province
Sul percorso intrapreso dal Governo per la riforma istituzionale dell'assetto delle Province, l'Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu) sostiene la necessità di un livello di pianificazione di area vasta, intermedio tra quello regionale e quelli comunali, al fine di dare un nuovo assetto amministrativo, per un’efficace gestione delle principali risorse in mano alle comunità: suolo, territorio e paesaggio. La posizione dell'Inu è stata espressa in un recente convegno svoltosi a Perugia sul tema “La provincia e la pianificazione intermedia dell'area vasta: nuovi scenari per il governo del territorio”, patrocinato da Regione Umbria, Provincia e Comune di Perugia.
Il processo di riforme offre, secondo l'Inu, un'opportunità importante per una pianificazione strutturale associata da estendere a tutti i territori molto urbanizzati o largamente interconnessi. D'altro canto, il territorio restante, più vasto e policentrico, necessita di un ente intermedio che coordini, indirizzi e guidi questi territori in un'ottica di pianificazione di area vasta. Un'esigenza che la trasformazione delle attuali Province in enti di secondo livello non sembra garantire.
Le preoccupazioni dell'Istituto sono indirizzate alla sostenibilità delle politiche di area vasta, all'esigenza di governare le pianificazioni settoriali, alla messa in sicurezza dei territori, ai problemi energetici di area vasta e del rischio idraulico. L’Inu insiste anche sulla necessità di non disperdere il patrimonio di esperienze e piani prodotti e vigenti, di accordi e protocolli che in questi anni si sono prodotti.
Nell'ottica del sostegno a queste posizioni, l'Istituto ha fatto un altro passo nella promozione dello studio e del confronto, inaugurato lo scorso anno con l'istituzione di un'apposita Commissione Nazionale che ha lo scopo di studiare il coordinamento e la cooperazione territoriale tra Enti.
Il processo di riforme offre, secondo l'Inu, un'opportunità importante per una pianificazione strutturale associata da estendere a tutti i territori molto urbanizzati o largamente interconnessi. D'altro canto, il territorio restante, più vasto e policentrico, necessita di un ente intermedio che coordini, indirizzi e guidi questi territori in un'ottica di pianificazione di area vasta. Un'esigenza che la trasformazione delle attuali Province in enti di secondo livello non sembra garantire.
Le preoccupazioni dell'Istituto sono indirizzate alla sostenibilità delle politiche di area vasta, all'esigenza di governare le pianificazioni settoriali, alla messa in sicurezza dei territori, ai problemi energetici di area vasta e del rischio idraulico. L’Inu insiste anche sulla necessità di non disperdere il patrimonio di esperienze e piani prodotti e vigenti, di accordi e protocolli che in questi anni si sono prodotti.
Nell'ottica del sostegno a queste posizioni, l'Istituto ha fatto un altro passo nella promozione dello studio e del confronto, inaugurato lo scorso anno con l'istituzione di un'apposita Commissione Nazionale che ha lo scopo di studiare il coordinamento e la cooperazione territoriale tra Enti.
Il ddl 1865 che amplia le competenze di geometri e periti, all'esame del Senato
Il ddl 1865 o Decreto Vicari, dal nome della senatrice prima firmataria della proposta, l’architetto Simona Vicari (Pdl), è nuovamente sotto i riflettori. Dopo essere stato sospeso nel 2010, a causa della forte opposizione da parte di architetti e ingegneri, da ieri 17 aprile è sottoposto all’esame della Commissione Lavori Pubblici del Senato.
Motivato dagli anacronistici regolamenti professionali dei geometri e periti industriali risalenti al febbraio 1929, che non corrisponderebbero allo sviluppo della tecnica e delle esigenze della società odierna, il decreto punta all’ampliamento delle competenze dei geometri laureati e dei periti industriali specializzati in edilizia nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23.
