E la banca replica: "Il beneficiario degli assegni era sconosciuto al nostro istituto e abbiamo dovuto effettuare dei controlli prima di dare regolare corso al pagamento dei titoli".
Marco Donzelli, presidente del Codacons, ad Affaritaliani.it: "E' una vecchia questione, alle persone che non avevano una riconoscibilità a volte non venivano cambiati gli assegni. Non vedo alcun motivo per negare l'incasso di un assegno bancario".
LA DENUNCIA
Sono Kabakov Volodymyr ho 24 anni, da 5 mesi vivo e lavoro in Italia per dare un futuro a mia moglie e mio figlio di due mesi che ho lasciato in Ucraina.
Il 16 febbraio scorso ho ricevuto dall'amministratore di un condominio due assegni di piccoli importi, (41,94 euro per acquisto materiale di pulizia e 400,00 euro per pulizie straordinarie), lavori occasionali fatti nelle settimane scorse.
Mi sono recato presso la Filiale n. 1 in via Fratelli Cervi, 32/1 di Reggio Emilia della Banca Popolare dell'Emilia Romagna per cambiare i due assegni visto che il condominio ha lì il conto corrente. Mi ha accompagnato il mio datore di lavoro (part-time 25 ore settimanali); non ho un mezzo di trasporto e conosco poco la città.
La cassiera ci ha detto che non poteva cambiarli, abbiamo fatto notare che gli assegni sono proprio della loro filiale e che il controllo sulla disponibilità economia e sulla regolarità della firma dell'assegno potevano facilmente effettuarlo. Niente da fare "non cambiano assegni a chi non conoscono". Mostro tre documenti di riconoscimento: passaporto, permesso di soggiorno e codice fiscale, oltre ad un quarto documento che era la patente Ucraina. Non c'è stato verso.
Ribadiamo che gli assegni era non trasferibili e non avevo nessun conto corrente da nessuna banca; quei pochi soldi che guadagno li spedisco tutti in Ucraina.
Facevamo notare alla cassiera, che in quel momento lei e la banca stavano violava l'articolo 31 del Regio Decreto 21/12/1933 n. 1736 che dice "L'assegno bancario è pagabile a vista" e che l'incasso di un assegno in forma liquida dovrà avvenire presso la filiale della banca dove risiede il c/c del traente, muniti di un documento di riconoscimento valido.Ribadiamo che gli assegni era non trasferibili e non avevo nessun conto corrente da nessuna banca; quei pochi soldi che guadagno li spedisco tutti in Ucraina.
La cassiera chiama una sua dirigente e dopo poco si avvicina una signora che senza chiederci nulla ci dice: "noi non siamo autorizzati a cambiare assegni a stranieri che non conosciamo".
Facevamo presente che l'identità del beneficiario degli assegni poteva accertarla da 3 o 4 documenti di riconoscimento; risposta negativa.
Il mio datore di lavoro, alle 11,54 chiama il 112 e avverte dell'accaduta anticipando una nostra denuncia del fatto. Lunedì 20, su appuntamento, ci siamo recati da Carabinieri di via Adua, descrivendo il fatto i quali si impegnavano a chiamare l'indomani la banca per capire la motivazione. Apprendiamo il giorno dopo da carabinieri che le direttive della banca sono quelle: non cambiano segni a persone sconosciute.
Qui chiedo aiuto a voi: come posso poter cambiare due assegni di 441,94 centesimi per poter spedire a mia moglie i soldi per acquistare il latte per mio figlio?
E' giusto che l'ottusità di due dipendenti e la scorrettezza di una Banca che si chiama pure "popolare" debbano obbligarmi ad aprire un conto corrente per poter cambiare due assegni?
Attendo risposta e aiuto da chiunque possa darmelo.
Invio intanto la presente alla Banca d'Itali, all'ABI e alla stampa; in attesa che il mio datore di lavoro, più arrabbiato di me, alla prossima riunione condominiale chiederà la chiusura del conto corrente presso quella banca per aprilo in altro istituto più serio.
Kabakov Volodymyr
LA REPLICA DI BANCA POPOLARE
Contattata da Affaritaliani.it Banca Popolare risponde ufficialemente così alla denuncia:
"Viene asserito che una nostra Agenzia non ha dato corso al pagamento, in favore del beneficiario, di due assegni bancari emessi da un correntista della medesima Dipendenza. Orbene, in primo luogo, occorre premettere che il beneficiario dei predetti assegni era persona sconosciuta alla nostra Banca. Al riguardo, va osservato che una banca non è obbligata a cambiare un assegno a persona che non conosce (non cliente), anche se questa esibisce un documento di riconoscimento. In proposito, si rileva che è orientamento diffuso, sia nella dottrina che nella giurisprudenza, di merito e di legittimità, quello per cui il beneficiario dell'assegno bancario che presenta il titolo alla banca trattaria non vanta alcun diritto al pagamento nei confronti di quest'ultima, né l'ordinamento gli conferisce la legittimazione all'esperimento di apposite azioni per costringere la medesima banca alla corresponsione della somma portata dal titolo".
"Inoltre, il pagamento dell'assegno bancario si può considerare regolare e liberatorio per la banca trattaria solo a condizione che la stessa abbia provveduto non solo all'esame formale del titolo, ma anche all'identificazione del beneficiario con la 'diligenza del buon banchiere', anche prendendo a tal fine contatto con l'emittente dell'assegno. Nella fattispecie, proprio la necessità di effettuare una puntuale verifica di quanto sopra non ha reso possibile il pagamento immediato del titolo, come preteso dal presentatore che si è allontanato dall'Agenzia prima del compimento delle predette incombenze".
"Si sottolinea, peraltro, che in seguito la Banca ha dato regolare corso al pagamento dei titoli a favore del beneficiario, dimostrando concretamente di non avere preclusioni di sorta nei confronti di quest'ultimo, e che la propria condotta è stata ispirata semplicemente dalla volontà di salvaguardare anche i diritti del proprio correntista nel pieno rispetto della normativa".
IL COMMENTO DEL CODACONS
"Non vedo alcun motivo per negare l'incasso di un assegno bancario anche se il beneficiario non ha il conto corrente con la banca a cui si rivolge". Marco Donzelli, presidente del Codacons, commenta così con Affaritaliani.it la vicenda.
"So che in passato questo accadeva nei confronti soprattutto di persone meno abbienti - continua - non per forza stranieri, anche italiani. E' una vecchia questione di cui di recente però non si era più sentito parlare perché ormai tutti hanno un conto corrente. Alle persone che non avevano una riconoscibilità o rintracciabilità a volte non venivano cambiati gli assegni: c'era la resistenza della banca legata probabilmente a una mancanza di fiducia o a un fatto di comodità o a una semplice prassi ottusa".
"Non capisco - aggiunge - perché la banca non abbia cambiato questi assegni, credo che non sia una procedura legale. E' un atteggiamento assurdo perché l'assegno è un ordine di pagamento di una persona verso un'altra e non è la banca a pagare con i suoi soldi".
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