Il Governo non ha escluso la possibilità di prorogare fino al 2020 il bonus 55% per gli interventi di riqualificazione energetica sugli edifici. Lo rende noto Uncsaal (Unione nazionale costruttori serramenti alluminio acciaio e leghe) specificando che la proroga del 55% potrebbe però contenere anche una mini-riforma degli strumenti finora utilizzati, che potrebbero significare una riduzione dell'aliquota applicata fino a oggi.
In contemporanea giungono altri segnali che non possono non allarmare il comparto dell’involucro edilizio: circolano infatti ipotesi su un 55% con premialità differenti a seconda della tipologia di interventi realizzati, ipotesi che vincolerebbero le percentuali di detrazione a contestuali interventi di riqualificazione anti-sismica o di riqualificazione energetica complessiva degli edifici.
Queste interpretazioni rischierebbero di depotenziare nella sostanza un provvedimento che, secondo dati Enea, solo nel 2010 ha rappresentato investimenti per 4,6 miliardi di euro e ha generato un risparmio di energia primaria pari a 2mila GWh, grazie a 405.600 interventi che hanno riguardato in primis la sostituzione di infissi con il 55% del totale, pari a 220mila interventi.
Un 55% depotenziato nell’aliquota di detrazione o reso burocraticamente ed economicamente insostenibile per migliaia di famiglie italiane – afferma Uncsaal - oltre a rappresentare una potenziale sciagura per il comparto italiano dei serramenti, che genera il 32% del proprio fatturato proprio grazie agli incentivi del 55%, già duramente colpito dalla crisi del settore costruzioni, può rappresentare l’arresto del trend virtuoso di risparmio di GWh/anno determinato dalla riqualificazione energetica degli edifici.
Uncsaal, insieme a FederlegnoArredo, proseguirà dunque nell’azione di sensibilizzazione di Governo e Parlamento affinché il 55% sia prorogato fino al 2020 garantendo la piena accessibilità a tutti i consumatori italiani attraverso una premialità unica per tutte le tipologie di intervento.
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