Secondo il disegno di legge, composto da 7 articoli, si estenderebbe a questi professionisti la competenza sul progetto architettonico e strutturale, sui calcoli statistici (escludendo i calcoli statistici di complessi di strutture con una funzione statica unitaria), sulla direzione dei lavori, la contabilità, la liquidazione e il collaudo statico e amministrativo degli edifici di nuova costruzione. Sempre di competenza di geometri e periti potrebbero essere l’ampliamento, la sopraelevazione, la ristrutturazione ed il recupero edilizio, il posizionamento interno ed esterno, con esclusione del dimensionamento e degli impianti tecnologici di dotazione ed erogazione. Sarebbero esclusi gli impianti in zona sismica a non più di due e tre piani fuori terra al piano seminterrato o interrato.
Sarebbe inoltre esclusa la competenza per progetti strutturali di adeguamento antisismico di edifici e di complessi edilizi staticamente collegati, di cubatura fuori terra superiore a 5.000 metri cubi.
Oltre alle competenze in campo edilizio, il decreto conferisce ai geometri anche alcune in campo urbanistico, come la formazione dei piani di lottizzazione, gli attuativi di strumenti urbanistici generali approvati e vigenti (entro il limite di superficie di un ettaro di territorio e non oltre la superficie del comparto minimo di intervento definito dagli strumenti urbanistici, se superiore ad un ettaro), la formazione dei piani di recupero in attuazione delle previsioni di strumenti urbanistici generali approvati e vigenti, riguardanti edifici entro limiti fissati.
Infine, per quanto concerne le prestazioni, il ddl prevede che direzione dei cantieri, di prefabbricazione, di strutture in cemento armato e metalliche per ogni tipo di opera, l’estimo e l’amministrazione condominiale di fabbricati in genere, anche a fini espropriativi e catastali rientrano fra le competenze di geometri e periti.
Motivato dagli anacronistici regolamenti professionali dei geometri e periti industriali risalenti al febbraio 1929, che non corrisponderebbero allo sviluppo della tecnica e delle esigenze della società odierna, il decreto punta all’ampliamento delle competenze dei geometri laureati e dei periti industriali specializzati in edilizia nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23.
Secondo il disegno di legge, composto da 7 articoli, si estenderebbe a questi professionisti la competenza sul progetto architettonico e strutturale, sui calcoli statistici (escludendo i calcoli statistici di complessi di strutture con una funzione statica unitaria), sulla direzione dei lavori, la contabilità, la liquidazione e il collaudo statico e amministrativo degli edifici di nuova costruzione. Sempre di competenza di geometri e periti potrebbero essere l’ampliamento, la sopraelevazione, la ristrutturazione ed il recupero edilizio, il posizionamento interno ed esterno, con esclusione del dimensionamento e degli impianti tecnologici di dotazione ed erogazione. Sarebbero esclusi gli impianti in zona sismica a non più di due e tre piani fuori terra al piano seminterrato o interrato.
Sarebbe inoltre esclusa la competenza per progetti strutturali di adeguamento antisismico di edifici e di complessi edilizi staticamente collegati, di cubatura fuori terra superiore a 5.000 metri cubi.
Oltre alle competenze in campo edilizio, il decreto conferisce ai geometri anche alcune in campo urbanistico, come la formazione dei piani di lottizzazione, gli attuativi di strumenti urbanistici generali approvati e vigenti (entro il limite di superficie di un ettaro di territorio e non oltre la superficie del comparto minimo di intervento definito dagli strumenti urbanistici, se superiore ad un ettaro), la formazione dei piani di recupero in attuazione delle previsioni di strumenti urbanistici generali approvati e vigenti, riguardanti edifici entro limiti fissati.
Infine, per quanto concerne le prestazioni, il ddl prevede che direzione dei cantieri, di prefabbricazione, di strutture in cemento armato e metalliche per ogni tipo di opera, l’estimo e l’amministrazione condominiale di fabbricati in genere, anche a fini espropriativi e catastali rientrano fra le competenze di geometri e periti.
sabato 28 aprile 2012
REAZIONI DI CHIMICA ORGANICA - 5 ESERCIZI SVOLTI
ESERCIZIO 1
Scrivere i prodotti delle reazioni del propene con ognuno dei reagenti seguenti:
- KMnO4, a temperatura ambiente
- Br2
- O3
- HCl
- HBr, in presenza di perossidi
- H2SO4, H2O
- Br2 + H2O
- B2H6 seguito da trattamento acido
- B2H6 seguito da H2O2 in alcali
ESERCIZIO 2
Spiegare perché, trattando il 3-metil-1-butene con acido cloridrico, si isolano due prodotti di reazione, il 3-cloro-2-metilbutano e il 2-cloro-2-metilbutano (scrivere il meccanismo della reazione).
