Nella consapevolezza che la riforma urbanistica debba essere preceduta dalla rideterminazione del contenuto della proprietà fondiaria il Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni) e il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc) - in cooperazione con Ance, Tecnoborsa, e Censu, e con la consulenza del professor Paolo Stella Richter - hanno predisposto una bozza di disegno di legge sul regime dei suoli denominata “Nuove norme in materia di contenuto della proprietà fondiaria, di determinazione dell’indennità di esproprio e di perequazione urbanistica”.
Ingegneri e architetti sono convinti dell’urgenza di una nuova e moderna legge urbanistica per la valorizzazione del territorio che, a differenza di quando afferma la normativa vigente che risale al 1942, “non deve più essere ricostruito – si legge nella nota -, ma salvaguardato da inadeguate trasformazioni urbanistiche, frenando l’espansione edilizia, incentivando i temi del recupero, della riqualificazione e rigenerazione urbana attraverso la qualità dell’architettura. In una realtà in continuo cambiamento, gli attuali strumenti di governo del territorio si sono rivelati inadeguati a gestire i nuovi processi di sviluppo”.
La bozza di disegno di legge è dunque finalizzata a salvaguardare il principio di pianificazione, liberando il territorio dall’episodicità della contrattazione tra Comune e singoli proprietari. Consente altresì di avviare a soluzione l’annoso problema della determinazione dell’indennità di espropriazione.
“La mancanza di norme chiare a livello statale in materia di regime dei suoli – prosegue la nota –, in particolare riferite alle nuove misure della perequazione ormai presenti in molte legislazioni regionali, oltre a produrre situazioni di confusione e contenzioso nella pratica della pianificazione, non incoraggia certamente l’ingresso di investimenti esteri nel mercato immobiliare italiano, già sufficientemente penalizzato da una burocrazia pressoché invulnerabile.”
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