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domenica 10 giugno 2012

[Esplora il significato del termine: Scosse decrescenti, ma forti terremoti possono ripetersi tra Finale e Ferrara] Scosse decrescenti, ma forti terremoti possono ripetersi tra Finale e Ferrara

C'è il rischio di nuove scosse tra Finale Emilia e Ferrara. E non solo. Le attività sismiche possono estendersi alle zone limitrofe. A dirlo è il governo, con una relazione presentata nel corso di una conferenza stampa convocata a sorpresa nel mezzo del Consiglio dei ministri per analizzare il rapporto della Commissione grandi rischi sulla sismicità dell'area colpita. Poi l'annuncio di voler rafforzare le iniziative per fare fronte all'emergenza. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha poi ricordato che il decreto approvato dal governo il 30 maggio rifinanzia il Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate con un miliardo sia nel 2013 sia nel 2014. Per far fronte nell'immediato all'emergenza il governo ha aumentato le accise sui carburanti di 2 centesimi con un gettito stimato di quasi 500 milioni.
IL SEGMENTO A RISCHIO - Secondo il documento, «nel caso di una ripresa dell'attività sismica nell'area già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza». Inoltre, non si può «escludere l'eventualità che, pur con minore probabilità, l'attività sismica si estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora». Così si legge nella relazione presentata da Monti: «il governo è pienamente impegnato con tutti gli strumenti disponibili» a fronteggiare l'emergenza e assicura «uno sforzo straordinario in termini di risorse, competenze e strumenti». E ancora: «Il governo sosterrà e rafforzerà le iniziative già in atto, assumendo, di intesa con le Regioni, tutti gli interventi necessari a tutelare le comunità locali, oltre a consentire l'avvio della ricostruzione», ha detto il presidente del Consiglio.
DIFFICILE PREVEDERE - Per quanto riguarda le conclusioni della commissione Grandi rischi, si segnala che «non esistono a tutt'oggi metodi scientifici attendibili di previsione dei terremoti nel breve periodo. Tuttavia la conoscenza del sottosuolo (le «faglie») e gli eventi che si sono succeduti dal 20 maggio in poi permettono di formulare alcuni orientamenti per l'evoluzione futura». La commissione ricorda poi che «alla zona colpita dai recenti sismi era stata assegnata una magnitudo massima 6.2 e che i valori registrati dello scuotimento del terreno sono compatibili con i valori della mappa».
LE REAZIONI - Passano poche ore e non tardano ad arrivare le reazioni. In testa il sindaco di Finale Emilia. «Sono molto arrabbiato, e sto anche pensando di presentare denuncia per procurato allarme», spiega Fernando Ferioli. «Mi chiedo come abbiano fatto a prevederle, per di più in un'area così definita - continua Ferioli -. Noi qui stiamo tutti cercando di risollevarci e di tranquillizzarci e arriva questa notizia. Dov'erano queste persone prima del terremoto? E cosa dovremo dire alle aziende, quelle stesse che stanno tentando di recuperare?». Allibito anche il primo cittadino di Cento, Piero Lodi. Che si chiede: «Io ad oggi cosa dovrei fare, che devo aprire i centri estivi per i bambini?». Incredulità e rabbia anche al vertice di quasi tre ore svoltosi in Regione, a Bologna, tra Vasco Errani, governatore dell'Emilia-Romagna, e gli amministratori delle quattro province coinvolte dal sisma (Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara). Tra i presenti c'è chi riferisce che lo stesso Errani non abbia gradito la comunicazione della Commissione. «Che abbiano voluto mettere le mani avanti?», dice un amministratore che ha partecipato al vertice in Regione.

I VIGILI DEL FUOCO - E nel frattempo si corre per mettersi ai ripari. E in Emilia si mette in moto la macchina per «accelerare ulteriormente la messa in sicurezza delle attività civili, sociali e produttive delle zone colpite dai terremoti delle scorse settimane». Lo manda a dire la Regione «ribadendo che i terremoti non possono essere previsti così come afferma la commissione nazionale Grandi rischi». Fatto sta che l'Emilia-Romagna ha chiesto e ottenuto un contingente di 300 unità dei Vigili del fuoco per «l'accelerazione delle fasi di verifica sulle diverse tipologie di edifici, anche finalizzate alla rapida conclusione della loro fase di messa in sicurezza preventiva degli stessi). In campo anche l'Esercito: arriverà un contingente militare »per aumentare il presidio, ai fini della pubblica sicurezza, in particolare nelle zone rosse dei centri abitati colpiti, come richiesto dagli stessi sindaci».

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