ESERCIZIO 3
Indicare i prodotti che si ottengono dall'addizione elettrofila secondo Markovnikov di HI a:
a) propene
b) cloruro di vinile
c) 1-butene
d) 2-metil-2-butene
e) 2-pentene
ESERCIZIO 4
E' possibile sintetizzare due cicloalcheni isomeri di formula C8H14. Entrambi vengono ridotti a cicloottano C8H16per idrogenazione con H2/Pt ed entrambi per ozonolisi forniscono la dialdeide HCO-(CH2)6-CHO.
- Qual è la struttura dei due ciclootteni?
- I due isomeri danno lo stesso diolo per trattamento con KMnO4?
ESERCIZIO 5
Indicare da che parte sono spostati i seguenti equilibri:
---------------------------------------------------------------------------
SOLUZIONI
Esercizio 1
- CH3-CH(OH)-CH2OH
- CH3-CHBr-CH2Br
- CH3-CHO + CH2O
- (CH3)2 CHCl
- CH3 -CH2 -CH2Br
- (CH3)2 CHOH
- CH3-CH(OH)-CH2Br
- CH3-CH2 -CH3
- CH3-CH2-CH2OH
Esercizio 2
Esercizio 3
a) 2-iodopropano (ioduro di isopropile)
b) 1-cloro-1-iodoetano
c) 2-iodobutano
d) 2-iodo-2-metilbutano
e) 2-iodopentano + 3-iodopentano
Esercizio 4
- Si tratta degli isomeri E e Z del cicloottene. L'anello è abbastanza grande da esistere anche con un doppio legame con geometria E.
- No. Dall'isomero E si ottiene il diolo treo e da Z il diolo eritro (il meccanismo di addizione del permanganato al doppio legame è stereoselettivo sin, cioè avviene contemporaneamente dalla stessa parte).
Esercizio 5
- destra
- sinistra
- sinistra
- destra
Stereochimica - Esercizi e soluzioni (4°parte)
Quarta ed ultima parte di questo breve eserciziario di chimica organica sulla stereochimica con soluzioni a fine pagina.
Esercizio 1
Tra le seguenti molecole quali esibiscono un piano di simmetria?
Esercizio 2
Scrivere secondo la proiezione di Fischer le seguenti molecole :
1. (R)-sec-butil alcol
2. acido (S)--clorofenilacetico
3. (S)-1-feniletanolo
4. treo-1,2-dicloro-1,2-dibromo-1-fenilpropano (entrambi gli enantiomeri)
Per il composto 4 disegnare anche le proiezioni a cavalletto e le proiezioni di Newman.
Esercizio 3
Completare le seguenti reazioni indicando tutti gli stereoisomeri che si possono formare:
Esercizio 4
Completare le seguenti reazioni indicando tutti gli stereoisomeri che si possono formare:
Esercizio 5
Classificare le seguenti ipotetiche reazioni come
a: stereospecifiche
b: stereoselettive
c: né stereospecifiche né stereoselettive
------------------------------------------
SOLUZIONI
Esercizio 1
Solo dmostra un piano di simmetria.
Esercizio 2
Esercizio 3
Nel caso 1 non si formano stereocentri, si forma un unico prodotto.
Nella reazione 2 la riduzione porta alla formazione di un centro stereogenico e quindi si formano due enantiomeri.
Nella reazione 3 si ha la formazione di un nuovo stereocentro per cui si formano due diastereoisomeri.
Esercizio 4
Il chetone 1 è una mesoforma, nel chetone 2 non ci sono stereocentri
Nei casi 1 e 2 si formano due prodotti, tra loro in rapporto diastereoisomerico; poiché è presente un piano di simmetria le molecole considerate non sono chirali.
Nella reazione 3, la riduzione del 3-metil cicloesanone porta alla formazione di un nuovo centro stereogenico e quindi si formano due diastereoisomeri, in questo caso entrambi i composti sono chirali.
