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lunedì 23 aprile 2012

Commodore VIC-20

l Commodore VIC-20[1] o Commodore VIC 20[2] (in Giappone: Commodore VIC-1001; in Germania: Commodore VC 20)[3] è un home computer della Commodore Business Machines Inc. commercializzato dall'ottobre 1980 al gennaio 1985. Fu proposto come computer per la famiglia e per il gioco ed ebbe un grande successo di vendite, subissato solo dal successivo Commodore 64.
L'hardware è basato sul processore MOS 6502, con una memoria ROM di circa 20 kB contenente sistema operativo e interprete BASIC, memoria RAM di 5 kB, di cui 3,5 kB disponibili per la programmazione in BASIC.


Importanza storica e dati di vendita [modifica]

Il Commodore VIC-20 è stato il primo computer della storia a superare la quota simbolica di un milione di esemplari venduti, quota tutt'oggi rilevante che il Commodore VIC-20 ha raggiunto nel gennaio 1983.
Il periodo di maggiore successo commerciale del Commodore VIC-20 è stato il 1982, anno in cui è risultato anche il computer più venduto nel mondo con 800.000 esemplari venduti. All'apice del suo successo commerciale venivano prodotti circa 9.000 esemplari al giorno. In totale sono stati venduti circa 2,5 milioni di esemplari, quantità che non fa del Commodore VIC-20 il computer più venduto della storia. Tale primato appartiene ad un computer sempre della Commodore Business Machines Inc., il Commodore 64, venduto in 17 milioni di esemplari.
Il Commodore VIC-20 inoltre è stato il primo computer della storia con video a colori venduto al dettaglio ad un prezzo inferiore ai 300 dollari.

Storia [modifica]

Prodotto da Commodore a partire dal 1980, con l'aspetto di una tastiera, come il successivo Commodore 64, fu soprannominato "the friendly computer", il computer amico e commercializzato come computer per la famiglia, per la casa, per il gioco, ad un prezzo relativamente contenuto, meno di 300$.
Nato da un progetto interno destinato a mostrare che un piccolo computer poteva avere mercato, venne commercializzato inizialmente nella versione giapponese VIC-1001.
Il nome era un evidente rimando alla già famosa serie PET, che aveva il suo capostipite nel modello 2001, e sotto la quale il nuovo nato si andava a collocare. La parentela con la serie PET, al di là della CPU utilizzata che era la medesima, risulta evidente nelle prime serie che avevano tasti squadrati, anziché quelli a profilo arrotondato tipici anche del Commodore 64 e del piccolo Commodore 16. Questi esemplari vengono chiamati dai collezionisti "VIC 20 PET style" e sono molto ricercati.
Nel caso rimanessero dubbi, l'appartenenza de facto alla famiglia dei PET appariva anche all'accensione, con il banner di sistema che identificava il linguaggio a bordo come un Basic Versione 2 per i computer CBM, cioè per la serie professionale. Al di là delle evidenti differenze nella gestione dello schermo, dotato di una dimensione di pagina testo assai inusuale, perfino gli entry point di alcune funzioni interne del KERNAL funzionavano in modo simile e tale somiglianza rimase anche nei successivi modelli a 8 bit (caso classico la subroutine denominata CHROUT e deputata a scrivere un carattere sullo schermo).
L'ingresso nel mercato delle macchine di fascia bassa come detto riuscì con grande successo. Uscì di produzione all'inizio del 1985 quando fu sostituito dal Commodore 16.
Il VIC-20 fu protagonista della guerra dei prezzi che spinse la Texas Instruments fuori dal mercato degli home computer. Come l'Apple contribuì ad una larga diffusione del computer, ma in un settore differente, con l'Apple collocato più nella fascia personal che in quella home. Fu anche un computer di sviluppo, basti pensare ad un personaggio che "da giovane" ebbe un VIC 20: Linus Torvalds. Le limitazioni del BASIC del VIC-20 e -soprattutto- del successivo modello 64, dotato di identica versione, spinsero nel tempo molti appassionati ad esplorare le funzioni interne della macchina per capire come i professionisti dei giochi realizzassero effetti grafici e quant'altro.
Va notato che molti programmi in linguaggio macchina potevano girare solo su una configurazione, cioè solo con o senza espansione di memoria. Ciò è dovuto al fatto che la posizione iniziale della memoria utente cambiava in presenza di una qualsiasi espansione (comunque rilevabile agevolmente via software) ed alla relativa difficoltà di scrivere codice macchina rilocabile per il 6502.

Hardware [modifica]

