L’Imu continua a suscitare proteste e ora sul piede di guerra ci sono i Comuni e i partiti politici, in primis la Lega Nord che ha lanciato la proposta di sciopero fiscale contro l’imposta municipale unica ed Equitalia, incaricata della sua riscossione.
Il segretario Roberto Maroni ha invitato circa 500-600 sindaci a unirsi alla protesta e a disdire il contratto con l’ente, come ha già fatto qualche Comune “ribelle”, assumendo in proprio la riscossone.
La disobbedienza civile invocata dalla Lega con non è tuttavia condivisa dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), che auspica soluzioni alternative. Il presidente, Graziano Delrio, ha più volte espresso la propria contrarietà verso l’imposta: “la tassa sulla casa così come è stata varata, altro non è che una patrimoniale mascherata – ha affermato Delrio al Mattino -. Per noi è inaccettabile. Una tassa nata male e finita peggio perché quel gettito finirà in larga parte nelle casse dello Stato che pensa in questo modo di fare quadrare il proprio bilancio. Contestiamo la confusione che si produce nei cittadini e nella finanzia locale”.
Per rendere i cittadini partecipi della situazione che da tempo l’Anci denuncia in tutte le sedi istituzionali, parte oggi una campagna informativa rivolta appunto a famiglie e imprese per spiegare loro “che dietro la sigla Imu che evoca i municipi, si nasconde una tassa dello Stato che i Comuni non possono neanche riscuotere liberamente”.
La proposta dei sindaci, infatti, è che l'Imu vada a finire ai comuni. “È stato calcolato – ha aggiunto Delrio - che lo Stato incasserà nove miliardi, mentre sono sei le risorse che vengono trasferite ai Comuni. Siamo dunque disposti a una riduzione proporzionale purché quell'imposta resti nelle nostre casse”. Oltre alla campagna informativa, l’Anci ha indetto una mobilitazione il 24 maggio a Venezia, dove è prevista la riunione del Consiglio nazionale.
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