Un’innovativa tecnologia è in arrivo al porto di Genova. Si tratta di una sorta di dosso artificiale da posizionare in prossimità di un passaggio rallentato, un casello o un varco. Quando il mezzo pesante passa sul dosso, il suo peso esercita pressione e mette in funzione delle pompe a pistone sotterranee che, attraverso un convertitore collegato alla rete, trasformano l'energia meccanica in elettrica. Il tutto regolato da un computer.
I luoghi ideali dove posizionare gli innovativi dossi sono quindi quelli di grande passaggio di veicoli a basse velocità, come ingressi a parcheggi, dogane, porti, centri logistici. Il sistema prevede l’installazione di un numero di dossi che varia da cinque a otto e ciascuno ha un’altezza di 6 cm, è largo un metro e mezzo e va interrato a una profondità di 1,5 metri sotto il livello stradale.
Il porto di Genova sarà il primo in Italia a sfruttare questa soluzione, brevettata dalla società israeliana G-motion del Kibbutz Yakum, a una trentina di chilometri da Tel Aviv. Una delegazione della compagnia ha incontrato nei giorni scorsi l’Autorità portuale di Genova per proporre l’idea, poi presenterà un dossier con i dettagli tecnici e formalizzerà la proposta per l’installazione di un impianto di cinque dossi da sistemare davanti al varco di San Benigno, che fornirà gratuitamente in comodato d’uso.
Sembra che il dispositivo porti con sé anche vantaggi economici: a fronte di un investimento di 300mila dollari, con un traffico giornaliero di 20mila veicoli, si ha una produzione di oltre 450 KWh al giorno e un break even di quattro anni, la metà dei tempi medi di ritorno di investimenti nel solare.
E a Genova quali sono le potenzialità ‘elettriche’ del sistema? Gli esperti dicono che con un passaggio medio di 4mila veicoli si potrebbe illuminare l’intero parcheggio più una palazzina di 5 piani.
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