Esercizio 5
- reazione stereoselettiva
- reazione parzialmente stereospecifica
- reazione non stereoselettiva né stereospecifica
STEREOCHIMICA - ESERCIZI e SOLUZIONI (3°parte)
Esercizio 1
2. Effettuare il confronto interno tra i due atomi di bromo in ciascuna struttura.
Esercizio 21.
2. I gruppi metilenici in 3 e 4 sono costituzionalmente eterotopici
3. I due atomi di idrogeno del gruppo metilenico in posizione 3 sono diastereotopici
2. In a gli atomi di Bromo sono enantiotopici, in b sono omotopici a causa dell’intereconversione della sedia del cicloesano.
Effettuare il confronto esterno tra le coppie dei composti seguenti (indicare se sono enantiomeri, diastereoisomeri, isomeri costituzionali o identici)
Esercizio 2
Disegnare la seguente molecola:
1. (R )-4-fenil-2-butantiolo
2. Eseguire il confronto interno tra i gruppi metilenici in 3 e 4.
3. Effettuare il confronto interno tra i due atomi di idrogeno del gruppo metilenico in posizione 3.
Esercizio 3
1. Eseguire il confronto esterno tra a e b.2. Effettuare il confronto interno tra i due atomi di bromo in ciascuna struttura.
Esercizio 4
Scrivere il terz-butilcicloesano ed effettuare il confronto interno di:
- I due atomi di idrogeno sul carbonio in posizione 4;
- l’atomo di idrogeno assiale in posizione 2 e l’atomo di idrogeno assiale in posizione 3;
- l’atomo di idrogeno assiale in posizione 2 e l’atomo di idrogeno assiale in posizione 6;
l’atomo di idrogeno assiale in posizione 3 e l’atomo di idrogeno equatoriale in posizione 5.
Esercizio 5
Scrivere le formule prospettiche ed effettuare il confronto esterno del (2R,3S)-2-cloro-3-metilossirano e del (2S,3S)-2-cloro-3-metilossirano
-----------------------------------
SOLUZIONI
Esercizio 1
Esercizio 2
2. I gruppi metilenici in 3 e 4 sono costituzionalmente eterotopici
3. I due atomi di idrogeno del gruppo metilenico in posizione 3 sono diastereotopici
Esercizio 3
1. a e b sono diastereoisomeri2. In a gli atomi di Bromo sono enantiotopici, in b sono omotopici a causa dell’intereconversione della sedia del cicloesano.
Esercizio 4
Esercizio 5
Sono diastereoisomeri
STEREOCHIMICA - ESERCIZI e SOLUZIONI (2°parte)
ESERCIZIO 1
ESERCIZIO 2
Attribuire l’opportuno descrittore configurazionale per tutti gli stereocentri delle molecole sotto riportate:
ESERCIZIO 2
Scrivere tutti i possibili stereoisomeri delle seguenti molecole:
ESERCIZIO 3
1. Quali tra i seguenti composti sono enantiomeri?
2. Quali sono forme meso?
3. Quali sono composti identici?
ESERCIZIO 4
a) Scrivere la conformazione più stabile del trans-1-terz-butil-3-metilcicloesano
b) Disegnare le proiezioni di Newmann per le conformazioni sfalsate del n-butano, indicando qual è la più stabile
ESERCIZIO 5
Disegnare tutti i possibili stereoisomeri dei seguenti composti ed attribuire la stereochimica dei loro centri stereogenici:
- acido 2,4-diidrossipentandioico
- 1,2-dimetilciclopentano.
- 1,2-dicloro-3-metilcicloesano.
----------------------------------------------------------------------
SOLUZIONI
Esercizio 1
Esercizio 2
Esercizio 3
1. C e E
2. B,D,A
3. A e E
Esercizio 4
Esercizio 5
1.Tre stereoisomeri: una forma meso ed una coppia di enantiomeri
2. Tre composti: (anti) 1,2-dimetilciclopentano (due enantiomeri) e (syn)1,2-dimetilciclopentano (una forma meso).
3. Nella molecola sono presenti tre stereocentri e non ci sono elementi di simmetria, per cui ci sono 23 diastereoisomeri a coppie di enantiomeri.
