Riunito a Copenaghen il convegno sul programma europeo Gmes (Global Monitoring for Environment and Security), ha lanciato un messaggio chiaro e proposte reali: è necessario scommettere sui satelliti per controllare l’ambiente e per farlo bisogna investire 5,8 miliardi di euro in 7 anni.
Gli esperti europei sono consapevoli del fatto che il periodo è cruciale, per la crisi economica e per gli accordi che urge trovare, ma la risposta è positiva. Il convegno è stato organizzato dalla Commissione Europea in collaborazione con Agenzia Spaziale Europea (Esa), Agenzia Europea per l'Ambiente (Eea) e l'organizzazione europea per l'utilizzo dei dati meteo da satellite, Eumetsat.
Paul Weissenberger, vicedirettore generale dell'Industria nella Commissione Europea, ha sottolineato ad esempio che grazie ai satelliti in Italia, colpita dal terremoto, si è riusciti ad ottenere in tempo reale le mappe delle aree colpite. Soprattutto, il ritorno atteso da un simile investimento sarebbe “pari a circa 4 euro per ogni euro investito”. Un ulteriore vantaggio del programma Gmes, nel quale rientra la realizzazione dei satelliti Sentinel, sarà poter mettere “immediatamente a disposizione di tutti dati di fondamentale importanza”.
Il programma è stato già approvato nel 2001 con un finanziamento di 3,2 miliardi (1,2 dei quali dalla Commissione Europea e il resto dall’Esa) e ora dovrà ora essere nuovamente finanziato fino al 2014 con 120 milioni.
Toccherà in ogni caso valutare se questa cifra dovrà arrivare dai fondi comunitari o se richiederà un finanziamento extra, con tempi più lunghi e “vuoti” come quello lasciato dal satellite Meteosat, fino al lancio del primo Sentinel, previsto per ottobre 2014.
L’investimento previsto per il futuro del programma tra il 2014 e il 2020 è di 5,8 miliardi di euro, per cui sarà necessario prendere una decisione e chiedere alla Commissione Ue il finanziamento.
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