Dai dati Istat sulle forze lavoro si apprende che in Italia più di 100 mila dirigenti hanno perso il lavoro dall'inizio della crisi.
Se nel 2008 gli occupati con profilo professionale da “dirigente” erano 500 mila, nel 2011 sono scesi a 396 mila, calando del 20,8%, in particolare del 21,5% per gli uomini e del 19,7% per le donne. Sulla base dei calcoli Istat e Inps, come riporta il Corriere della Sera, Manageritalia, l’organizzazione dei manager e delle alte professionalità del terziario, ha calcolato che tra il 2006 e il 2011, nel settore privato sono stati 54.500 i manager usciti dal mondo del lavoro, di cui 43.000 solo tra il 2008 e il 2011.
Manageritalia prospetta una situazione che nell’anno in corso si aggraverà, vista la “crescita dei licenziamenti e la diminuzione delle assunzioni”. Si è stimato che ogni anno il 20% dei dirigenti privati esce dal contratto, il 52% si ricolloca in una funzione equivalente, il 4% come «quadro» e ben il 18% con contratti atipici, anche di co.co.pro.
Secondo il presidente di Manageritalia, Guido Carella, il ricollocamento è reso ancor più difficoltoso a causa della riforma pensionistica che ha innalzato l’età pensionabile e un rimedio potrebbe essere “far sì che le tante imprese ancora prive di presenza manageriale, soprattutto le piccole e medie, capiscano che devono avvalersi di queste preziose risorse per crescere”.
Dal 2008 è stata attivata una norma per favorire il ricollocamento dei dirigenti over 50 privi di occupazione, con la possibilità di assunzione al minimo contrattuale di 50 mila euro lordi annui, eventualmente ridotto del 20, 10 e 5% per i primi tre anni, ma con una percentuale di retribuzione variabile pari ad almeno il 50% e legata ai risultati.
Mentre, grazie a un accordo del 2010 sottoscritto da Manageritalia e Federmanager con il ministero del Lavoro e Italia Lavoro, 10 milioni di euro sono stati investiti per accrescere la competitività delle aziende, soprattutto Pmi, attraverso l'inserimento incentivato di un dirigente disoccupato over 50.
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