STEREOCHIMICA - ESERCIZI e SOLUZIONI (1°parte)
Ecco una prima serie di utili esercizi sulla stereochimica con relativa soluzione a fine pagina, per prepararsi al temuto esame di chimica organica.
Individuare gli eventuali stereocentri nelle seguenti molecole.
Esercizio 1
Esercizio 2
Esercizio 3
Esercizio 1
Individuare gli eventuali stereocentri nelle seguenti molecole.
Esercizio 2
1) Quanti centri stereogenici contengono le seguenti molecole?
2) Quanti isomeri si possono prevedere in base al numero di stereocentri?
3) Quanti isomeri ci sono effettivamente?
Attribuisci a ciascun carbonio stereogenico la configurazione R/S:
Individua ciascun doppio legame con l’opportuno descrittore (E o Z):
Individua la formula del 3(S)-metil-1(R),2(S)-cicloesandiolo e trova la conformazione a sedia preferita.
--------------------------------------------------------
2) Quanti isomeri si possono prevedere in base al numero di stereocentri?
3) Quanti isomeri ci sono effettivamente?
Esercizio 3
Attribuisci a ciascun carbonio stereogenico la configurazione R/S:
Esercizio 4
Esercizio 5
--------------------------------------------------------
SOLUZIONI
Esercizio 2
A a) 3
b) 8
c) 8
B a) 3
b) 8
c) 4
C a) 4
b) 16
c) 6
Esercizio 4
Esercizio 5
I composti a e b sono in equilibrio conformazionale. Ciò è dovuto alla proprietà di interconversione della sedia del cicloesano.
b è il conformero preferito in quanto i sostituenti si trovano in posizione equatoriale (metile e gli OH).
Restituite i soldi ai cittadini ora!
E’ uno scandalo: i partiti ci hanno rubato 1,7 miliardi di euro e fra poco potrebbero riceverne ancora. Ma c'è una proposta concreta per cominciare a farci restituire subito i soldi.
I giudici hanno beccato i politici comprarsi case di lusso, auto costose e persino lingotti d’oro con i soldi pubblici destinati al rimborso delle campagne elettorali. Ora i partiti stanno disperatamente cercando di riconquistare la nostra fiducia prima delle elezioni locali fra una settimana, ma l'unico modo che abbiamo per ottenere una risposta concreta è costringerli ad approvare una legge in cui rinuncino interamente alla prossima tranche di pagamento del rimborso elettorale. Italia dei Valori e Lega Nord hanno già detto che lo faranno: se otterremo il sostegno di Alfano, Bersani e Casini, potremo iniziare finalmente a fare pulizia nella politica italiana.
Dobbiamo agire prima delle elezioni per smascherare le false promesse dei politici e far approvare la legge. Inondiamo Alfano, Bersani e Casini di messaggi esigendo il rimborso dei cittadini. Clicca sotto per dire ai partiti di restituirci i soldi e fai il passaparola con tutti: insieme possiamo costruire l’Italia che vogliamo!
http://www.avaaz.org/it/the_peoples_reimbursement/?vl
Nel 1993 con un referendum gli italiani hanno detto no al finanziamento pubblico ai partiti. Ma per aggirare il risultato e continuare a incassare un fiume di denaro, i partiti si sono inventati il “rimborso elettorale", che doveva servire per le spese della campagna elettorale, senza però alcun tipo di controllo contabile. Ora sappiamo che dal 1994 a oggi i partiti ci hanno scippato 1,7 miliardi di euro: hanno ricevuto 2,3 miliardi di cui solo 580 milioni sono stati effettivamente spesi per le campagne elettorali!
L’ultimo scandalo alle cronache ha messo in luce come i partiti abbiano speso milioni di denaro pubblico in beni di lusso e in scambi di denaro per corrompere la nostra democrazia. Ora Italia dei Valori e Lega Nord hanno dichiarato che faranno un primo passo rinunciando interamente a 180 milioni di euro: l’ultima tranche del rimborso ai partiti per le elezioni del 2008. Ma per ottenere che tutti i partiti ci restituiscano i soldi, abbiamo bisogno di una legge d'emergenza: e almeno 2 fra i 3 leader Alfano, Bersani e Casini, devono essere d’accordo.
