CERCASI SPONSOR E DONAZIONI --- CERCASI SPONSOR E DONAZIONI --- CERCASI SPONSOR E DONAZIONI

venerdì 20 aprile 2012

Combustibili solidi secondari: ogni anno sprechi per 2,5 miliardi

Ogni anno in Italia vengono prodotte 32 milioni di tonnellate di Ru (Rifiuti urbani), di cui ben 21 finiscono in discarica senza differenziazione. Se tra questi i potenziali combustibili solidi secondari (Css) fossero recuperati per l'utilizzo nel settore industriale, in particolare nei cementifici, nelle centrali elettriche e termovalorizzatori, il loro recupero permetterebbe di risparmiare 140 euro in bolletta per ogni contribuente.

A sostenerlo è lo studio di Nomisma Energia, promosso da Aitec (Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento)-Confindustria. Secondo il rapporto tramite l'impiego di un procedimento diossina-free si potrebbero tagliare circa 7,9 milioni di tonnellate di Co2, creando per la realizzazione del processo 10.700 posti di lavoro.
Il valore totale dei Css finiti in discarica ammonterebbe a 2,5 miliardi di euro: il loro potenziale impiego nei processi di recupero, anche solo nei cementifici, eviterebbe l'acquisto di 3,7 milioni di tonnellate di petrolio. Senza contare che il confronto con gli altri paesi europei è fortemente a svantaggio dell'Italia: nel nostro Paese la percentuale di rifiuti usati per il loro potere energetico è del 13%, contro il 30-40% della Germania.

Il rapporto è stato presentato all'interno di un convegno a cui ha partecipato anche il ministro dell'Ambiente Clini, che ha annunciato di volersi impegnare per emanare entro fine aprile un decreto che sancisca l'impiego dei Css nei processi industriali, facendoli così uscire dal circuito della gestione dei rifiuti; l'obiettivo – ha precisato il ministro - è far entrare i rifiuti in un ciclo industriale, qualunque sia: raccolta differenziata, recupero di energia o recupero di materiali.
“Per consentire l'utilizzo di risorse energetiche non tradizionali nei processi industriali faremo Accordi di Programma impegnativi, con vincoli definiti, sia per le Regioni che per le imprese, comprese le Regioni ora in emergenza: la Campania, la Calabria che è in una situazione molto precaria, Sicilia, Lazio, e anche la Puglia” ha aggiunto il ministro.

Nessun commento:

Posta un commento