“Tagliare gli stipendi d'oro dei parlamentari”. E' questa la missione della nuova campagna referendaria nazionale lanciata dal movimento Unione Popolare, già promotore della raccolta firme per l'abrogazione dell'attuale legge elettorale. La raccolta firme, che auspica una riduzione dei privilegi della classe politica mediante il taglio della diaria dei parlamentari, è partita ufficialmente il 14 maggio.
CAGLIARI - Il quesito, depositato alla Corte di Cassazione il 19 aprile scorso, chiede l'abrogazione dell'articolo 2 della legge 1261 del 1965: il testo di legge prevede “una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l'ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese”. Cassare queste righe non modifica la situazione esistente nella quale la classe politica vanta un tenore di vita ben al di sopra della media dei cittadini, ma secondo i promotori serve a dare concretezza allo scontento che dilaga nel paese. “E adesso, che la rivoluzione gentile cominci!” Così recita il manifesto che pubblicizza il referendum. Cambiamento che vuole partire dal basso, servendosi del principale strumento democratico a disposizione dei cittadini: rivoluzione sì, ma con garbo e legalità.In Sardegna, ad affiancare il movimento di Unione Popolare è nato il comitato “Sardegna contro la casta”: «Vogliamo essere un comitato trasversale, abbiamo notato che questi temi coinvolgono i cittadini se non hanno bandiera - afferma Simone Spiga, portavoce dell'organizzazione - Ci è già giunta l'adesione di alcune personalità politiche a titolo personale. I partiti che aderiranno potranno portare avanti iniziative proprie a sostegno del referendum. Hanno comunicato la loro partecipazione ufficiale all'iniziativa il maestro Gianluca Medas, Gianfranco Scalas, presidente di Fortza Paris e Graziano Milia già presidente della provincia di Cagliari. Il nostro obiettivo è raggiungere, in Sardegna le 50 mila firme, mentre su scala nazionale sono necessarie 500 mila perché la richiesta venga accolta».
Alessandro Aghedu, coordinatore del comitato sardo, spiega: «Anche questa volta la mobilitazione parte dalla base. Per diffondere le idee della campagna stiamo dedicando molte energie alla sua pubblicizzazione sui social network. Su Facebook siamo presenti sia con un gruppo aperto: ‘La Sardegna contro la casta’, sia con l'evento nazionale ‘Referendum per tagliare gli stipendi d'oro dei parlamentari’. Domani inizieremo con il primo banchetto di raccolta firme al mercato di Selargius. Siamo aperti ad accogliere nuovi volontari: il tempo stringe, abbiamo due mesi per raggiungere il numero necessario di firmatari». A partire da mercoledì prossimo, i sostenitori del referendum potranno firmare, oltre che presso i banchetti allestiti dai volontari nelle vie e nelle piazze cittadine, anche nell'ufficio elettorale del proprio comune.
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