Chiediamo ai partiti di approvare il rimborso dei cittadini e iniziamo un processo per riformare e controllare i partiti politici e tagliare il finanziamento pubblico. Le elezioni locali sono dietro l’angolo e i partiti ci stanno ascoltando. Abbiamo poco tempo per dare forza a questo cambiamento. Clicca sotto per mandare un messaggio urgente e poi dillo a tutti:
http://www.avaaz.org/it/the_peoples_reimbursement/?vl
La comunità di Avaaz in Italia ha combattuto e vinto molte battaglie per la libertà d'informazione e contro la corruzione. Ora abbiamo bisogno di un'azione chiara e urgente per mettere fine una volta per tutte alle ruberie dei partiti e riformare il sistema. Facciamo pressione ora e iniziamo a costruire l’Italia che tutti noi vogliamo.
Con speranza e determinazione,
Giulia, Alice, Luca, Luis, Ricken, Pascal, Pedro e tutto il resto del team di Avaaz
Ulteriori approfondimenti:
Finanziamento pubblico: ecco i costi della partitocrazia. I numeri che nessuno ha mai dato (Radicali Italiani)
http://radicali.it/primopiano/20120415/esclusivo-finanziamento-pubblico-tutti-soldi-partiti
Rimborsi, partiti divisi. Italia dei Valori: "Li restituiremo" (Corriere della Sera)
http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=15-04-2012&pdfIndex=44
Rimborsi elettorali, il Pd non può rinunciare. Il tesoriere Misiani: “Non sopravviveremmo” (Il Fatto quotidiano)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/14/i-milioni-di-luglio-ci-servono-senn-i-partiti-chiudono/204361/
Il Pd e i fondi ai partiti. "Dimezziamoli subito" (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/politica/2012/04/24/news/il_pd_e_i_fondi_ai_partiti_dimezziamo_subito-33853359/?ref=HREC1-1
Alfano-Bersani-Casini: "Via finanziamento ai partiti? Drammatico, paese in mano a lobby" (Tgcom)
http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1043344/alfano-bersani-casini-via-finanziamento-ai-partiti-drammatico-paese-in-mano-a-lobby.shtml
Alfano: "Faremo un nuovo partito senza finanziamento pubblico" (dal blog di Angelino Alfano)
http://www.angelinoalfano.it/agenzie-di-stampa/2401-alfanofaremo-nuovo-partito-senza-finanziamento-pubblico
CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 14 milioni di membri da tutto il mondo, che lavora perché le opinioni e i valori dei cittadini di ogni parte del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali (Avaaz significa "voce" in molte lingue). I membri di Avaaz vivono in ogni nazione del mondo; il nostro team è sparso in 19 paesi distribuiti in 6 continenti e opera in 14 lingue. Clicca qui per conoscere le nostre campagne più importanti, oppure seguici su Facebook o Twitter.
I giudici hanno beccato i politici comprarsi case di lusso, auto costose e persino lingotti d’oro con i soldi pubblici destinati al rimborso delle campagne elettorali. Ora i partiti stanno disperatamente cercando di riconquistare la nostra fiducia prima delle elezioni locali fra una settimana, ma l'unico modo che abbiamo per ottenere una risposta concreta è costringerli ad approvare una legge in cui rinuncino interamente alla prossima tranche di pagamento del rimborso elettorale. Italia dei Valori e Lega Nord hanno già detto che lo faranno: se otterremo il sostegno di Alfano, Bersani e Casini, potremo iniziare finalmente a fare pulizia nella politica italiana.
Dobbiamo agire prima delle elezioni per smascherare le false promesse dei politici e far approvare la legge. Inondiamo Alfano, Bersani e Casini di messaggi esigendo il rimborso dei cittadini. Clicca sotto per dire ai partiti di restituirci i soldi e fai il passaparola con tutti: insieme possiamo costruire l’Italia che vogliamo!
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Nel 1993 con un referendum gli italiani hanno detto no al finanziamento pubblico ai partiti. Ma per aggirare il risultato e continuare a incassare un fiume di denaro, i partiti si sono inventati il “rimborso elettorale", che doveva servire per le spese della campagna elettorale, senza però alcun tipo di controllo contabile. Ora sappiamo che dal 1994 a oggi i partiti ci hanno scippato 1,7 miliardi di euro: hanno ricevuto 2,3 miliardi di cui solo 580 milioni sono stati effettivamente spesi per le campagne elettorali!
