La legge di potenza -
Chikatilo colpiva in modo irregolare: potevano infatti passare tre giorni, tre mesi o tre anni tra un omicidio e l’altro, ma sempre con un intervallo di tempo basato sulla ripetizione del numero tre. Per gli studiosi quest’intervallo è riconducibile ad funzione matematica nota comelegge di potenza, che mette in correlazione due fenomeni. Attraverso questa funzione è possibile, ad esempio, stabilire il rapporto tra la magnitudo dei terremoti e il numero di volte che essi si manifestano. Simkin e Roychowdhury ipotizzano che nel cervello del killer accadesse qualcosa di simile a ciò che avviene nei casi di epilessia, ovvero uno squarcio provocato dall’esplosione di uno o più neuroni.
Tre, il numero perfetto? -
L’esplosione di un solo neurone provoca, infatti, una reazione a catena che apre varchi nella materia cerebrale. E proprio questi squarci sarebbero correlati agli omicidi e si ripeterebbero a intervalli basati sul numero tre. Proprio come il tempo che passava tra un omicidio e un altro nel caso di Chikatilo. Se da un lato questa teoria ha dei limiti, riconosciuti dagli stessi autori, dall’altro potrebbe costituire un punto di partenza per lo studio delle devianze e delle forme di comportamento estreme. L’estratto dello studio è stato pubblicato sul sito della biblioteca dell’Università di Cornell (New York).
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