Il senatore del Pd Lucio D’Ubaldo, è stato condannato dalla sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Lazio a restituire all’Asp 170 mila per avere approvato un contratto fuori dai parametri stabiliti dalla legge quando era alla guida di Lazio Sanità. L’accordo era stato firmato nell’aprile 2006 per Claudio Clini, appena nominato direttore generale dell’Agenzia pubblica della Regione. Una firma da 193mila euro all’anno, più un premio pari al 20% dello stipendio. Cifre e addizioni che sono costate a D’Ubaldo, oggi vicepresidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, una condanna “salata”.
Il senatore Pd però si difende: “Ho agito in assoluta buona fede e onorando le procedure di legge. Il rapporto di lavoro del direttore generale era passato al vaglio di tutti gli uffici dell’Asp e della Regione. Se era davvero fuori norma, perché nessuno me l’ha detto? E per quale ragione, fatte le verifiche amministrative, avrei dovuto negare la firma sul contratto? In ogni caso, la Corte dei Conti ha escluso il dolo. La mia onestà è fuori discussione”.
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