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venerdì 13 aprile 2012

Riforma del lavoro. Ma quale lavoro?

Uno dei temi di più stretta attualità sui quali ci si sta dibattendo in questo periodo, è senza dubbio la riforma del mercato del lavoro.
In base alle nuove dispositive proposte dal Governo e che dovranno essere approvate dal Parlamento, dovrebbe esserci più flessibilità tanto per le assunzioni quanto per i licenziamenti.
La cosa che però nel testo manca, o che comunque appare poco chiara, è come creare nuovi posti di lavoro che sono tanto necessari. Effettivamente finora l'Esecutivo tecnico non ha fatto altro che imporre nuove tasse e chiedere sacrifici, ma la crescita dov'è? È ancora sostenibile questa situazione?
Non solo, ma la crisi economica sembra davvero aggravarsi in tutta l'Unione europea tanto che gli esperti sono allarmati per quello che molto probabilmente potrebbe accadere nei prossimi mesi, ovvero la perdita di altri numerosissimi posti di lavoro.
Tuttavia non finisce qui, in base ad una recente ricerca in Italia 1 giovane su 3 è senza lavoro, mentre il tasso di disoccupazione si avvicina allegramente al 10%. E questi sono solo dati ufficiali, perché la percezione reale sembra assai peggiore. Infatti, tantissimi ragazzi neolaureati sono alla disperata ricerca di un posto di lavoro, qualsiasi posto, e sono costretti a tirare avanti alla giornata. Insomma ci si arrangia, quando va bene si riesce a strappare un contratto a termine o a progetto, ma sempre nella sfera del precariato, purtroppo spesso ci si deve per forza accontentare di qualche lavoretto qua e là, a rimborso spese e senza contributi.
Quindi, il momento appare sempre più difficile visto e considerato pure che le piccole aziende sono costrette a chiudere, portando gli imprenditori sull'orlo della disperazione. Nelle ultime settimane sono saliti alla ribalta della cronaca i diversi suicidi di persone che sono state costrette a chiudere le proprie imprese a causa della grave crisi economica da cui non se ne viene a capo. Ma chissà quanti altri decideranno di farla finita, mentre qualcun'altro potrebbe decidere di scagliarsi come gesto dimostrativo verso qualche autorità.
Se ciò dovesse accadere ci si renderà conto di essere arrivati al punto del non ritorno.

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