L’ultimo scandalo alle cronache ha messo in luce come i partiti abbiano speso milioni di denaro pubblico in beni di lusso e in scambi di denaro per corrompere la nostra democrazia. Ora Italia dei Valori e Lega Nord hanno dichiarato che faranno un primo passo rinunciando interamente a 180 milioni di euro: l’ultima tranche del rimborso ai partiti per le elezioni del 2008. Ma per ottenere che tutti i partiti ci restituiscano i soldi, abbiamo bisogno di una legge d'emergenza: e almeno 2 fra i 3 leader Alfano, Bersani e Casini, devono essere d’accordo.
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La comunità di Avaaz in Italia ha combattuto e vinto molte battaglie per la libertà d'informazione e contro la corruzione. Ora abbiamo bisogno di un'azione chiara e urgente per mettere fine una volta per tutte alle ruberie dei partiti e riformare il sistema. Facciamo pressione ora e iniziamo a costruire l’Italia che tutti noi vogliamo.
Con speranza e determinazione,
Giulia, Alice, Luca, Luis, Ricken, Pascal, Pedro e tutto il resto del team di Avaaz
Ulteriori approfondimenti:
Finanziamento pubblico: ecco i costi della partitocrazia. I numeri che nessuno ha mai dato (Radicali Italiani)
http://radicali.it/primopiano/20120415/esclusivo-finanziamento-pubblico-tutti-soldi-partiti
Rimborsi, partiti divisi. Italia dei Valori: "Li restituiremo" (Corriere della Sera)
http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=15-04-2012&pdfIndex=44
Rimborsi elettorali, il Pd non può rinunciare. Il tesoriere Misiani: “Non sopravviveremmo” (Il Fatto quotidiano)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/14/i-milioni-di-luglio-ci-servono-senn-i-partiti-chiudono/204361/
Il Pd e i fondi ai partiti. "Dimezziamoli subito" (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/politica/2012/04/24/news/il_pd_e_i_fondi_ai_partiti_dimezziamo_subito-33853359/?ref=HREC1-1
Alfano-Bersani-Casini: "Via finanziamento ai partiti? Drammatico, paese in mano a lobby" (Tgcom)
http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1043344/alfano-bersani-casini-via-finanziamento-ai-partiti-drammatico-paese-in-mano-a-lobby.shtml
Alfano: "Faremo un nuovo partito senza finanziamento pubblico" (dal blog di Angelino Alfano)
http://www.angelinoalfano.it/agenzie-di-stampa/2401-alfanofaremo-nuovo-partito-senza-finanziamento-pubblico
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venerdì 27 aprile 2012
Idrogeno dall'energia solare grazie a un catalizzatore artificiale
I ricercatori del Dipartimento di Chimica del Kth (Kungliga Tekniska hogskolan) - Royal Institute of Technology di Stoccolma hanno progettato un catalizzatore molecolare in grado di convertire in tempi molto brevi l'acqua in ossigeno: la ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Chemistry, potrebbe segnare un passo decisivo verso la produzione di idrogeno tramite l'impiego di energia solare.
È da più di tre decenni che gli scienziati mondiali sono alla ricerca di una modalità per replicare in laboratorio il processo di fotosintesi, impiegato dalle piante per crescere impiegando l'energia solare, e i risultati fino ad ora ottenuti sono riusciti solo parzialmente a simularne il procedimento.
Il team capitanato dal professore Licheng Sun è riuscito a determinare una frequenza record per la fotosintesi artificiale: 300 turnovers in molecole d'ossigeno al secondo, contro quella naturale che va dai 100 ai 400. In questo modo, spiega Sun, si potrebbero “costruire grandi impianti ad idrogeno in zone come il Sahara, che dispongono di enormi quantità di luce solare; oppure permettere un'efficienza maggiore nella trasformazione dell'energia solare in elettricità”.
