In questa situazione di crisi non è bello sapere che mentre i cittadini comuni, pensionati e lavoratori e moltissimi disoccupati arrivano difficilmente a fine mese, il mondo della finanza ed in particolare i top manager bancari italiani hanno stipendi d’oro.
Secondo uno studio della Uil-Credito, lo stipendio di un top manager bancario italiano è 85 volte più alto di quello di un lavoratore medio, questo nonostante il fatto che i risultati non siano eccelsi.
Le banche - rileva il report - nel 2011 hanno infatti accusato un colpo (utile netto) in calo di 26,3 miliardi.
Colpo che però non ha sfiorato le alte cariche: amministratori delegati e direttori generali hanno visto crescere i loro compensi del 36,23% ma questo - spiega uno studio della Uilca - anche a causa delle dimissioni di 4 top manager che hanno comportato l'esborso per indennità di fine carica o per cessazione del rapporto di lavoro per complessivi 9,7 milioni di euro.
La remunerazione totale per l'anno 2011 dei Ceo, per il campione analizzato, è di 26 milioni di euro, in aumento rispetto ai 19,1 milioni di euro del 2010. Insomma dai dati della Uilca emerge che lo stipendio medio di un top manager bancario italiano è appunto 85 volte più alto di quello di un lavoratore medio.
Meno bene vanno i presidenti: il loro stipendio è solo 31 volte più alto. I gruppi bancari oggetto della ricerca sono: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Mps, Banco Popolare, Ubi, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, Banco di Desio e della Brianza, Banca Carige, Banca Popolare di Spoleto.
Dai dati Uilca emerge che le spese maggiori si sono registrate in Mps: 3,6 milioni dei quali 1,1 per cessazione di carica; segue la Popolare di Milano: 4,6 milioni (3,1 per cessazione); Intesa San Paolo (3,6 e 1,1 per cessazione) e Unicredit (2,1). E tra le banche il rapporto più alto stipendi manager-lavoratori medi si registra per Mps: un manager guadagna 193 volte di più di un normale lavoratore.
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