Una cartuccia per VIC 20
Basato sul processore MOS 6502, con una memoria ROM di 8 kB contenente il sistema operativo (il KERNAL, l'editor di schermo ed il generatore di caratteri) e l'interprete BASIC v2.0, una memoria RAM di 3583 byte liberi oltre a circa 2 kB per la gestione del segnale video, (per un totale di 5,5 kB, come da "Guida del Programmatore" del VIC 20). Tali confini potevano essere modificati da programmatori anche poco esperti, aumentando così la risoluzione dello schermo (22×23 caratteri) a scapito della memoria libera per il programma.
Il circuito VIC (Video Interface Chip) svolgeva invece sia la funzione di circuito grafico, sia quella di circuito sonoro. Dal punto di vista grafico, la risoluzione era di 176×184 pixel (22×23 caratteri in modo testo), forniva da 8 a 16 colori, caratteri programmabili, modo multicolore, possibilità di centraggio del quadro video e una particolare modalità video con caratteri di dimensione 8×16. A differenza del suo successore, il VIC-II, non è dotato della capacità di gestire sprite.
Gli appassionati si riferiscono spesso a questo chip chiamandolo VIC-I per distinguerlo dal VIC-II utilizzato nel Commodore 64.
Come sonoro, il VIC offriva quattro canali, tre ad onda quadra ed un quarto per il rumore bianco. Tra l'altro, come afferma la Guida del Programmatore, era possibile aggiungere una quinta voce collegando, tramite la porta di espansione, un altoparlante esterno al VIA, un integrato destinato alla gestione dell'I/O ma che presentava anche un'uscita audio.
Questo computer aveva un bus seriale (da allora in poi noto in gergo come "porta seriale Commodore", una versione seriale dello standard parallelo IEEE-488) utilizzato per i Disk Drive Commodore 1540, 1541, 1581, 1570, 1571 e stampante Commodore 1525/1526, MPS 801 o simili, una porta di espansione memoria utilizzata anche per le cartucce GAME, una porta per collegarvi un registratore di cassette magnetiche, dotato di connettore proprietario (Commodore Datassette C2N).
Vi erano una porta di I/O (detta user port) contenente l'equivalente di una porta parallela ed una seriale RS-232 non standard con livelli TTL (normalizzabili tramite un accessorio specifico, cod. VIC-1011A) ed una porta per joystick e paddle identica a quelle della console per videogiochi Atari 2600.
La velocità del bus seriale era leggermente più alta che in modelli successivi. Il drive 1540, concepito come specifico per il VIC-20, era in grado di trasferire dati solo alla velocità nativa del VIC-20. Molte unità 1540 vennero tuttavia aggiornate successivamente dai proprietari con la sostituzione della ROM, che definiva tra le altre cose le costanti di tempo per il trasferimento dei dati. La programmazione, infatti, era l'unica differenza tra le due unità, ed il 1541 era in grado di operare ad entrambe le velocità.
Il bus seriale, con l'eccezione del cambio di velocità, rimase invariato nei successivi modelli a otto bit. La user port rimase del tutto identica sui Commodore 64/128 e fu ampiamente sfruttata come parallela per trasformare questi computer in centraline programmabili per automatismi.

Versioni [modifica]

Commodore VIC 20 / VC 20 / VIC 1001 - Prima serie [modifica]

I VIC 20 prima serie, oggi i più ricercati dai collezionisti, montavano la scheda madre ASSY n.1001006 del 1980. Le prime schede avevano qualche problema di surriscaldamento e verso la metà del 1981 fu introdotta una versione con dissipatore di calore maggiorato. Queste versioni montavano entrambe la tastiera derivata dai computer della serie PET e vengono oggi definiti "VIC 20 PET style". Alla fine dello stesso anno fece la sua comparsa la scheda madre ASSY n.324003 che presentava alcuni affinamenti tecnici, una nuova disposizione di alcuni componenti e una nuova schermatura contro le emissioni RF per rientrare nelle nuove specifiche imposte dalla FCC. Entrambe queste schede venivano alimentate a corrente alternata e si riconoscono dalla presa di alimentazione bipolare. Verso la fine del 1981, la vecchia tastiera fu rimpiazzata con quella di nuovo design che fu poi ripresa anche dal Commodore 64. Inizialmente tutti i VIC 20, VC 20 e VI 1001 adottavano la targa identificativa in alluminio dorato con serigrafia nera. In seguito per il mercato europeo si utilizzò un logo differente con la dicitura "VIC" o "VC multicolore per poi arrivare all'ultimo tipo, in alluminio con scritta in rilievo (come i Commodore 64 seconda serie e i Commodore 16).

Commodore VIC 20 / VC 20 - Seconda serie [modifica]

Un Commodore VC 20 seconda serie
Nel 1982 debutta una nuova versione che viene chiamata internamente dalla Commodore VIC 20 CR, Cost Reduction. Scheda madre ASSY n.250403 completamente ridisegnata e più compatta. Da 32 chip delle vecchie versioni si passa a 26 chip. Nuovo case "slim" leggermente più arrotondato e compatto (-5mm in altezza). Sezione di alimentazione a corrente continua, che permetterà di produrre un unico tipo di alimentatore sia per il VIC 20 che per il Commodore 64. Questo consentì una maggiore standardizzazione della produzione a tutto vantaggio del contenimento dei costi.

Note [modifica]

  1. ^ "VIC" è l'acronimo di "Video Interface Chip", il nome del circuito integrato più importante, dopo il microprocessore MOS 6502, utilizzato per realizzare il computer. Il "20" invece è un'approssimazione della quantità massima di memoria totale disponibile nel computer.
  2. ^ Commodore Business Machines Inc. utilizzava entrambe le grafie.
  3. ^ In Germania il nome del computer è stato cambiato in Commodore VC 20 per lanciarlo come "VolksComputer", denominazione di lingua tedesca che in italiano significa "computer popolare"; questa denominazione veniva utilizzata sulla confezione, sul manuale, nelle pubblicità, ma non sul computer. Il cambiamento fu evidentemente reso necessario dal fatto che in tedesco la V è spesso pronunciata come una F, e "VIC" sarebbe suonato identico a "fick", una parola molto volgare.

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