Sun sostiene che questo tipo di ricerca, nell'arco di 10 anni, permetterà di produrre una tecnologia economica in grado di competere con i combustibili a base di carbonio. “Non è una sorpresa che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama stia investendo miliardi in questo settore”, ha commentato Sun.
È da più di tre decenni che gli scienziati mondiali sono alla ricerca di una modalità per replicare in laboratorio il processo di fotosintesi, impiegato dalle piante per crescere impiegando l'energia solare, e i risultati fino ad ora ottenuti sono riusciti solo parzialmente a simularne il procedimento.
Il team capitanato dal professore Licheng Sun è riuscito a determinare una frequenza record per la fotosintesi artificiale: 300 turnovers in molecole d'ossigeno al secondo, contro quella naturale che va dai 100 ai 400. In questo modo, spiega Sun, si potrebbero “costruire grandi impianti ad idrogeno in zone come il Sahara, che dispongono di enormi quantità di luce solare; oppure permettere un'efficienza maggiore nella trasformazione dell'energia solare in elettricità”.
Sun sostiene che questo tipo di ricerca, nell'arco di 10 anni, permetterà di produrre una tecnologia economica in grado di competere con i combustibili a base di carbonio. “Non è una sorpresa che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama stia investendo miliardi in questo settore”, ha commentato Sun.
Dall'Enea il Rapporto Energia e Ambiente
“Con questo Rapporto l’Enea intende fornire un punto di riferimento per tutto il settore energetico del Paese, contribuendo alla definizione della politica energetica nazionale attraverso l’elaborazione di analisi e scenari utili per il decisore politico”. Con queste parole Giovanni Lelli, Commissario dell’Enea, ha presentato la nuova edizione del Rapporto Energia e Ambiente lo scorso 18 aprile alla Camera dei Deputati.
Dagli scenari evidenziati nel rapporto, emerge l’esigenza prioritaria di ridurre la dipendenza energetica dall’estero effettuando scelte strategiche orientate alla green economy, che richiedono un processo di trasformazione tecnologica.
È necessario puntare, secondo l’Enea, sulla diversificazione delle fonti, su una maggiore diffusione delle rinnovabili, sul potenziamento delle infrastrutture e di un sistema di smart grid, sull’incentivazione dell’efficienza energetica e sul risparmio di energia nel settore residenziale e industriale. Efficienza energetica, fonti rinnovabili e sviluppo delle reti rappresentano pertanto gli strumenti chiave per ridurre le emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi europei per l’attuazione di un processo di decarbonizzione del sistema energetico ed economico.
Il Rapporto Energia e Ambiente presenta il quadro delle dinamiche in atto nel contesto del sistema energetico internazionale e nazionale relative alla domanda e ai prezzi dell’energia, agli obiettivi a lungo termine e alla road map 2050. Vengono inoltre analizzati l’andamento dei negoziati sul clima, il mercato delle emissioni, la fiscalità energetica e la carbon tax.
Per quanto riguarda l’Italia, nel corso del 2010 la domanda di energia primaria si è attestata sui 187,8 Mtep, aumentando del 4,1% rispetto al 2009, trainata dalla seppur lieve ripresa economica (1,3%). Il dato scaturisce da un incremento significativo dell’apporto dei combustibili solidi (+14,2%), delle rinnovabili (+13,3%) e del gas (+6,5%). Si è registrata invece una contrazione del petrolio (-1,5%) e delle importazioni nette di energia elettrica (-1,8%). L’aumento della domanda di energia primaria evidenzia un’inversione del trend di riduzione dei consumi primari registratosi nei precedenti quattro anni, anche se il valore del 2010 è ben lontano dal massimo di 197,8 Mtep raggiunto nel 2005.
L’Italia è tra i paesi che hanno maggiormente fatto ricorso a politiche di incentivi per lo sviluppo delle rinnovabili “ma questo processo - sottolinea l’Enea - è avvenuto in maniera contraddittoria perché la crescita del fotovoltaico ha causato un peggioramento del deficit commerciale delle tecnologie per le rinnovabili, con un aumento delle importazioni. Ciò è dovuto al fatto che non c’è stato sufficiente impegno nella ricerca del settore e nella capacità di stimolare nuove filiere industriali, diversamente da quanto è accaduto in altri Paesi europei”.
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