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venerdì 27 aprile 2012

Sicurezza sul lavoro e morti bianche: il bilancio del primo trimestre 2012

Marzo come mese più tragico per le morti sul lavoro nel nostro Paese dall’inizio dell’anno. Sono state 44 le vittime rilevate dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering e sale così a 108 il numero dei decessi del primo trimestre 2012.
E ad emergere con i dati più sconfortanti è la Lombardia (con 18 morti bianche in tre mesi) e la Toscana che con 17 vittime sul lavoro è anche al primo posto quando si osserva l’emergenza rispetto alla popolazione lavorativa. La Toscana infatti fa registrare un indice di incidenza pari a 10,9 contro una media nazionale del 4,7. Terza per numero di morti bianche è invece l’Emilia Romagna (10), seguita da Veneto e Piemonte (9), dalla Campania (7) e dal Lazio (6).
Sul fronte dell’incidenza delle morti bianche sulla popolazione lavorativa emergono la Basilicata, seconda dopo la Toscana con un indice di 10,8, il Molise (9,2), l’Abruzzo (8,1), il Friuli Venezia Giulia (7,9) e le Marche (7,6). Mentre in Lombardia e Veneto, che pure sono nelle prime posizioni della graduatoria nazionale in termini assoluti, gli indicatori di incidenza sono inferiori alla media del Paese, rispettivamente pari a 4,2 e 4,3.
Osservando poi la mappatura degli incidenti sul lavoro per macroaree geografiche è il Centro della Penisola a contare il maggior numero di decessi (45), seguito dal Nordovest (30), dal Nordest (15), dal Sud (12) e dalle Isole (6). Mentre comparando tali risultati con la popolazione lavorativa lo scenario si modifica. La maglia nera spetta sempre al Centro del Paese (6,1) ma è seguito questa volta dal Nordest dove l’indice di incidenza è pari a 4,9. Seguono il Nordovest (4,4), il Sud (3,4) e dalle Isole (3).
Nella classifica provinciale delle morti bianche rispetto alla popolazione lavorativa, prima e seconda in graduatoria sono proprio Grosseto – che fa registrare un indice di incidenza pari a 72,8 – e Massa Carrara (25). Terza è Agrigento (24,8), e quarta nuovamente una provincia toscana, Livorno (22,7).  In termini assoluti accanto a Grosseto che conta 7 vittime sul lavoro dall’inizio dell’anno, complice purtroppo la tragedia della nave Concordia, c’è Brescia con altrettanti decessi, 5 a Torino, 4 ad Ancona; e ancora 3 le vittime rilevate a Massa Carrara, Livorno, Avellino e Salerno.
La principale causa di morte registrata dall’Osservatorio è quella provocata da una caduta dall’alto (26,9%), seguita dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall’alto (24,1%); al terzo posto il ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento (12%); al quarto il contatto con organi lavoratori in movimento (5,6%). Seguono le morti dovute a cause elettriche dirette e indirette (4,6 per cento), il seppellimento o sprofondamento (3,7%), così come il decesso dovuto all’investimento da mezzo semovente. Il 2,8% dei morti è stato vittima di un letale contatto con oggetti/mezzi in movimento. E ancora l’1,9% sono i decessi dovuti a esplosione, incendio, soffocamento o intossicazione da gas.
Sempre l’agricoltura il settore economico più a rischio con il 37,4% dei casi di morti bianche di tutto il Paese, seguito dal settore delle costruzioni (24,3%). Il 9,3% degli eventi mortali, invece, è stato registrato nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni; e ben il 10,3% dei lavoratori ha perso la vita nel commercio e nelle attività artigianali; il 4,7% nei servizi, e il 2,8% nella produzione e distribuzione/manutenzione di energia elettrica, gas acqua così come nella fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici.
Seguendo l’indagine si scopre che gli stranieri deceduti sul lavoro sono il 14,3 per cento del totale. Mentre le fasce d’età più coinvolte nel dramma sono quelle che vanno dai 45 ai 54 anni (26 vittime) e quella tra i 55 e i 64 anni (21) come quella degli ultra sessantacinquenni.

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