Proprio per questo il motivo il Marsili rappresenta, attualmente, una potenziale fonte di tsunami. Anche Enzo Boschi, sismologo e presidente dell’INGV, afferma che il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale che, stando agli ultimi calcoli, sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza che investirebbe le coste di Campania, Calabria e Sicilia provocando disastri.
Gli indizi raccolti ora sono precisi ma, ovviamente, non si possono fare previsioni. Purtroppo nessuno, difatti, è in grado di prevedere quando e in che misura il Marsili darà sfogo ad un’eruzione; tuttavia, stando alle statistiche, è comunque difficile che possa verificarsi una forte eruzione, specie di tipo esplosivo.
Assieme al Magnaghi, al Vavilov ed al Palinuro, il Marsili è inserito, di diritto, fra i vulcani sottomarini pericolosi del Mar Tirreno.
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