L'elettrodo di riferimento, arbitrariamente scelto, al quale viene attribuito per convenzione il potenziale E° = 0,00 V (a 25°C), è l'elettrodo standard a idrogeno. Esso è costituito da un filo di platino (Pt), intorno al quale gorgoglia idrogeno puro (H2) alla pressione di 1 atm; il filo è immerso in una soluzione 1 M di ioni H3O+. Collegando all'elettrodo a idrogeno i vari semielementi da confrontare (nelle stesse condizioni standard), si misura la f.e.m., delle pile così costituite e in base alla relazione:

Se il potenziale standard è positivo, significa che il sistema ha una maggior tendenza ad acquistare elettroni rispetto al sistema H2/H3O+ (elettrodo a idrogeno), cioè ha un potere ossidante maggiore; se il potenziale standard è negativo, il sistema ha una tendenza a cedere elettroni maggiore del sistema H2/H3O+ cioè ha un potere riducente maggiore.
Ne consegue che ogni semicoppia si comporta da ossidante rispetto alle semicoppie che la precedono nella scala e come riducente rispetto alle semicoppie che la seguono. Se si accoppiano due elettrodi a formare una pila, tanto maggiore è la differenza dei loro potenziali standard, tanto più spontanea è la reazione di ossidoriduzione complessiva che avviene tra i due sistemi (tanto più a destra è spostato l'equilibrio) e tanto più è vantaggiosa la pila risultante. Nel caso della pila:



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