Il 6 aprile del 2009 il disastroso sisma che colpì la città dell'Aquila e la sua provincia distrusse gran parte dei suoi tesori artistici, storici e museali. Oggi, a distanza di tre anni, è stato avviato il processo di restauro dell'asse principale del Forte Spagnolo. L'intervento riguarda la sezione sudest, che ospitava il Museo Nazionale d'Abruzzo, le sale per le esposizioni temporanee e l'Archidiskodon Meridionalis Vestinus (il “mammuth”) nel bastione Est, che nel giro di pochi anni torneranno ad essere visitabili.
Il primo lotto di interventi è finanziato con fondi ordinari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, pari a circa 5 milioni di euro. Nello specifico, al primo stanziamento di 1,5 milioni si aggiungono due rimodulazioni dei finanziamenti del gioco del lotto (annualità 2010-2011) di 1,65 milioni, a cui si aggiunge un altro milione mezzo di euro del Programma Arcus (la società partecipata dal Ministero) 2011 già approvato.
“Con questi primi finanziamenti – spiega il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo Fabrizio Magani – contiamo di recuperare una parte del monumento, che evidentemente ha bisogno di somme ben più ingenti, e precisamente l’asse sud – est ovvero l’ingresso con il colonnato e dove era situato il Museo Nazionale d’Abruzzo, quello maggiormente danneggiato. Secondo i nostri programmi contiamo di terminare questo primo intervento in due anni e mezzo”.
Secondo l'Arch. Antonio Di Stefano, funzionario della Soprintendenza e progettista dell’intervento di restauro, il primo lotto di interventi (quello riguardante l'asse centrale) servirà a contrastare il fenomeno di spostamento in avanti e di rotazione del colonnato, attraverso la sistemazione di catene di ancoraggio tra la parete esterna e quella interna; è questo il lavoro più urgente perché su cinque metri di struttura l’inclinamento ad oggi è di 15 centimetri.
Allo stesso tempo si sta lavorando per aprire anche il cantiere dell’ex mattatoio, che in tempi brevi diventerà un’ulteriore sede espositiva del Museo Nazionale d’Abruzzo, di cui inizialmente ospiterà parte della collezione rendendola nuovamente fruibile.
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