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sabato 25 febbraio 2012

Internet libera dalla censura



Il segretario di Stato americano Hillary Clinton invita il mondo a rispettare la libertà di Internet. L'America chiede rispetto per i diritti degli altri, la loro privacy e la libertà di espressione.

"Il nostro impegno per la libertà di Internet è un impegno per i diritti delle persone, e ci stiamo adattando con le nostre azioni", ha affermato in un suo intervento la Clinton. Chissà cosa ne pensa al proposito Julian Assange visto che Internet è utile per la propaganda su Iran, Egitto, Tunisia ma è riprovevole se si scoprono le porcate americane. L'ex funzionario dell' amministrazione Reagan, Paul Craig Roberts, ha detto che il governo degli Stati Uniti è un ipocrita e lo è da lungo tempo.



Dice: " Il governo americano da sempre lezioni agli altri, ma mai una volta che segua il suo consiglio".

Egli ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno calpestato le libertà civili dei propri cittadini sotto l'auspicio della guerra al terrore, ma allo stesso tempo il governo rimprovera ad altri le responsabilità di proteggere le libertà. In questo articolo l'intromissione americana negli politica egiziana sfiora il terrorismo digitale di stato, quando gli Stati Uniti hanno lavorato per sostenere e utilizzare Twitter e Facebook in Egitto. La "migliore democrazia" che esiste ama usare la tecnologia per minare gli altri, ma non appena si invertono i ruoli si parla di sicurezza nazionale, giri di vite sul web, terrorizzando la nascente nuova razza di giornalismo su Internet. Ma sono in buona compagnia, dei cinesi ovviamente, dei russi. Nel 2010 i «peggiori nemici di Internet» sono Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran, Uzbekistan, Siria, Tunisia, Turkmenistan e Vietnam. Sempre più Stati programmano o si dotano di legislazioni repressive e cominciano ad applicarle: è il caso di Giordania, Kazakhstan e Iraq. Ma anche «le democrazie occidentali non sfuggono a questa logica di regolare il Web. Anche l’Italia è fra i Paesi democratici, insieme a Australia, Francia, e Gran Bretagna, che «non sfuggono alla logica di regolare il Web» in nome della lotta contropedopornografia e furto di copyright.

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