Gli ingegneri scelgono il capoluogo abruzzese per un consiglio straordinario allargato che si svolge oggi, venerdì 6 aprile, a tre anni esatti dal terribile sisma che ha sconvolto l’Abruzzo. Obiettivo degli ingegneri italiani è portare la loro solidarietà alle popolazioni che ancora vivono in condizioni disagiate, ma soprattutto dare il loro contributo per una rinascita del capoluogo abruzzese.
“Noi siamo qui. Per una R-Evolution” è il tema della tavola rotonda, promossa dal Cni, in collaborazione con l’Ordine dell’Aquila e la Federazione Regionale dell’Abruzzo, per fare il punto sulla ricostruzione e sui criteri finora adottati. Gli ingegneri ci sono e non vogliono abbassare la guardia. Tutt’altro. “Vogliamo essere il termometro della ricostruzione abruzzese. La R di R-Evolution sta, infatti, per Ricostruzione, Riqualificazione e Rigenerazione in ambito sociale, culturale ed economico dell’Aquila, città che si sforza di guardare al futuro – ha affermato Armando Zambrano, presidente del Cni -”.
Snellimento delle procedure burocratiche, accorciamento dei tempi per la riscossione dei contributi (sono ancora 5.000 quelli mancanti), nei centri storici controllo della filiera congiunto con la conferenza dei servizi (Genio Civile, comune e tutti gli altri soggetti preposti) al fine di velocizzare il più possibile il rilascio dei contributi, approvazione dei Piani di Ricostruzione, stanziamento della cifra complessiva e suddivisione della stessa tra L’Aquila e i Comuni del Cratere, priorità degli interventi. Sono questi alcuni dei temi caldi che gli ingegneri stanno affrontando nel dibattito pubblico con i rappresentati degli enti impegnati nel processo di gestione del post sisma.
“Occorre agire subito” è il messaggio degli ingegneri italiani. Oltre alla realizzazione delle 19mila abitazioni nelle “new town” diventa più che mai necessario lavorare alla riedificazione, non meno importante, della comunità, dei rapporti umani, delle relazioni sociali, decisive anche sul piano economico.
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